Juve, Dybala gioca e parla da leader
Quando vuole, Paulo Dybala gioca e parla da grande. Da grande per davvero. Ieri lo ha fatto. Ha giocato da grande, anche prima del rigore segnato al minuto 97. Ha parlato da grande, subito dopo: difendendo la Juve con una lucidità sorprendente dopo quanto accaduto a proposito delle polemiche, con quel pizzico di sfrontatezza che farà ulteriormente innamorare di lui tutto il popolo bianconero, senza dimenticare le rassicurazioni sul rinnovo. L'anti-Donnarumma ieri è stato lui, insomma. Sotto ogni punto di vista. E se la reazione del portierone rossonero forse lo allontanerà dalla Juve (forse), Dybala non è mai stato dentro il mondo bianconero come ieri sera.
LEADER IN CAMPO - Quella col Milan non poteva che essere una partita particolare per la Joya. Dopo l'infortunio la sua stagione è rimasta inevitabilmente segnata da quella notte da incubo vissuta a Doha. Senza Cuadrado, senza Mandzukic, con un Higuain che sta attraverso un periodo di leggera flessione, ecco che proprio a Dybala toccava caricarsi la squadra sulle spalle e trascinare tutto l'attacco. Lo ha fatto, anche prima del minuto 97. Ha giocato a tutto campo, ha creato costantemente superiorità numerica, ha lottato, ha inventato: numero dieci moderno autentico, col 21 sulla schiena. Poi al minuto 97 ha trasformato un'ottima prestazione in una serata da campione, da leader quale deve essere sempre e sempre di più: un rigore trasformato da gigante contro un gigante come Donnarumma, dopo aver corso e preso calci per quasi cento minuti, dopo una lunga attesa per le violente proteste rossonere. Il rigore sbagliato a Doha proprio ieri contro lo stesso nemico può scivolare definitivamente e una volta per tutte nel cassetto dei brutti ricordi.
LEADER FUORI - Il salto di qualità in termini di spessore e peso specifico nell'ambiente Juve è poi arrivato ancora dopo. Quando ha respinto al mittente tutti i veleni che partita dopo partita non riusciranno comunque a intaccare il dominio bianconero di queste stagione. Con Dybala che non abbocca alle provocazioni. Il rigore? Ce n'erano due. Il Milan? Sono sei anni che si lamentano, per battere la Juve serve altro. Le polemiche? Servirebbe più onestà, quando la Juve viene penalizzata pensa solo a lavorare. In poche parole, il manuale del perfetto capitano pur senza fascia che possa portare avanti lo spirito e la mentalità vincente del blocco Juve capace di scrivere la leggenda in questi anni, da Buffon in poi. Come se il vero capitan futuro da queste parti fosse realmente lui. A proposito di futuro, anche su quello non ha lasciato dubbi: «Ho dato la parola alla società che voglio continuare: dopo la sosta ci saranno novità, ma non dipende solo da me». Ha dato la sua parola. Ed anche con le parole sta dimostrando di saperci fare.
@NicolaBalice