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    Juve, di più non potevi: Benatia il migliore, finalmente Mandzukic fuori!

    Juve, di più non potevi: Benatia il migliore, finalmente Mandzukic fuori!

    • Giancarlo Padovan
    La Juve di adesso di più non può. Perciò pareggiare 0-0 con il Barcellona, pur privo di Messi per 55 minuti, causa scelta tecnica e forse snobistica di Ernesto Valverde, è un risultato buono,  soprattutto utile.

    Non è neppure vero che nell’ultima partita del girone la Juve dovrà per forza vincere in casa dell’Olympiacos. E’ lo Sporting che deve riuscirci a Barcellona e, nonostante i blaugrana siano già passati da primi del gruppo, è un compito proibitivo.

    La Juve può vincere in Grecia (qualificazione aritmetica), pareggiare o perdere (nel caso in cui lo Sporting pareggi o esca sconfitto da Barcellona). Certo, per non chiedere l’aiuto di nessuno, l’obiettivo devono essere i tre punti. Per ottenerli, però, su un campo tradizionalmente minato, è necessario che la prestazione sia diversa da quella con il Barcellona e, soprattutto, che nessuno faccia da spettatore in campo.

    Contro i catalani, invece, almeno quattro elementi (Alex Sandro, Khedira, Cuadrado e Higuain) non hanno reso secondo possibilità e aspettative. Fuori Mandzukic (finalmente) e Chiellini (infortunato nella rifinitura), Allegri ha varato un 3-4-3 più logico che coraggioso. Barzagli, Benatia (nettamente il migliore di tutta la Juve) e Rugani in difesa; Pjanic e Khedira in mezzo con Cuadrado e Alex Sandro ai lati; Dybala, Higuain e Douglas Costa davanti.

    Condivido sia gli interpreti che il modulo (inclusa la sua variante senza palla, cioé il 4-4-2), ma dire che la Juve sia andata bene sarebbe forzare la realtà. Piuttosto la Juve ha cominciato bene, soprattutto con Douglas Costa che andava a sovrapporsi internamente a Dybala, molto largo a destra. Un dribbling del brasiliano, con successiva conclusione parata, ha fatto pensare che il Barcellona fosse attaccabile. Invece è stata solo un’lllusione. La Juve, con il passare dei minuti, ha perso la misura e sbagliato una serie di passaggi favorendo il possesso palla degli avversari. I quali sono stati pericolosi poche volte (due in tutta la partita), ma hanno una qualità collettiva altissima. Ad ogni accelerazione sono in grado di poter far male anche se nella cirocstanza il palo, colpito da Rakitic, è venuto direttamente da una punizione scodellata in area per la testa di Busquets e Paulinho (fuori la ribattuta), seguita con lo sguardo da Buffon. 

    Dybala si è visto alla fine del primo tempo e nel recupero del secondo. Avrebbe potuto segnare entrambe le volte (tiro alto nel primo caso dopo un’azione cominciata da lui e rifinita da Alex Sandro), mentre a tempo scaduto è stato decisivo ter Stegen: Dybala, ancora servito da Alex Sandro, ha battuto dalla stessa posizione e nella stessa maniera in cui fece gol ad aprile ai catalani. Anche il tiro era destinato nello stesso angolo, ma questa volta il portiere del Barcellona è stato di una reattività formidabile. 

    Al contrario il Barcellona ha accarezzato il vantaggio al 67’ quando Messi (subentrato a Deulofeu dieci minuti prima) ha pescato Digne in proiezione offensiva. Sul pallone sarebbe potuto intervenire Cuadrado che invece, comicamente, si abbassava a colpire di testa favorendo l’avversario. Digne, però, anziché tirare ha cercato l’assist per Suarez, anticipato provvidenzialmente da Rugani.

    Allegri, che aveva già sostituito Pjanic con Bentancur (66’), ha provveduto ad avvicendare Cuadrado con Marchisio (70’) e Douglas Costa con Matuidi (85’). Chiaro l’intento: passare progressivamente al 4-4-2 e portare a casa il pareggio.

    Significativi due episodi dello Stadium: qualche salva di fischi alla Juve (non solo a Cuadrado e ad Alex Sandro) e la standing ovation riservata all’uscita di Iniesta (per Jordi Alba), uno scroscio che neanche per Messi (anzi).

    In Spagna, fin da prima della partita, il caso, nato dall’esclusione della Pulce, era legato al suo nome. Pochi evidentemente hanno considerato che Valverde intendesse risparmiarlo (lui come Jordi Alba e Alcacer) per lo scontro di domenica a Valencia, antagonista a meno quattro punti dalla capolista.

    Certo, questo Barcellona può anche non segnare (era successo clamorosamente al Pireo con l’Olympiacos), ma subisce poco e lascia niente. E’ in testa alla Liga e già qualificato da primo in Champions. Se la Juve di meglio non riesce, il Barca di meglio non può.       

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