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  • Juve:| Del Piero come Rivera

    Juve:| Del Piero come Rivera

    Torino Nemmeno due gol di Matri, così bravo da farsi ribattezzare Matrinho, Matrinho o matrigno che poi ha lo stesso suono e significato, sono bastati alla Juventus per battere il Genoa: 2-2 alla fine. Del Piero in campo per i sei di minuti di recupero, alla memoria di quelli messicani di Gianni Rivera. Destino dei grandi. Signora lumacona che, dopo i pareggi contro Bologna, Catania e Chievo, conferma anche quest'anno di patire le cosiddette piccole. Il tutto, al termine di una settimana a dir poco strana, cominciata con la vicenda del contratto del capitano e proseguita poi con i problemi sul nuovo stadio e l'ispezione della Guardia di Finanza. Partita complessa dal primo all'ultimo minuto, con il Genoa che ha anche rischiato di vincerla (traversa di Merkel, parata di Storari su Jorquera) e Juve che ora deve cominciare a interrogarsi. 
    La serata era ovviamente cominciata con un omaggio infinito a Del Piero, "pensionato" da Andrea Agnelli in occasione dell'assemblea degli azionisti e poi coccolato in tutto e per tutto da un popolo che in lui vede il Profeta e basta. Lo stadio pullulava di striscioni fatti in casa, tutti traboccanti amore verso il numero dieci, il quale si è accomodato in panchina godendosi a denti stretti lo spettacolo organizzato per lui e con tanti saluti ad Agnelli: «La 10 leggenda non si tocca», «Capitano, rinnova fino a 40 anni», «Il capitano nella leggenda», «Il fenomeno vero si chiama Del Piero», «Il nostro mondo è bianconero solo se c'è Alex Del Piero», «Dopo Del Piero, Belen in bianconero».«Non ci sembra vero la Juve senza Del Piero» e via di questo passo. Agnelli e la società? Ignorati, come era logico che fosse, visto che mica si può contestare il padrone del vapore.
    Poi, la partita. Che si metteva subito sul binario giusto per i bianconeri: dopo poco più di cinque minuti, Matri già buttava il pallone dentro deviando un tiro dal limite di Marchisio. Era una Juve che presentava Estigarribia all'esordio da titolare e che provava ad accelerare appena possibile: il Genoa era come tramortito, quasi spettatore e poco più, capace inizialmente di farsi vedere solo su calci piazzati. Storari si trovava il pallone tra le mani dopo un colpo di testa di Dainelli, poi Chiellini aveva sulla testa il pallone del possibile 2-0 ma lo sprecava. E allora il Genoa ringraziava mettendo in scena la più bella azione dei primi 45': Merkel si trasformava da francobollo di Pirlo a trequartista dai piedi buoni, Marco Rossi si mangiava Chiellini con un movimento da attaccante vero e, dopo la doppietta segnata alla Juve nel febbraio 2010, regalava ai suoi il pareggio.
    La Signora subiva il colpo e lo stadio pure, fino a quando un erroraccio di Veloso non permetteva a Vucinic di arrivare davanti a Frey calciandogli però addosso. L'1-1 del primo tempo era tutto sommato giusto: buona Juve per venti minuti, poi tanto Genoa e bianconeri in evidente calo di zuccheri ed entusiasmo. In attesa dell'eventuale ingresso di Del Piero, era poi ancora Matri (due volte) ad attaccare la spina, ma anche una girata di Merkel e una di Chiellini mica scherzavano come pericolosità. Un'invenzione di Pirlo (palla lasciata scorrere su assist di Vucinic) spediva poi ancora in gol lo scatenato Matri, arrivato al terzo gol in campionato. A quel punto pareva finita, ma una dormita generale della difesa permetteva al neo entrato Caracciolo di trovare il 2-2 prolungando la settimana storta a tinte bianconere.

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