Juve, Danilo contro Dani Alves: terzini a confronto, come cambia la fascia?
Nel frattempo infatti è arrivato lo svincolo di Dani Alves che, considerata la possibile partenza di Lichtsteiner, e le caratteristiche offensive di Cuadrado, peraltro anch’egli incerto sul da farsi, rimaneva l’unico terzino destro effettivo (fatta eccezione per Barzagli, impiegato in quel ruolo nelle emergenze).
Danilo viene dunque a rappresentare una necessità prima ancora che un bel colpo. Perché di un bel colpo è certo che si tratti, considerando la cifra spesa dal Real (30 milioni) per averlo dal Porto di Lopetegui, dove il terzino brasiliano si era messo in mostra nella stagione 2014/2015 insieme ad Alex Sandro e Casemiro.
Una cifra che -Marotta e Paratici ne sono sicuri- molto probabilmente scenderà. Questi due anni di camiseta blanca infatti non sembrano aver stregato il Bernabeu né tantomeno aver convinto Zizou, che tra l’altro ha dato il via libera all’operazione. Stiamo comunque parlando di una squadra stellare quando parliamo del Real, dove un giocatore ottimo potrebbe apparire soltanto buono, per il noto fenomeno della parallasse. In quest’ottica distorta, pertanto, il prezzo potrebbe abbassarsi tanto da trasformare un bel colpo in un affare.
Proviamo allora a capire quale cambiamento apporterebbe Danilo alla Juventus, rispetto a Dani Alves, il suo estroso ed eclettico predecessore. Beninteso, sempre che l’operazione sbocci.
DIFESA A QUATTRO - Partiamo dal modulo: Danilo è stato impiegato da terzino destro perlopiù in una difesa a quattro, o nel 4-3-3 o nel 4-3-1-2. Oppure nel 4-4-2, come ad esempio qui sotto, contro il Siviglia (14 maggio 2017).
Alto 184 cm, è dotato di lunghe leve con cui riesce a coprire il campo in un baleno. Grazie alla sua falcata ampia, da atleta, sarebbe il valido alfiere di Bonucci sul lato destro del campo, dove i bianconeri hanno spesso pagato la velocità, le ripartenze e gli affondi degli avversari. Dove mancava insomma la gamba e il sacrificio di Alex Sandro.
DIFESA A TRE - Ma Danilo è stato anche usato da esterno di centrocampo nel 3-5-2; mi viene in mente la partita di Pamplona, l’11 febbraio, contro l’Osasuna. Il terzino brasiliano saprebbe quindi adattarsi a una difesa a tre, sia che in mediana giochino tre centrocampisti, sia che ne giochino due, come preferiva Allegri negli ultimi tempi. Anzi, proprio la qualità e la quantità della sua corsa potrebbero giovare in questo senso, rendendolo ancora più offensivo. Guardate qui come sta alto, quasi all’altezza delle due punte.
DANI vs DANILO – Se si confrontano le heat maps di Dani Alves e Danilo relative a questa stagione, ci si accorge subito di una differenza. Mentre l’ex giocatore del Barcellona (nell’immagine, il primo da sinistra) tende a entrare dentro il campo e a invadere la zona di competenza del rispettivo interno di centrocampo, il madrileno (nell’immagine, a destra) scorre prevalentemente lungo l’asse verticale del campo, cioè lungo la corsia di fascia, da esterno vero e proprio. Come su un binario. (Le zone di calore sul lato sinistro nella mappa di Danilo testimoniano di qualche apparizione da terzino sinistro: ad esempio in Germania contro il Borussia Dortmund, per arginare la velocità di Dembélé).
Tutto ciò, probabilmente, non è dovuto solo alle caratteristiche peculiari di Dani Alves (falso esterno con compiti di regia), ma è anche la conseguenza del 4-3-3 (o 4-3-1-2) del Real Madrid, all’interno del quale una mezzala come Modric esige il suo spazio d’azione vitale e al contempo costringe l’esterno a specializzarsi. Non voglio dire con questo che Danilo in un modulo diverso assumerebbe automaticamente le doti uniche di Dani Alves. No.
1 vs 1 E DRIBBLING – Tuttavia c’è un aspetto della corsa e del gioco di Danilo che, combinato all’arrivo di un esterno alla Bernardeschi (quindi un mancino che giochi a piede invertito), renderebbe la Juventus più simmetrica, ma non per questo (penso ancora a Bernardeschi) meno fantasiosa. Danilo infatti assomiglia più ad Alex Sandro che a Dani Alves. Sa dribblare, ma preferisce farlo da lanciato, in corsa. Per questo motivo nelle mappe che segnalano i punti del campo in cui sono stati effettuati degli uno contro uno (l’ordine è sempre Dani Alves-Danilo), il secondo risulta sfruttare il dribbling maggiormente a ridosso dell’area (o addirittura per entrare in area), mentre il primo lo usa molto di più per staccarsi dal fallo laterale, magari dopo aver ricevuto il pallone sui piedi.
Volete un esempio concreto? Prendiamo ancora Real Madrid-Siviglia. Asensio riceve palla da sinistra e sente alle spalle la volata di Danilo. In un attimo si gira e lo serve sulla corsa.
Ecco allora dove e davanti a chi stoppa il pallone Danilo. Da questa posizione Dani Alves, specie se al termine di una corsa importante, spesso rallentava e inventava cross o passaggi chiave. Danilo punta.
Non contento, si fuma con un doppio passo perfetto il terzino uscito a ostacolarlo.
E’ in area. Ormai può fare tutto quel che vuole, un rasoterra al centro, un tiro, un lob sul secondo palo.. e invece sbaglierà tutto, stavolta, mancando l’assist per Morata.
Danilo in campionato ha fatto due assist, entrambi per Morata: uno in casa dello Sporting Gijon, per la testa di Morata, l’altro a Granada, dopo una cavalcata simile a quella raffigurata sopra. Con l’unica differenza, oltre all’assenza del dribbling, che il passaggio conclusivo gli è riuscito. Questi sono o non sono i rimorchi che piacciono tanto a Dybala, quando Alex Sandro arriva sul fondo?
INTERCETTI – Poi c’è la fase difensiva, in cui Danilo è bravo a rompere le linee di passaggio, negli intercetti. Talvolta anche muovendosi orizzontalmente, abbandonando per un attimo il solito binario. Altrimenti eccolo sfrecciare lungo la fascia, eccolo difendere in avanti. Siamo tornati a Siviglia, nel secondo tempo.
N’Zonzi non si accorge di lui e cerca di uscire dalla pressione di due blancos con un’apertura corta sull’esterno. Ma Danilo è in agguato e allungando il piede destro effettua il break. Adesso sarà uno contro uno?
La sua velocità si può sfruttare anche con una triangolazione fulminea.
Se Morata non sentisse nei paraggi la presenza di CR7 e potesse liberamente premiare l’iniziativa del terzino brasiliano, Danilo in due passaggi sarebbe in porta. Ma la sudditanza inconscia non sempre rende perspicaci. Ronaldo verrà raddoppiato e perderà il pallone.
SOVRAPPOSIZIONE - Infine immaginando Bernardeschi nella posizione di Lucas Vazquez qui sotto, nell’atto di ricevere un lancio lungo sul petto, pensare a quante sovrapposizioni potrebbe eseguire Danilo su quella stessa fascia, vestito di bianconero. Un mancino associativo per calciare in porta o dialogare con le punte, un destro per i cross. In due, forse, saranno anche più forti del grande Dani Alves.