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Juve: Conte, Agnelli e il flagello Krasic
La Juve c'è, fino a questo momento. Presto per dare giudizi, due gare sono decisamente poche per potersi esporre. Ma sicuramente si è potuta notare una squadra solida, senza fronzoli, arcigna. Una squadra che deve pensare da grande ma restando umile. Un credo condiviso dai due massimi artefici di questo progetto, Antonio Conte e Andrea Agnelli. E quando c'è sintonia tra le parti, le cose girano.
L'altro risvolto della medaglia, quello della non sintonia, è legato a Milos Krasic. La sua smorfia dopo lo sfogo di Antonio Conte è sintomatica di quanto manchi feeling tra i due, un'incomunicabilità conclamata davanti alle telecamere. Il nodo della questione, però, è un altro: Krasic si è autoemarginato da solo, dal momento che la didattica imposta da Conte appare a lui superflua. Gli si rimprovera la totale anarchia tattica, che spesso non viene supportata dalla qualità. In Krasic di azzannare l’avversario, come direbbe Conte, non se ne vede traccia.