Juve come gli Yankees: la J è già storia
Il nuovo logo della Juve presentato al museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, stravolge, spaventa, scandalizza, rompe con il passato e la tradizione...ma in definitiva piace. Piace perché quella lettera cosi semplice e stilizzata richiama alla mente qualche antico ideogramma di chissà quale lingua orientale, piace perché è semplice e totale allo stesso tempo, piace soprattutto perché rappresenta un salto nel futuro. La Juve ha osato e lo ha fatto nell'unico modo che le compete: alla grande! Come sempre del resto.
I puristi e i romantici diranno ovviamente che col calcio una roba del genere c'entra poco e niente, e infatti proprio in questo risiede la forza assoluta di questo nuovo logo. Un logo che darà immediata riconoscibilità a quello che è già uno dei club più famosi del mondo, ma che soprattutto gli dona un'identità unica e assoluta che si distacca in maniera nettissima da tutti gli altri loghi attuali. La scelta di puntare sulla J è semplicemente geniale perché consente alla Juve di appropriarsi in modo indissolubile di questa lettera, una scelta che oggi appare azzardata ma che in realtà regalerà un'identità nuova e soprattutto una spendibilità che gli altri club di calcio oggi come oggi non si possono neanche lontanamente sognare.
Le nuove linee di abbigliamento e tutto il merchandising che ruoterà intorno ad esso non temeranno paragoni. Una linea di abbigliamento casual, con polo, felpe, pantaloni e cappellini con uno stemma simile potrebbe relegare quelle con i loghi di Real, Barcellona e Bayern al reame del pacchiano, con buona pace dei titoli europei. Perché è di questo che si sta parlando. Il nuovo logo può finalmente rappresentare quell'arma potentissima di cui ancora non disponeva la Juve, per poterle cosi permettere di portare il fatturato ai livelli dei colossi mondiali.
Quello che un tempo era una debolezza della Juventus, ovvero il fatto di aver sempre avuto uno scarso legame identitario con la città di Torino, nel calcio globalizzato del terzo millennio, sta diventando un elemento di diversità e forza assoluta. La Juventus con questa mossa punterà con disinvoltura ai quei nuovi mercati del calcio internazionale, forte soprattutto di un nome che appartiene al mondo intero e non solo a Torino. In tal senso non sono stati pochi i tifosi bianconeri che hanno storto la bocca di fronte alla scelta della società di fare la presentazione a Milano, un po' come se il Barellona avesse fatto la presentazione a Madrid, ha detto qualcuno. E invece proprio in questo risiede la diversità della Juve rispetto agli altri, ovvero nella sua globalità pervadente e onnicomprensiva, tanto da potersi permettere persino il lusso di fare una cosa del genere a Milano, che pure è la tana dei nemici, ma che allo stesso tempo è paradossalmente – e anche tanto – città di Juve e juventini. Un lusso unico, carico di simbolismo ed esclusività che non può permettersi nessun altro club al mondo.
La chiave per capire cosa significhi questo logo per il futuro della Juve c'è stata quando a un certo punto della presentazione Andrea Agnelli ha detto che il calcio è lo sport più pop del mondo. Ecco: da ora in avanti il logo della Juve sarà sicuramente pop, quello più pop in assoluto, quello che prima di tutti catturerà l'attenzione dei millennials, delle donne e degli adolescenti che si avvicinano al football non perché vanno a leggere un palmares come un topo di biblioteca, ma perché si innamoreranno di un'estetica e di un'icona. Questa J sembra già regalare le stesse suggestioni della N sovrapposta alla Y degli Yankees unita alla fascinazione esoterica di qualche arcano glifo egizio. Con un logo del genere la J non potrà che essere immediatamente ed inequivocabilmente associata a nient'altro che non sia la Juventus, proprio come sentiva e desiderava l'Avvocato. Apparentemente una cosa da poco, ma che sulla lunga distanza si potrebbe tramutare in un vantaggio di cui oggi non siamo minimamente in grado di valutare le enormi potenzialità.
@Dragomironero