Dortmund e Monaco, due storie diverse ed anche due Juve diverse. Il gruppo di Max Allegri si presenta nel Principato con due risultati su tre, anche qualcosa in più. Una situazione sensibilmente diversa da quella del Westfalenstadion, dove la Juve sarebbe stata eliminata anche in caso di sconfitta per 1-0: motivo per cui i bianconeri scesero in campo con il solo scopo di azzannare alla giugulare gli avversari, come andò poi lo sappiamo tutti. In quel caso il tecnico optò per un 4-3-1-2 che si rivelò scelta azzeccata, ma c'erano un Pogba in più ed un Pirlo in meno con Barzagli tornato in gruppo da troppo poco tempo per convincere Allegri a ridisegnare la Juve fin dal primo minuto ma in forma a sufficienza per consolidare la difesa a tre dopo lo stop dell'asso francese.

COME SI CAMBIA – Questa sera invece il discorso sarà opposto. Allegri ha preparato una Juve che potrà partire dal 3-5-2 sfruttando l'ormai completo recupero sia di Pirlo che dello stesso Barzagli, con qualche frenesia in meno rispetto alla gara di Dortmund: un gol segnato, questa sera, significherebbe con ogni probabilità qualificazione. La difesa a tre non coincide però con un concetto di squadra rinunciataria, tale assetto porterà la Juve ad avere sì una maggiore copertura ma da affiancare a maggiori alternative in caso di possesso palla e che possa consentire a Pirlo di ragionare e gestire il gioco con le spalle più coperte. Rispetto a Dortmund si inverte anche il concetto di piano-B: Pereyra in panchina è un'arma tattica dalle diverse valenze, che permetterà al tecnico di ricorrere al trequartista o al tridente in caso di necessità, ma anche di tenere alto il tasso di qualità in mediana col passare dei minuti. Partita insomma già immaginata, vista e rivista dal tecnico, come suo solito pronto a prepararla con alternative e piani di gioco diversi a seconda della situazione.

N.B.