Juve, Chiesa a destra si esalta e fa giocare bene anche Dybala. Ecco la spiegazione tattica dei gol al Milan
IL PRIMO GOL - È risaputo che, quando Dybala gioca con CR7, l’area avversaria tende a svuotarsi, così come spesso e volentieri anche la ‘posizione’ più tipica del centravanti, ovvero il riferimento centrale più avanzato della squadra. Succedeva anche con Sarri e Allegri. Serve perciò che qualcun altro si inserisca o tagli dentro al campo, così da garantire e minacciare sempre l’attacco della profondità. Chiesa, con la sua velocità e quella sua interpretazione del ruolo da attaccante, giocando a destra può compensare benissimo Dybala, molto meglio di Cuadrado. Il colombiano infatti non ha nel bagaglio i movimenti e il fiuto da seconda punta che Chiesa ha messo dentro alla Fiorentina (specialmente con Pioli e Iachini). Quando Federico riceve questo pallone da Danilo, è isolato nell’uno contro uno con Hernandez. Situazione ricercata da Pirlo. Chiesa accenna a un dribbling, ne finta un altro, sono strappetti per saggiare il proprio difensore. Nel frattempo Dybala sopraggiunge a fornire un vertice al compagno.
E qui Chiesa ha l’intuizione di giocare dentro col piede debole, facendo saltare per aria le aspettative di Hernandez. In entrambi i gol, fateci caso, l’uso del piede debole è stato determinante. Non solo. Il movimento incontro di Dybala attrae Romagnoli, che esce forte e baldanzoso sul dieci argentino per non farlo girare dal limite.
E dove un Cuadrado magari avrebbe chiesto un uno-due per andare sul fondo e metterla, o dove un Cuadrado avrebbe fatto anche lo stesso movimento di Chiesa ma giusto per fare spazio in fascia portandosi via Hernandez, Chiesa invece strappa con cattiveria e fame mostruosa attaccando lo spazio creatosi alle spalle di Romagnoli. Per andare al tiro, perché sente la porta. Si parla tanto dei dribbling di Chiesa, ma in entrambi i gol, tecnicamente, Chiesa non ha avuto bisogno di dribblare Hernandez. Decisivi sono stati i movimenti, gli spazi e le combinazioni. In questo mare magnum Theo è affogato, non nell’uno contro uno palla al piede (che pure era una costante minaccia).
Piccolo particolare dedicato a quelli che parlano di una Juve Ronaldo-dipendente. Chiesa a destra è anche più libero dall’effetto soggezione che inevitabilmente suscita un campione come CR7. Significativo l’urlaccio di Ronaldo a un certo punto del primo tempo, quando Chiesa dopo aver saltato un uomo centralmente ha concluso in porta anziché servirlo. La furia di Chiesa è bene che resti cieca talvolta, perché è così che Federico si esalta. A fine gara i tiri dell’ex giocatore della Fiorentina sono stati 4, soltanto uno quello di Ronaldo.
IL SECONDO GOL - Guardate ora le posizioni di Juve e Milan poco prima del 2-1. I rossoneri sono stati disordinati dal palleggio e dai movimenti della Juve in questa circostanza. Kessie si trova stranamente in area, probabilmente per aver seguito Ramsey, che ora funge da falso nove. Il passaggio di Frabotta per Dybala ha tagliato fuori tra uomini: Dalot, ma soprattutto Calabria e Castillejo, che cercano disperatamente di andare a chiudere la voragine in mezzo al campo dove si trova la Joya (frutto di un interscambio col gallese). Nel mentre, si preannuncia sul lato debole il duello Hernandez-Chiesa. Come isolarli al meglio?
Portate la vostra attenzione su Romagnoli. Cosa succede al centro mentre Chiesa a destra va incontro a Dybala chiedendo il pallone sui piedi? Il movimento di Ramsey è decisivo. È un movimento-assist per Chiesa. Il gallese si porta dietro Romagnoli, producendo così l’isolamento di Hernandez e Chiesa.
Il resto è una conseguenza. Non c’è più lo spazio-tempo necessario per un raddoppio efficace da parte del centrale del Milan. E nemmeno Kessie ci arriva. Theo è solo davanti a Chiesa. Alla sua sinistra uno spazio, alla sua destra un altro spazio. E Chiesa va a sinistra, dove il terzino francese non se l’aspetta. Lo batte ancora una volta senza saltarlo, stavolta spostandosela e calciando. Adesso tutti a dar la colpa a Hernandez, mi raccomando, tutti a dire che la Juve ha vinto per le individualità. O magari per i cambi...
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