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  • Juve, Chiellini 'Puntiamo al quarto posto, ma solo quest'anno'

    Juve, Chiellini 'Puntiamo al quarto posto, ma solo quest'anno'

    Giorgio Chiellini, la Juve ha il primo attacco e l'undicesima difesa: che succede?
    «Sicuramente non abbiamo ancora trovato il giusto equilibrio».

    Del Neri dice che avete preso molti gol in poche partite, ma in mezzo al girone avete tenuto.
    «In certe gare la squadra ha commesso troppi errori, se è vero che abbiamo avuto due mini cicli con tanti gol subiti. Purtroppo alla fine dell'anno si contano anche quelli».

    Pure sotto la grandinata di Napoli lei era certo: non è come la scorsa stagione. Perché?
    «Si è visto anche nelle partite successive: non erano impossibili, ma l'anno scorso era difficile vincerle. Stavolta c'è l'idea di squadra».


    Incavolato o deluso?
    «Quando va male, non ci dormo la notte. Non le rivedo in tv, ma dentro la mia testa sì».

    Quanto pesano gli infortuni?
    «Dipende dai cambi che hai. Ma tante volte ci hanno condizionato molto: avevamo trovato il nostro equilibrio e in sei giorni ci sono mancati Fabio (Quagliarella, ndr) e Vincenzo (Iaquinta, ndr). E tanti infortuni da trauma, mica imputabili alla preparazione».

    Un errore che avete fatto?
    «Un calo fisiologico, dopo due mesi che avevamo spinto al massimo».

    Come funziona l'accoppiata Bonucci-Chiellini?
    «Se penso alla squadra, dico che errori ne abbiamo fatti tanti, se guardo a me e a lui, di errori ne vedo pochi, parlando di situazioni imputabili al singolo. Stiamo facendo bene, e ci stiamo conoscendo».

    Da arruolati azzurri, quando sbagliate si preoccupa tutta Italia.
    «Credo siamo una coppia che dà sicurezze alla Juve e alla Nazionale».

    La migliore della serie A?
    «Dipende dai gusti. Una delle migliori: le prime della A hanno tutte coppie fortissime».

    Per i dribbling, a volte Del Neri vorrebbe strozzare Bonucci: lei gli dice mai qualcosa?
    (sorride). «Come no. È capitato anche nelle ultime partite, quando ha sbagliato per eccessiva sicurezza. Ma tante volte basta uno sguardo».

    L'anno scorso l'Inter prese Pandev, voi state ancora cercando: i soldi fanno ancora la differenza?
    «Basta vedere il mercato del Manchester City o del Real Madrid: con maggiori risorse, prendi i giocatori migliori e hai più probabilità di vincere. I migliori li devi comprare».

    S'aspetta un acquisto?
    «Non dipende da noi, ma se deve arrivare qualcuno, dev'essere in grado di darci una mano, e la società lo sa. Poi credo che qualche campione vero, un nome che i tifosi aspettano, è più probabile arrivi in caso di Champions League».

    La partita che le ha lasciato più rimpianti?
    «Brescia, Bologna e Verona mi sono rimaste un po' qui. Punti possibili che erano da portare a casa».

    Scudetto o quarto posto?
    «Nel periodo in cui andava tutto bene ci abbiamo creduto, e non era neanche una cosa impossibile, e si sta vedendo dal rallentamento del Milan. Ora, obiettivamente, sono successi un paio di episodi a cavallo dell'anno che è giusto puntare alla Champions League. Credo sia l'obiettivo primario della stagione».

    A Buffon dissero che via dalla Juve avrebbe vinto di più: e a lei?
    «Mai, anche perché erano due condizioni differenti. Io ero giovane e alla fine ho avuto l'opportunità di crescere con la Juve. Ma poi se fai le scelte con il cuore non hai rimpianti».

    Non ci si stanca a non vincere?
    «La speranza di quest'anno è di arrivare in Champions: con quella e con il nuovo stadio, che darà ulteriori introiti, ci aspettiamo tutti di diventare competitivi a livelli più alti di quelli attuali. Anche perché l'obiettivo non può essere arrivare quarti per sempre: una tappa uno la fa volentieri, ma alla fine devi vincere».

    Il nemico per il quarto posto?
    «Milan e Inter sono un po' fuori dai giochi, Napoli e Roma sullo stesso livello, Lazio e Palermo un gradino sotto. La cosa positiva è che con un filotto arrivi tanto su, la cosa brutta è che se perdi un attimo, con tre partite ti ritrovi sesto».

    È preoccupato?
    «No, c'è tutto un girone e ora abbiamo 15 giorni, tra campionato e quarti di Coppa Italia, che possono dirci tanto».

    Si parte domenica, contro la Samp.
    «Dare continuità sarà importante: come diceva sempre Capello, con le piccole o con le grandi sono sempre tre punti».

    Chi vince lo scudetto?
    «Se non si fa male Ibra, il Milan».

    Una cosa da migliorare?
    «La gestione di alcuni momenti, troppe volte, anche per colpa mia, non l'abbiamo fatto: siamo sempre andati a tavoletta, invece di rallentare i ritmi e perdere tempo».

    Si centra l'obiettivo segnando un gol in più o prendendone meno?
    «Prendendone meno, come sempre nella storia del calcio italiano».


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