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    Juve, che bravo Allegri: 'Basta insulti!'

    Juve, che bravo Allegri: 'Basta insulti!'

    Massimiliano Allegri scende in campo contro la violenza, anche verbale e sui social. Dopo Ancelotti, Conte e Mancini, anche l'allenatore della Juventus appoggia la campagna #LoSportcheMiPiace di ParoleOStili: un progretto sociale di sensibilizzazione di un'associazione no profit di Trieste nato nel 2017 insieme a circa 300 professionisti della comunicazione, insegnanti, imprenditori, influencer e blogger. 

    Lo stesso Allegri scrive: "Nello sport non ci sono nemici, ma solo avversari. Li rispetto perché, senza di loro, non c'è gara. Basta insulti, anche sui social!". 
    Poi aggiunge in un video: "Lo sport che mi piace non è uno scontro, ma confronto. Le idee si discutono, ma le persone si rispettano. Rispetto gli avversari e gli arbitri, anche perché altrimenti si gioca soli e non ci si diverte. Rispetto i tifosi delle altre squadre che soffrono come me con grande passione. Lo sport che mi piace non insulta chi sbaglia. Anzi, lo sport che mi piace non insulta proprio". 
    E ieri in conferenza stampa alla vigilia della trasferta di oggi a Firenze: "Ci deve essere rivalità, ma una rivalità sana. E in Italia su questo bisogna migliorare. Non vale solo per il calcio o lo sport e riguarda tutti noi, non sempre solo gli altri. Dire 'ha cominciato lui' dai 7 anni in poi non è una scusa accettabile". 

    Ecco il decalogo scritto da un collettivo di oltre 100 fra atleti, club, squadre, federazioni, aziende, giornalisti e comunicatori legati al mondo dello sport. 
    1. Virtuale è reale: dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
    2. Si è ciò che si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
    3. Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
    4. Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
    5. Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
    6. Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
    7. Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
    8. Le idee si possono discutere: le persone si devono rispettare, non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
    9. Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
    10. Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere, taccio.
     

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