Getty Images
Juve, caso Dybala: tre aspetti per ritrovare la vera Joya. La sosta come terapia: il precedente di Morata...
CONDIZIONE FISICA - "Se gli tirerò le orecchie? No, non solo a lui, ma a tutta la squadra. L'atteggiamento di Dybala non è stato sbagliato, aveva voglia di fare bene, ma capita di non stare bene fisicamente". Andrea Pirlo ha usato il bastone in modo leggero: nessun rimprovero, solo un avvertimento utile a tutti. Dietro alle difficoltà di Dybala c'è, innanzitutto, la condizione fisica. I problemi alla coscia si sono trascinati anche nelle prime partite: solamente tre presenze da titolare in mezzo alle polemiche per i 120' in panchina contro Roma e Crotone, soli 306 minuti giocati e una fiducia che ancora manca.
COLLOCAZIONE E FIDUCIA - E poi il problema ruolo. Non che Dybala abbia bisogno di trovare la sua collocazione in campo, bensì in questa Juve. Di spazio per lui, al momento, non ce n'è. A differenza dell'anno scorso, quando Sarri poteva schierare contemporaneamente la Joya, Ronaldo e Higuain, i primi principi tattici di Pirlo non sembrano poter far convivere i tre attaccanti a disposizione. C'è dunque da rincorrere, provando a imitare proprio il compagno Morata. A ottobre, durante la seconda sosta, lo spagnolo venne escluso dai convocati della Roja, restò alla Continassa a lavorare e si presentò alla ripartenza al top, firmando ben sei gol. C'è da ritrovare fiducia, c'è da ritrovare la condizione fisica, c'è da ritrovare il sorriso. Senza pensare, per qualche settimana, a un fardello chiamato rinnovo. Stride, oggi, pensare a 20 milioni di euro davanti alla crisi economica del calcio e davanti a questo Dybala, troppo brutto per essere vero. Ora, all'orizzonte, due settimane di sosta per ritrovarsi...