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JUVE CAMPIONE: il pagellone dello scudetto, a Buffon il 10 alla carriera
BUFFON 10 – Voto alla carriera, non alla stagione. Che rimane positiva nonostante qualche passaggio a vuoto. La fotografia nel match col Bologna: un errore clamoroso, poi la parata scudetto.
SZCZESNY 8 – Il futuro è lui, decisivo quando chiamato in causa nei due mesi di assenza del capitano.
ALEX SANDRO 6 – Qualche gol anche pesanti, alcune buone prestazioni. Ma nel complesso è la grande delusione di questa stagione, solo parzialmente giustificabile dalla cessione chiesta e negata la scorsa estate.
ASAMOAH 7 – Terzino sinistro di fiducia di Allegri quando la partita scotta, in campionato quasi tutti i big match lo hanno visto titolare. Saluta dopo sei scudetti di fila BARZAGLI 6.5 – Non è stata una stagione esaltante, il tempo passa e certi attaccanti li patisce. Ma rimane una colonna difficile da sostituire, non a caso da mesi si pensa al rinnovo.
BENATIA 7.5 – Per alcuni mesi forse il miglior difensore del campionato, i tanti infortuni degli anni passati hanno influito sulla tenuta mentale nei momenti decisivi: la continuità si paga anche così. Più pesanti gli scivoloni fuori dal campo.
CHIELLINI 8.5 – Anima della Juve, spesso capitano anche senza fascia. A livello individuale forse la sua miglior stagione.
DE SCIGLIO 6.5 – Tanti infortuni, ma la sua carriera è ripartita da qui. HOWEDES 6 – Più tempo in infermeria che in campo, il valore non si discute ma di fatto non c'è mai stato.
LICHTSTEINER 6 – Di stima, sette scudetti di fila li ha vinti solo lui da straniero. Nel momento del bisogno c'è sempre stato, ma la parabola è discendente.
RUGANI 6.5 – Titolare di inizio campionato, poi sparisce di nuovo e ritorna nel finale. In campo sbaglia raramente, ma se Allegri non gli dà mai fiducia un motivo deve pur esserci.
BENTANCUR 6.5 – La prima stagione è dura per tutti, lui tutto sommato si dimostra uno da Juve seppur utilizzato col contagocce KHEDIRA 7.5 – Record di gol, campionato al di sotto di quello strepitoso disputato nella scorsa stagione, nei piani di Allegri non si può mai fare a meno di lui anche quando il ritmo scende sotto il livello minimo
MARCHISIO 6 – Allegri non lo vede più, rimane professionista esemplare nonostante tutto senza mai una sola parola fuori posto.
MATUIDI 8 – La svolta della stagione arriva quando si mette lui a correre per tutti tra centrocampo e attacco.
PJANIC 8.5 – Il campionato della consacrazione, il nuovo leader della Juve è lui. Se davvero dovesse partire, sarebbe il più difficile da sostituire. STURARO 6 – L'ultimo dei gregari di questa Juve, serve anche questo.
BERNARDESCHI 7.5 – L'apprendistato alla Juve è lungo e complicato, lui lo gestisce nel migliore dei modi. Frenato dall'infortunio proprio quando aveva convinto tutti.
CUADRADO 8 – Tre mesi fuori sono tanti, ma nell'anno in cui sembrava essere chiuso si dimostra insostituibile o quasi
DOUGLAS COSTA 8.5 – Ci mette un girone intero per capire dove si trova, un girone passato ad essere più bello che utile. Poi si scatena e sullo scudetto c'è la sua firma ben impressa sopra. Anche e soprattutto da lui bisognerà ripartire. DYBALA 8 – In avvio di stagione è letteralmente devastante, poi si perde. Sono 22 i gol, ma solo uno quello segnato con le prime sei della classifica: start and stop, grande con le piccole e ancora troppo piccolo con le grandi.
HIGUAIN 8 – Si accende e si spegne. Quando si spegne è impossibile non accorgersene, quando si accende è impossibile non ammirare il suo dominio. Decisivo, sì. Ma gli scudetti la Juve in fondo li vinceva anche con Matri o Llorente centravanti. Un tale investimento avrebbe forse richiesto qualche risposta più forte.
MANDZUKIC 7 – Di tutte le stagioni in bianconero, quella in cui si rivela meno decisivo. Anche se alla fine, di lui Allegri non vorrebbe mai fare a meno.
All. ALLEGRI 9 – Piaccia o non piaccia, anche questo scudetto è suo più di chiunque altro. Sopporta le critiche, sopporta le malelingue, sopporta i casi interni ed esterni. E non si fa distrarre da niente, badando solo al sodo. Alla faccia di chi si perde in filosofie varie, Allegri vince sempre in Italia ed in Europa è l'unico a tenere testa alle grandi.