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Juve, Bonucci: 'Milan? Non ero lucido per la malattia di Matteo. Futuro a Torino con CR7, la lite con Allegri...'
SUL FRATELLO PIU' BRAVO DI LUI - "Al tempo gli addetti ai lavori dicevano che era più bravo Riccardo che Leonardo".
SUL RUOLO - "Il centrocampista deve avere i piedi buoni, mi sono portato questa dote qualche metro più indietro e ci sta aiutando. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un icona del calcio".
SU MOURINHO E LA FRASE DI HARVARD - "Io ad Harvard? Sì, a portare i libri a quelli che studiano...".
SUL MILAN - "Ogni viaggio finisce con un ritorno a casa"
SULLA NAZIONALE - "Sono un po' una chioccetta. Poi Chiellini mi aveva abbandonato... Si è creato un gruppo che si sa divertire ma che sa lavorare nei tempi giusti, un mix di giovani ed esperti. Ci si diverte in Nazionale adesso. C'è la gioia di giocare a calcio".
SUI LANCI LUNGHI - "Devo ringraziare che da piccolo mi facevano giocare da centrocampista. Non ho i piedi di Pirlo, ma sono riuscito a sfruttare questa qualità. A me piace giocare a pallone da dietro, sono il primo a far partire l'azione e ho tante responsabilità. Se fanno un contropiede? Devo correre indietro... È un rischio a volte calcolato, a volte no".
SUGLI ALLENAMENTI - "Se qualche giorno non ho voglia? No, mai. Magari qualche giorno non hai voglia di correre, ma di allenarti mai".
SU COME SI TROVA A TORINO - "Benissimo, è una città a misura d'uomo. Siamo fortunati, facciamo il lavoro che ti piace in una città bellissima. Possiamo uscire senza problemi, anche con i bambini. Forse con Cristiano è un po' più popolata, ma possiamo goderci un po' di libertà. Soprattutto la zona del centro è molto bella, ci troviamo benissimo".
SULLA MANCANZA DI VITERBO - "Sì e mi dispiace non poterci andare spesso tra lavoro e famiglia, ci vuole mezza giornata per arrivarci e questo tempo non ce l'ho. Ma sono molto legato e quando posso ci vado"
SULLA FAMIGLIA - "Non è una vita semplice quella del calciatore, la famiglia ti dà stabilità, ti aiuta nei momento di difficoltà. Devi cercare di ancorarti a quello a cui tieni e trarre la forza dai momenti difficili. Nella mia carriera ce ne sono stati tanti di momenti in cui ho avuto difficoltà".
SUL PADRE - "Anche lui è stato calciatore, quindi qualcosa da lui ho preso. Sicuramente anche a livello caratteriale ho preso qualcosa. Mio fratello? Dicevano che era più forte di me, poi io sono stato fortunato, lui un po' meno perché ha avuto diversi infortuni. Lui giocava, io andavo dietro a lui. Il pallone è sempre stato fondamentale a casa mia, da piccolo tiravo calci a ogni cosa".
SUL FIGLIO LORENZO -"Eravamo appassionati di Jovanotti. Quale canzone ci piace di più? Il pià grande spettacolo dopo il big bang"
SUL FIGLIO TIFOSO DEL TORO - "Lorenzo è del Torino, gioca anche con il Torino. Mi ha chiesto la maglia del Torino col numero di Pogba, ma questo non si poteva fare... Ci siamo visti il derby io e Matteo con la maglia della Juve e lui con quella del Torino. È andato a scuola con tanti bambini del Torino, forse anche per questo è granata".
SU BELOTTI - "Ho un buon rapporto con lui, abbiamo fatto una cena e gli ho fatto conoscere mio figlio. Quando ero al Milan, Andrea si è tolto la maglia e l'ha regalata a Lorenzo. Quando è tornato a scuola? E' riservato e timido, magari non si è vantato".
SUI SOCIAL - "Col mio passaggio Juve-Milan-Juve ne ho lette tante di cose, sicuramente fa paura quando vedi cose scritte da ragazzini di 13-14 anni, poi c'è anche gente più grande. Sicuramente ci chiediamo cosa aspetta i nostri figli quando usciranno da casa, quando andranno fuori".
SUI GIOVANI - "Ci sono giovani validi che prenderanno il posto di noi vecchietti. Mi piace sempre essere d'aiuto come altri lo sono stati con me. Ho conosciuto Buffon, Cannavaro. Poi non ho mai avuto modo di giocarci, ma ho sempre apprezzato le doti di Nesta".
SU RONALDO - "Ho avuto la fortuna e il piacere di allenarmi con Ronaldo, lui è davvero difficile da marcare e da capire. Lui è capace di fare qualunque cosa con qualunque pallone abbia a disposizione"
SULLA LITE CON ALLEGRI E IL PASSAGGIO AL MILAN "Lite con Allegri? Noi venivamo dall'esperienza di Matteo, è stato un anno intenso e ho vissuto delle cose contro di me. Non ne potevo più e sentivo che mancava qualcosa. Poi col passare del tempo ho capito che in quel momento la mia lucidità non era al 100%. L'anno al Milan mi ha fatto crescere, poi ho avuto la fortuna di potere tornare".
SULLA MALATTIA DI MATTEO - "Aveva due anni, eravamo in vacanza e lui era in pericolo di vita vero. Siamo rientrati a Torino e ci hanno detto che non si poteva aspettare".
SUL MAN UNITED - "Alla fine sono rimasto sempre a Torino..."
SU TOTTI - "È un'icona. In campo ci siamo beccati più di una volta, poi abbiamo passato una vacanza insieme e siamo andati d'amore e d'accordo".
SULL'ESULTANZA - "Non è mai stata un'offesa verso qualcuno, era una cosa che facevo con i miei amici. È esclusivamente un gioco che faccio con loro, lo faccio da quando sono arrivato alla Juventus. Tutti l'hanno presa sempre come un'offesa, ma non lo è. È un gioco e una scommessa, quando passai dal Bari alla Juventus i miei amici mi dissero che non avrei avuto il coraggio di esultare così. Poi ai bambini piace, perché dovrei cambiare?".
SULL'ADDIO ALLA JUVE - "Nell’arco di una stagione si vivono momenti intensi. Avevo vissuto anche la cosa di Matteo. A fine stagione non ne potevo più e forse anche dall’altra parte c’era la volontà di separarsi. Poi con il passare del tempo mi sono accorto che la mia lucidità non era il massimo in quel momento. L'anno di Milano è stato difficile sotto un certo punto di vista, ma bello perché mi ha fatto crescere a livello umano. Poi mi ha dato la possibilità di ritornare, ogni viaggio finisce con un ritorno a casa".
SU MOURINHO - "Sono state parole molto apprezzate, dette da uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio. Mi ha fatto molto piacere. I sacrifici che fai per arrivare a quei livelli, quando ricevi questi apprezzamenti significa che sono apprezzati".
SU ALLEGRI - "Ci sono quasi sempre delle correzioni tattiche che poi ci permettono di andare più forte, poi ci sono stati dei momenti in cui è volata la lavagna. Conte? È stato fondamentale per la mia crescita e per diventare un giocatore internazionale, mi ha dato un modo nuovo di interpretare la partita. Ho avuto la fortuna che nella Viterbese ho avuto un allenatore che mi ha cambiato di ruolo convincendomi del perché e quella è stata la mia fortuna".
SUL GIOCATORE PIU' DIFFICILE DA FERMARE - "Negli ultimi anni ho sofferto Zapata dell'Atalanta, ho sempre fatto fatica nel reggere il duello, in un paio di occasioni ha segnato. A me e Chiellini piace fare gol? È bello, è eccitante quello che succede dopo, quando vedi uno stadio che esulta con te. È emozionante, anche se il mio mestiere è quello di evitare i gol. Per noi è bello e importante sentire il calore dei tifosi, l'Allianz Stadium ci fa avere qualche punto in più alla fine della stagione, ci aiuta ad accenderci e a ripartire".
SULLE BONUCCIATE - "È quello che succede quando fai tante partite giuste e poi fai un errore che non ti perdonano. Purtroppo o per fortuna è così, anche se ti aiuta a pretendere sempre il meglio da te stesso".
SULLA VITTORIA PIU' IMPORTANTE DI TUTTO - "Nel calcio è così, la vittoria è l'unico risultato che alla Juventus è permesso. Quando entri nel mondo Juve ti rendi conto che il pareggio non è consentito".
SULA SOCIETA' - "Prima del calciatore devi essere bravo come uomo, devi saper stare al mondo e soprattutto in questo mondo. È un attimo rovinare la tua reputazione e quella della società, devono esserci delle regole e devi saper rispettarle. Andrea Agnelli? È una persona squisita, parla tanto con noi. È una persona lungimirate, ormai sono 8 anni che abbiamo lo stadio di società che in Italia sembrava impensabile".
SU MANCINI -"Con lui mi trovo bene, poi è stato l'allenatore che mi ha fatto esordire in Serie A nel lontano 2006".
SULLA SCARAMANZIA - "La mia non è scaramanzia, è abitudine a fare sempre le stesse cose prima della partita. Quando sono in camera chiamo Martina prima di uscire, poi dopo le mando un messaggio. Quanti scherzi ho fatto a Vidal? Tantissimi, è un ragazzo d'oro, ci siamo divertiti nei ritiri. Ho dovuto chiedere la porta a chiave e non è bastato. Dispiace quando va via un amico? È la vita ed è il calcio, facciamo un lavoro in cui succede. Ho rifiutato un'offerta importante dalla Cina, non l'ho presa in considerazione perché non fa parte di me, soprattutto a quest'età".
SUI CARTELLINI - "In questi ultimi anni le regole aiutano noi difensori, adesso se prendi la palla prendi il giallo e non il rosso. Con Buffon ci siamo sempre detti di non fare l'intervento disperato perché la partita è lunga".
SUL NUMERO 19 - "Ho un mental coach che ha studiato la numerologia e ha detto che il numero per me era il 37 o il 19, il 19 è anche il giorno di nascita di Martina. Poi anche le date di nascita dei miei figli sommando le cifre fanno tutte 19".
SUL SOGNO DI ALLENARE - Ho ancora qualche anno da calciatore, poi devo studiare. Ci sono ancora parecchi anni".