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    Juve-Benfica, l'analisi di Carbone: 'Ecco perché i bianconeri non hanno segnato'

    Juve-Benfica, l'analisi di Carbone: 'Ecco perché i bianconeri non hanno segnato'

    • Benny Carbone
    Benny Carbone in esclusiva per Calciomercato.com fa un’analisi tattica della semifinale di ritorno di Europa League tra Juventus e Benfica:

    DISPOSIZIONI TATTICHE - Fase di non possesso Juve: "La fase di non possesso della Juve prevede di lasciare il gioco libero ai centrali portoghesi indirizzandolo sugli esterni. Quando la palla giunge ai terzini esce in maniera decisa il quinto centrocampista (Asamoah o Lichtsteiner), il centrale esterno (Chiellini o Caceres) di riferimento copre l'esterno alto e si attua un 3 contro 2 dei due centrali rimanenti con l'altro quinto. Pirlo gioca sulla linea di passaggio del trequartista avversario, mentre le due mezz'ali vanno in marcatura sui centrocampisti avversari".
    Fase di non possesso Benfica
    : "Il Benfica, nella fase di non possesso, propone un pressing piuttosto alto portando l'attaccante centrale (Lima) e i due esterni (Markovic e Gaitan) sui tre centrali juventini, con il trequartista (Rodrigo) sulla linea di passaggio di Pirlo. I centrocampisti (Perez e Amorim) vanno in marcatura sulle mezz'ali juventine, gli esterni bassi (Siqueira e Pereira) invece attaccano i quinti e i due fortissimi centrali difensivi (Luisao e Garay) hanno il compito di tenere le punte juventine in un 3 contro 2 grazie al supporto dell'esterno basso opposto (questi si lega ai centrali a seconda del lato in cui sta avvenendo il gioco)".

    LA PARTITA - "L'approccio alla partita è sicuramente migliore da parte del Benfica che attua un buon pressing che mette in apprensione una Juventus un po' confusa e sbigottita, sofferente nei primi minuti.
    La squadra di casa però ha un grandissimo centrocampo che, con giocate di qualità, riesce a superare il primo pressing portoghese e a mantenere il possesso. I bianconeri danno l'impressione, nella fase centrale del primo tempo, di esprimere un calcio migliore attraverso la creazione di diverse opportunità: gli esterni raggiungono il fondo con grande continuità, soprattutto con la velocità di Asamoah.
    Negli ultimi 15 minuti la superiorità della Juve è evidente: gli uomini di Conte creano numerosissime occasioni: la più clamorosa arriva grazie sempre al centrocampista ghanese che serve Vidal, il cui colpo di testa viene salvato sulla linea dal difensore del Benfica Luisao.
    Il primo tempo termina sul punteggio di 0-0, risultato un po' stretto alla Juve per il numero di azioni create e soprattutto per non avere subito (fatta eccezione per i primi minut) la manovra della squadra di Jorge Jesus.
    La ripresa ha inizio come si era conclusa la prima frazione: la Juve mantiene il possesso palla e il Benfica si copre per poi ripartire velocemente. Il tecnico dei lusitani mantiene bassi gli esterni offensivi per avere una maggiore copertura e cercare di creare più densità.
    La svolta della partita arriva al 67' quando viene espulso, per somma d'ammonizioni, Enzo Perez: il Benfica passa al 4-4-1 sostituendo Rodrigo con Almeida e adotta un atteggiamento ancora più attendista; Conte opta per il 4-3-3, sostituendo Bonucci con Giovinco.
    Sebbene la squadra di casa abbia mantenuto il possesso e abbia schiacciato i portoghesi nella loro metà campo, non riesce a trovare lo spunto decisivo per passare in vantaggio. 
    La partita termina 0-0, punteggio che permette al Benfica (ottima squadra in grado di saper soffrire) di approdare in finale
    ".

    LA CHIAVE DEL MATCH - "Le numerose occasioni crate dalla Juventus si siano verificate grazie a un fluido possesso palla e a cambi di gioco rapidi.
    Il Benfica ha creato poco ma ha avuto il merito di tenere testa alla Juve giocando spregiudicata sulle ripartenze, allo stesso tempo prestando grande attenzione e concretezza in fase difensiva
    ".


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