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    Juve-Bayern: Conte rispolvera il 4-3-3

    Juve-Bayern: Conte rispolvera il 4-3-3

    Juve, grandi manovre: dal 3-5-2 al 4-3-3.
    Conte e la tentazione di cambiare modulo per battere il Bayern.
    Un giorno di riposo come premio, premessa e promessa. Antonio Conte ha concesso la libertà ai suoi giocatori nella prima domenica di primavera dopo il difficile e quindi interessante successo-test con il Pescara. Difficile per la fatica a segnare, causa bravura del portiere avversario, un grande Ivan Pelizzoli, ma anche per errori di concentrazione e imprecisione al momento dell’ultimo tiro-passaggio. Interessante perché ha istruito la squadra su quella che dovrà essere l’approccio-Champions: adelante, ma con juicio. Possesso palla, concretizzare le occasioni, non concedere nulla in retroguardia. Cioè l’esatto contrario di quello che è accaduto a Monaco di Baviera.

    Le strategie di Conte si basano su due linee di intervento. Innanzitutto gli uomini. Bollettino degli assenti. Dopo gli esami alla clinica Fornaca, l’infortunio di Sebastian Giovinco è stato derubricato, come recita il comunicato pubblicato sul sito dalla società si tratta di «una forte contusione ossea e del legamento collaterale mediale, senza lesioni». Niente Bayern, ma neppure niente di grave. Per Conte, che nutre un affetto paterno-tecnico per il piccoletto della banlieu torinese, è certamente una possibilità in meno.

    Più pesanti le assenze di Lichtsteiner e Vidal, in diffida e squalificati dopo le ammonizioni di Monaco. Sostituzioni obbligate: Padoin per il litigioso svizzero, Pogba per Vidal. Sicuramente, con il giovane francese non si avvertirà la mancanza del «guerriero».

    Come contro il Pescara, tutto ruoterà attorno al rapporto tra spleen e genio di Mirko Vucinic, capace, con un assist (a Vidal da cui è scaturito il rigore che ha sbloccato il risultato) e un gioco di gambe da ballerino (forse è per questo che dopo si è tolto i pantaloncini) di archiviare l’anticipo di sabato. Lo spleen del montenegrino è come lo spread per i nostri titoli: più scende, più stiamo tutti meglio.

    Il secondo aspetto strategico riguarda la tentazione di cambiare sistema. Sappiamo che questa ipotesi è al vaglio di Conte e dei suoi collaboratori. C’è il desiderio di un ribaltone tattico in Champions come quello (a Napoli nel 2011) che rivoluzionò la Juventus in campionato dando solidità e convinzione. La squadra, che ha terminato la partita a Monaco in questo modo, è sembrata più quadrata, meno sbandata.

    Questo schieramento, però, ha due controindicazioni. Manca il terzino destro da affiancare al trio Barzagli-Bonucci-Chiellini. Caceres non ha completamente recuperato dall’incidente d’auto dove è rimasto coinvolto nella notte tra il 16 e il 17 marzo. Le alternative sono azzardate: Padoin è il logico sostituto di Lichtsteiner nel 3-5-2, meno nell’altro sistema.

    Qualche perplessità, ma più esterna (nostra) che interna (l’allenatore lo stima) riguarda Giaccherini, candidato ad affiancare, eventualmente, Vucinic e l’altra punta (Quagliarella in vantaggio su Matri). Lasciare la via vecchia (e redditizia) è sempre un azzardo, ma Conte ha dimostrato di un non essere integralista. Semmai realista. Immaginifico, ma pur sempre realista.


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