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  • Juve attenta, il Napoli non sarà quello di San Siro. Spalletti può contare su due jolly

    Juve attenta, il Napoli non sarà quello di San Siro. Spalletti può contare su due jolly

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    È successo qualcosa di strano quando, finito il Mondiale in Qatar, ci siamo ricordati improvvisamente che al Napoli capolista mancavano ancora due scontri diretti importanti prima di chiudere il girone d’andata. L’Inter e la Juve: mica briciole. La partita di Milano, già avvenuta, non ha solo fatto cadere l’imbattibilità dei partenopei, non ha solo riaperto il campionato, ma ha mostrato anche un Napoli per la prima volta in difficoltà dal punto di vista realizzativo. Osimhen e Kvara neutralizzati, Zielinski snervato dal ct Michniewicz, Lobotka meno lucido e pimpante, insomma, un Napoli arrugginito. La squadra di Spalletti per essere forte forte come è stata fino a novembre deve essere bella, deve essere limpida, deve fluire. C’erano troppe incognite contro l’Inter: il ritorno di Kvara, quello di Rrahmani, il dubbio (legittimo) di aver perso un po’ di smalto nel palleggio. E i nerazzurri ovviamente che aspettavano al varco. Era il peggior avversario possibile per il Napoli, così come adesso lo sarà la Juve, un altro 3-5-2 (sempre che Allegri non ci sorprenda con un sistema diverso). Nel frattempo la squadra di Spalletti ha vinto la non facile partita con la Samp, rialzando subito la testa e, con opportune e mirate modifiche, ritrovando alcune geometrie esteticamente notevoli. Cosa prevarrà venerdì sera? I fantasmi di San Siro che tenterà di rievocare la Juve, o la serenità offensiva riconquistata dal Napoli a Marassi?

    DUE MODIFICHE DECISIVE A MARASSI - Nei primi minuti di Sampdoria-Napoli si è capito subito cos’è mancato agli azzurri nel big match di San Siro: tra le altre cose, certamente la qualità di Mario Rui, combinata a una mezzala sinistra ‘in forma’ come è in forma Elmas in questo momento. Partiamo dal macedone, titolare al posto dello spento Zielinski di Milano. 

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    Elmas, contro la difesa a 5 della Samp (a 5 era anche quella dell’Inter e a 5 sarà probabilmente anche quella della Juve), è stato un fattore. Schierato mezzala sinistra, ha aggiunto vivacità su quel lato, andandosi ad associare splendidamente con Kvara e soprattutto Mario Rui. Con lui, alle volte il Napoli sembra in grado di poter ‘mettere in pausa’ il georgiano, perché di fatto Elmas è un esterno alto prestato al centrocampo, e la sua interpretazione del ruolo di mezzala è dunque un ibrido interessante, capace di sorprendere gli avversari. È più offensivo di Zielinski, più esterno che trequarti. Non a caso è lui il vice Kvara. Ma ecco cosa può succedere quando il georgiano e il macedone giocano insieme… La minaccia da quella parte diventa doppia.

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    Tripla, se aggiungiamo la qualità di Mario Rui. 

    IL CONFRONTO - Rispetto a Olivera, il portoghese è meno utile in certe dinamiche difensive (per questo motivo Spalletti li alterna, in base alle caratteristiche fisiche e di gioco degli avversari), ma è sempre un valore aggiunto in costruzione e nelle soluzioni offensive nella metà campo avversaria. Prendete l’azione del gol di Osimhen. Tra poco la confronteremo con una situazione pressoché identica in Inter-Napoli.

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    Ebbene qui il temperamento offensivo del terzino fa la differenza. Non si accontenta di avanzare di qualche metro palla al piede per poi consegnarla al leader tecnico Kvaratskhelia. No. Mario Rui vede questo attacco in profondità di Osimhen e lo premia con un pallone magico.

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    Tutto quello che è mancato contro l’Inter, partita in cui Osimhen non ha brillato, anche perché è stato attivato sempre maluccio dai compagni. Guardate ad esempio questa situazione analoga. La scelta di Olivera non è sbagliata ma è un tantino piatta, priva di creatività.

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    Certe cose vanno fatte insieme, d’accordo, qui manca anche il movimento di Osimhen, ma nell’anticamera del cervello deve passarti l’intuizione, devi essere predisposto. Altrimenti il gioco rimane solo orizzontale.

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    DIFFICOLTÀ IN COSTRUZIONE? - Come con l’Inter, anche contro la Samp, e specialmente all’inizio, non sono mancate le incertezze in costruzione. Fa strano dirlo, visto che stiamo parlando della squadra che palleggia, costruisce e gioca meglio in Serie A. Ma un lungo stop è un lungo stop anche per le musiche di Spalletti. È normale, credo. Nondimeno, a titolo esemplificativo, vale la pena segnalare il trappolone in cui è caduto a un certo punto Di Lorenzo.

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    È finito in una morsa, e ha perso un pallone sanguinoso (sporcato dal quinto Augello per Gabbiadini) che poteva trasformarsi nell’uno a zero per i padroni di casa.

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    Ma ecco d’altra parte, più tardi, la giocata correttiva di Di Lorenzo che innesca l’azione del gol del vantaggio. Della serie, questo Napoli è un organismo vivente. Se lo lasci crescere e respirare, impara le cose da fare nel corso della partita.

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