Juve, arma in più:| Bonucci colpo d'ottobre
Come negli album di figurine moderni, Bonucci tra luglio e agosto ha indossato casacche (virtuali) di colori diversi. Quella più ricorrente era quella biancazzurra dello Zenit. Non a caso il primo di settembre, a trattative chiuse, ci si chiedeva: «Come farà Conte a rimotivare Bonucci dopo tutte queste voci?». Il tormentone sta trovando risposte, sempre più concrete e positive. Già, dopo essere stato fuori dai campetti tutta estate, adesso Leonardo Bonucci si augura di finire una volta per tutte fuori dal mercato. Più che un proposito è una sfida, appena cominciata. La Russia e lo Zenit sono un ricordo, Hummels e C. uno stimolo quotidiano. Titolare contro il Milan e titolare in Nazionale, contro la Serbia. In dieci giorni si è ripreso quanto aveva perduto negli ultimi tempi. Il difficile viene ora, ripetersi senza ricadere negli errori del passato. Quindi non sentirsi arrivato prima del traguardo: considerare il Chievo come il Milan, Pellissier come Ibrahimovic.
IN CRESCITA - Pazienza, silenzio e lavoro l’hanno premiato. «L’avevo visto bene in settimana e l’ho schierato titolare contro il Milan», spiegò Conte. Fiducia ampiamente ripagata. Sicuro e preciso, come nei tempi migliori, con clienti del calibro di Ibrahimovic, Cassano e Boateng. Determinato e attento più del solito. Meno licenze poetiche e più sostanza, proprio come gli chiede il tecnico da inizio ritiro. Segno che l’avvio ai margini (appena mezz’ora col Siena nelle prime 4 partite) a qualcosa era servito. Nelle esclusioni ha ritrovato quelle motivazioni che gli ultimi giorni di mercato avevano un po’ raffreddato. Era chiaro a tutti, a lui per primo, che la Juventus lo avrebbe inserito volentieri nell’operazione Bruno Alves con lo Zenit. Ma la sirena del mercato ha resettato tutto. Ed è ripartito. Senza musi lunghi e con una grande consapevolezza: «Sono alla Juventus e qui tutti devono lottare per un posto da titolare»