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    Juve, anche Neto vuole andare via

    Juve, anche Neto vuole andare via

    Dura la vita del vice-Buffon. Lo sta scoprendo, settimana dopo settimana, anche Neto. Arrivato a Torino a parametro zero quest'estate, aveva accettato l'idea del ruolo di scudiero del portiere bianconero. Un sacrificio ben pagato, circa 2.2 milioni il suo ingaggio netto, per carità. Ma allo stesso tempo difficile da digerire nonostante i patti fossero chiari fin dall'inizio di questa amicizia da far durare il più a lungo possibile. Una stagione intera da secondo portiere senza se e senza ma, per poi avviare dimostrarsi all'altezza di un'alternanza più ampia e non solo legata alla Coppa Italia dal 2016/2017 in poi.


    BUFFON INARRIVABILE - Eppure dietro ad un Buffon super anche in questa stagione, il traguardo della maglia numero uno dopo qualche mese si è allontanato anziché avvicinarsi: perché Buffon è in forma e motivato come non mai per non fermarsi al prossimo Europeo ma per vivere anche un altro Mondiale, perché Buffon anche in questa stagione si sta dimostrando il più forte, perché Buffon è Buffon. Così, nonostante i patti fossero chiari, la voglia di giocare e di riguadagnarsi anche un posto nella Nazionale del Brasile ha già convinto Neto a chiedere il trasferimento.

    REGGIO EMILIA MALEDETTA - “Che cosa poteva aspettarsi?”: questa la domanda legittima che potrebbe girare nella testa di tifosi e addetti ai lavori, forse anche nella dirigenza bianconera. “Forse, semplicemente, che Buffon a 38 anni fosse meno affamato”, potrebbe essere la risposta. Anche per quel che riguarda Neto, la partita della svolta è stata quella di Reggio Emilia con il Sassuolo. Un turno infrasettimanale sulla carta non da partitissima, che al pari del match col Frosinone avrebbe potuto garantirgli novanta minuti in campionato nell'ottica di un turnover ponderato che potesse tenere a bada il malumore di un portiere titolare e corteggiato non solo dalla Juve negli scorsi mesi. Più che un contentino, un attestato di fiducia che non è arrivato. Troppo delicato il momento in cui era arrivata quella partita, l'importanza anche fuori dal campo di uno come Buffon si è vista poi proprio nell'immediato post-gara che ha di fatto cambiato la rotta della stagione della Juve.

    SE NE PARLA A GIUGNO - Ma alla richiesta di spazio, Neto non ha potuto fare altro che ricevere come risposta che dovrà portare pazienza e continuare a lavorare a testa bassa. Perché un trasferimento a gennaio è troppo complicato da gestire e salvo clamorose novità non verrà preso in considerazione: le priorità della Juve sono ben altre ed eventuali sostituti sono sulla lista della spesa estiva, senza dimenticare che in questa stagione come mai in passato andranno valutate con estrema attenzione i cambi nella lista Champions già terribilmente corta. E per giugno le situazioni non mancheranno, con la Juve che dopo una stagione intera di studio quotidiano potrà decidere se mandarlo solo in prestito o far fruttare una nuova plusvalenza di almeno dieci milioni: in Italia c'è ancora la Roma sulle sue tracce dopo aver disperatamente provato a soffiarglielo in estate già inoltrata, all'estero le piste che portano ad Atletico Madrid e Liverpool non sono mai state abbandonate. La Juve a sua volta con sei mesi in più per affrontare la situazione saprà non farsi cogliere di sorpresa: il testa a testa con la Roma si sta riproponendo anche per Alisson quale nuovo erede in prospettiva dello stesso Buffon, anche se per il ruolo di dodicesimo potrebbe servire un profilo più maturo, con Marchetti che nonostante sia ormai prossimo al rinnovo con la Lazio potrebbe rappresentare una soluzione ideale come nuovo Storari per affidabilità ed età, mentre tra i giovani italiani c'è Sportiello sempre nel mirino (magari da girare proprio alla Lazio in prestito come contropartita).

    SETTIMANA CHIAVE Intanto per Neto sta iniziando la settimana più importante di questa prima parte di stagione. Mercoledì prossimo toccherà sicuramente a lui nel derby di Coppa Italia contro il Toro allo Juventus Stadium, in quella che rimane la sua competizione dove mettersi in mostra e sfruttare la propria opportunità. Non solo. Domenica a Torino arriva la sua Fiorentina, una partita diversa dalle altre per il portiere brasiliano, anche vivendola dalla panchina. Magari con un pizzico di rammarico, non solo di nostalgia.

    Nicola Balice
    @NicolaBalice


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