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Juve: indicatore di liquidità non rispettato, per gennaio serve prima vendere
OBBLIGATORIO VENDERE - Tradotto: il rischio concreto è che, per la Juve, a gennaio vendere per comprare non sia più una semplice esigenza economica ma un vero e proprio obbligo. Ecco perché risulta ancor più importante il lavoro che Cherubini e la dirigenza bianconera stanno facendo per perfezionare l'uscita di esuberi, anche onerosi, all'interno della rosa: liberarsi semplicemente dell'ingaggio, ad esempio, di Aaron Ramsey non sarebbe sufficiente, cruciale quindi perfezionare cessioni che consentano di monetizzare. Adrien Rabiot, Weston McKennie e, soprattutto, Dejan Kulusevski i nomi più caldi in questo senso.
RISCHIO SCONGIURABILE - Nulla però è ancora deciso, come la stessa Juventus precisa nel Documento di registrazione è possibile che l'aumento di capitale possa scongiurare il rischio di limitazioni sul mercato di gennaio: "Tuttavia l’Emittente ritiene che l’Aumento di Capitale, la cui esecuzione è prevista entro il 31 dicembre 2021, costituisca un’azione di rimedio alla carenza finanziaria rilevata al 30 settembre 2021 coerente, per tipologia e tempistica di esecuzione, con le azioni di rimedio previste dalla normativa di riferimento e funzionale a consentire il ripristino dell’indicatore di liquidità al di sopra della soglia minima prevista e la possibilità di operare nella seconda fase della Campagna Trasferimenti 2021/2022 senza le suddette limitazioni. In caso di mancato completamento dell’Aumento di Capitale nei tempi previsti, in assenza di ulteriori tempestive azioni (ivi inclusi ulteriori versamenti a patrimonio da parte dell’azionista di maggioranza EXOR), l’Emittente sarebbe invece tenuto a operare nella seconda fase della Campagna Trasferimenti 2021/2022 secondo le limitazioni previste dalla normativa applicabile, con impatti negativi sulla competitività della Prima Squadra e di conseguenza con effetti negativi rilevanti sui ricavi del Gruppo".