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Juve-Allegri, la tensione è altissima: Agnelli ha deciso di cambiare in fretta
LO SCUDETTO NON BASTA - Andrea Agnelli si fa sentire, eccome. Fabio Paratici pure. Cristiano Ronaldo nemmeno in campo nasconde la sua frustrazione per una Juve troppo accorta e rinunciataria: lo aveva fatto a Roma contro la Lazio, si era ripetuto al Wanda ed ora contro il Napoli. Insomma, scudetto dei record (e Supercoppa) a parte, la sensazione è che il ciclo Allegri sia ormai agli sgoccioli: persino le dichiarazioni del tecnico sembrano diverse rispetto a quelle delle passate stagioni. Non lo sono forse nella scelta dei termini, lo sono nel tono e nel sapore che lasciano. Con un messaggio che chiaramente sottolinea la distanza da Agnelli: l'allenatore dice e ripete che riguardo la Champions sono state create aspettative esagerate, il presidente bianconero fin da Villar Perosa (un mese dopo l'annuncio di CR7) ha sempre dichiarato che questa Juve dovesse puntare a tutto. Quindi alla Champions.
E ORA? - Da giorni, settimane, si discute del dopo Allegri. Come sempre, va detto. Dopo Madrid però il dopo Allegri è forse già iniziato. Ma la novità che rimbalza in queste ore a Torino è legata al fatto che il ribaltone potrebbe avvenire addirittura prima della fine della stagione. Cambiare subito o no? Avrebbe senso? Servirebbe davvero per rigenerare un ambiente scarico prima della sfida con l'Atletico? A che costo? E le conseguenze?
ZIDANE - Sono queste solo alcune delle domande su cui stanno ragionando i vertici bianconeri in queste ore, d'altronde Zinedine Zidane è a disposizione ed è lui l'uomo scelto da Agnelli, nonostante Paratici spinga per un Conte-bis considerando le difficoltà ad arrivare al sogno Pep Guardiola. Ragionamenti in atto da ore, forse giorni, che probabilmente proseguiranno: la pazza idea di un cambio in panchina immediato è circolata, è stata presa in considerazione, poi però dovrebbero in ogni caso incastrarsi mille pezzi in pochissimo tempo e allora forse tutto questo rimarrà solo un pettegolezzo rimbalzato nel caldissimo marzo torinese. Clamorose rivoluzioni o no, la tensione in casa Juve resta alta, altissima.