Calciomercato.com

  • AFP/Getty Images
    Juve, Allegri e il complesso di Teti: Kean non è più un bambino!

    Juve, Allegri e il complesso di Teti: Kean non è più un bambino!

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Probabilmente l’emergenza s’incaricherà di risolvere la questione Kean: Mandzukic, infatti, non è schierabile per Cagliari, altrimenti il giovanissimo centravanti bianconero ancora una volta sarebbe "stato sotto la copertura mediatica" di Allegri. Quindi non schierabile dal primo minuto e non per più di un quarto d’ora. La storia dell’ allenatore che, da bravo padre, vuole proteggere il figlio dagli eccessivi entusiasmi di chi lo circonda, è piaciuta alla stragrande maggioranza dei commentatori: Allegri fa bene a centellinare (goccia a goccia) l’utilizzo di Kean, perché le sirene mediatiche potrebbero fuorviarlo.

    A noi, invece, questo eccessivo paternalismo stona un po’. Da tempo Kean è il promettente per antonomasia. Lo conoscono tutti, in Italia e in Europa. È stato addirittura convocato in Nazionale, ha giocato una manciata di partite e ha sempre segnato. È un professionista a tutti gli effetti e non è certo il giocatore più giovane nella storia della serie A. Chi fa parte della Juventus, poi, è sotto i riflettori per definizione, ma il paradosso è che Kean "gioca troppo bene" (almeno per quei minuti in cui si è visto) ergo potrebbe sciuparsi. Cioè: potrebbe giocare peggio di come gioca ora e potrebbe non sopportare le critiche e potrebbe deprimersi e potrebbe bruciare la sua carriera ecc. Quindi, meglio non farlo giocare. Ma è giocando (e stando in panchina), è convincendo (e deludendo), è vincendo (e perdendo) che un giocatore cresce.  

    Diciannove anni non sono né tanti, né pochi e oggi è difficile ibernare un talento. Non solo per sottrarlo ai media, ma anche agli osservatori delle altre squadre, anche alla legittima intraprendenza dei procuratori, anche ai desideri del selezionatore della nazionale. C’è qualcosa di strano e di bizzarro in questo “tetismo” di Allegri, se non fosse la sua proverbiale inclinazione per l’esperienza contro la giovinezza. E, se questa fosse la vera ragione della diffidenza dell’ allenatore della Juve verso un talento che pecca di giovinezza, non sarebbe meglio addurre questioni tattico-agonistiche. Per esempio che Kean è il classico giocatore da far entrare quando la difesa avversaria è stanca. 

    Sì, il complesso di Teti…Vi ricordate Teti, la madre di Achille? Per impedire che il figlio fosse arruolato dagli Achei nella guerra contro Troia, pensò bene di travestirlo da donna e spedirlo in un gineceo. Solo che Ulisse per scoprire quale maschio si celasse tra le fanciulle, mise uno scudo e una lancia in mezzo ad altri doni femminili e Achille, non resistendo, scelse quelli. Così fu finalmente scoperto. Ora, per quanto si continui a regalare bambole a Kean, nel tentativo di tenerlo lontano dal campo, non c’è da farsi molte illusioni. I figli crescono, così il paternalismo deve rassegnarsi a sparire, ma, soprattutto, a Kean basta un pallone per rompere gli indugi e buttar via le bambole con cui Allegri vorrebbe che continuasse a giocare
     

    Altre Notizie