Juve ad Allegri, e ora Pirlo cosa farà?
Allegri è il nuovo allenatore della Juventus, l'ex tecnico del Milan è ufficialmente il successore di Antonio Conte. Contratto firmato per un biennale da 2 milioni di euro più bonus, e subito una squadra da gestire e, se necessario rivoluzionare.
CERTI AMORI... - Il leit motiv di casa Milan, la famosa Amici Mai di Antonello Venditti torna di moda anche in casa Juventus. E' proprio vero che certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, ma nel caso di Andrea Pirlo e Massimiliano Allegri il discorso si fa molto più complesso. Scaricato ai tempi del Milan, il tecnico livornese si troverà, dopo soli tre anni, ad allenare nuovamente il forte regista bresciano che raramente, negli ultimi anni ha saputo limitarsi nel commentare le scelte del suo ex-allenatore.
ADDIO DOLOROSO - Nella stagione 2010/2011 Allegri divenne il nuovo allenatore del Milan. Pirlo, reduce da un Mondiale deludente, risentì della preparazione atletica imposta dal tecnica e incappò nella peggior stagione dal punto di vista fisico della sua carriera. Tanti infortuni alla coscia e un ruolo, quello di mezz'ala di centrocampo che Allegri disegnò per lui, mai veramente digerito. Con il contratto in scadenza al termine della stagione il Milan non mantenne le promesse fatte al giocatore e gli offrì soltanto un rinnovo annuale. Un'offerta ritenuta inaccettabile dal centrocampista bresciano che salutò tutti per accasarsi alla Juventus. Allegri non si oppose mai alla sua cessione salvo poi doversi accorgere, sul campo, dell'importanza che Pirlo ha avuto nella rinascita della Juventus.
PAROLE AL VELENO - Nel corso degli anni con la maglia della Juventus Pirlo non ha mai risparmiato stoccate al veleno nei confronti del suo ex allenatore. Dopo aver firmato il rinnovo fino al 2016 e aver pubblicato la sua autobiografia 'Penso quindi gioco', Pirlo ha ribadito tutte le colpe di Allegri nel suo addio ai colori rossoneri: "Andrea, il nostro allenatore Allegri pensa che se resti non potrai più giocare davanti alla difesa. Per te avrebbe pensato a un altro ruolo: sempre a centrocampo, ma sulla sinistra". Piccolo particolare: davanti alla difesa pensavo di poter dare ancora il meglio di me. Un pesce quando il mare è profondo respira, se lo spostano sotto il pelo dell'acqua si arrangia, ma non è la stessa cosa. "Anche con te in panchina o in tribuna abbiamo vinto lo scudetto. E poi, Andrea, da quest'anno la politica della società è cambiata. A chi ha più di trent'anni, proponiamo il rinnovo di contratto solo per dodici mesi". Altro piccolo particolare: non mi è mai capitato di sentirmi vecchio, neppure in quel preciso momento. Solo a tratti ho avuto la sensazione che qualcuno volesse farmi passare per bollito, più che altro erano le premesse a lasciarmi perplesso". Ancora più dura la conferma in un'intervista con la Gazzetta dello Sport: "Quando abbiamo parlato del mio contratto, mi hanno proposto il rinnovo per un anno. Io chiedevo un triennale perchè ero più giovane degli altri giocatori in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto ‘no, grazie’ e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica. Il Milan ha deciso che non servivo più. L’ho capito subito durante quel colloquio. Nel mio ruolo Allegri preferiva altri giocatori".
CLAUSOLA NAZIONALE - Un'ulteriore stoccata nei confronti del tecnico livornese da parte di Pirlo è arrivata al termine del fallimentare Mondiale in Brasile, sull'aereo del ritorno in Italia: infatti secondo quanto ci risulta, il regista bresciano avrebbe riaperto alla possibilità di tornare a giocare in Nazionale dopo l'annunciato ritiro, almeno per le qualificazioni per il prossimo europeo in Francia, ma se e solo se il nuovo allenatore degli Azzurri non fosse stato il nemico Allegri.
NON SONO MATTO - L'ex allenatore del Milan, tirato in ballo proprio durante il Mondiale sull'argomento Pirlo, aveva allontanato le colpe e assicurato che dietro al mancato rinnovo a Milano del talento cresciuto nel Brescia ci fosse una scelta precisa di società e giocatore: "Colpa mia? No la scelta è stata presa dalla dirigenza, che voleva fare contratti solo di un anno per gli over 30. E poi anche Pirlo voleva cambiare aria, per cui... Ora basta però coi rimpianti, è un campione e lo ha dimostrato. Quando io lo schieravo da mezzala sembravo un matto, guardate invece dove lo schiera adesso Cesare Prandelli". Un'ammissione di colpe, ma anche un'orgogliosa difesa delle proprie idee tecnico-tattiche, con la fierezza tipica del tecnico di Livorno. Un rapporto teso, probabilmente irrecuperabile. Ma la Juve ha appena scelto Allegri, ora Pirlo che cosa farà?