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Juve accidiosa e sparagnina, meritava l'Udinese: lo scudetto non è già vinto!
Il primo pareggio stagionale in serie A (1-1 in rimonta) non si può addossare ad Allegri (ha schierato i titolari nel 4-2-3-1 con cinque attaccanti), ma all’accidia di molti elementi. Parlo di Pjanic, Khedira e Cuadrado, ma anche di Higuain, Madzukic e Dybala. Quest’ultimo lo si è notato solo quando ha battuto la punizione che ha fruttato il pareggio di Bonucci. Gli altri hanno sbagliato troppo o si sono nascosti dietro gli avversari.
Benissimo, invece, l’Udinese che nel primo tempo, oltre a realizzare il gol del vantaggio con Zapata, ha pressato costantemente in avanti non facendo ragionare la Juve e lasciandole pochissimi spazi a centrocampo.
Da questo punto di vista è stata una partita molto tattica (l’Udinese si contrapponeva con un 4-1-4-1) cui è mancata la velocità di base. Al contrario, sarebbero potuti funzionare gli strappi individuali. Quello che ha portato in vantaggio l’Udinese (37’) è stato sintomatico perché Zapata ha sfidato Bonucci nell’uno contro uno, vi ha resistito e l’ha superato, chiudendo la sua azione con un diagonale sinistro passato sotto le gambe di Buffon.
Nello specifico, a mio giudizio, risalta più l’errore di Bonucci (che doveva portare l’attaccante all’esterno impedendogli il tiro) che quello di Buffon.
Dicevo degli strappi. Anche la Juve li ha provati con l’unico uomo in grado di produrli sempre. Mi riferisco a Cuadrado, cercato quasi costantemente con i cambi di campo. Tuttavia, come scritto, il colombiano non ha vinto quasi nessun confronto, raddoppiato com’era da Samir (in prima battuta) e Perica (in seconda). Ha finito per essere sostituito da Pjaca che, seppur spostato a sinistra, non ha fatto meglio di lui.
In una partita condotta sotto ritmo e facendo viaggiare la palla solo in un’azione combinata e conclusa da Khedira, la Juve ha provato con i lanci di Bonucci. Ma nemmeno il centrale era ispirato e le sue iniziative sono sprofondate nel vuoto della metacampo friulana (molto alta la linea difensiva).
Sinceramente credo che in cuor suo Allegri, una volta raggiunto il pareggio, si sia accontentato del risultato. Sul quale, come al solito, aleggia la protesta di Delneri (espulso) e dei calciatori dell’Udinese. Oggetto di discussione è il fallo fischiato da Damato per un intervento di Perica su Dani Alves da cui nasce la punizione del gol di Bonucci (15’). A mio giudizio la decisione di Damato è corretta, così come l’arbitro è stato ineccepibile sul presunto rigore a beneficio della Juve, collocatosi poco prima del vantaggio friulano. Dani Alves, liberato da Higuain, ha crossato. Samir, in spaccata, è stato colpito prima sul piede e poi al braccio. Involontarietà conclamata e quindi giusto astenersi dal fischiare il rigore.
A fine gara, Allegri ha detto che, con un po’ più di calma, forse la Juve la partita avrebbe potuto vincerla. Non sono d’accordo con lui perché, se andiamo a contare le occasioni e a pesare la loro pericolosità, l’Udinese può recriminare anche per un palo di Danilo e un salvataggio di Bonucci su Zapata. Concordo, invece, sul fatto che sia necessario far meglio. Lo scudetto non è ancora vinto e chi pensa il contrario commette un grave peccato di superbia.