Juve a tutto Vlahovic: futuro, ritorno al gol e lo schiaffo al razzismo
Nicola Balice
A volte bisogna fermarsi, a volte è necessario fare qualche passo indietro per ripartire di slancio. E forse questa è una di quelle volte, almeno ripensando al cammino di Dusan Vlahovic. Che era finito in una crisi senza fine, di rendimento e di identità calcistica: più di mille minuti senza gol su azione con la maglia della Juve, tutto facile con la Serbia come dimostravano i tre gol segnati in una partita e mezza. Allora, un po' per scelta e un po' per forza, Max Allegri lo ha fermato per una settimana e tre partite dopo l'ennesima prova anonima come quella di Lisbona nella gara di ritorno con lo Sporting: solo gli scampoli di recupero contro il Napoli, nemmeno convocato per la semifinale di ritorno di Coppa Italia con l'Inter per un problemino alla caviglia, uno spezzone ridotto a Bologna. Se il fine giustifica i mezzi, decisione migliore non poteva prendere Allegri. Che tra Lecce e Atalanta ha ritrovato due vittorie e pure due gol di Vlahovic, su azione, belli almeno quanto pesanti. Quello di Bergamo poi assume anche un sapore diverso, un gol segnato all'Atalanta e uno schiaffone dritto in faccia a chi ancora non capisce che per il razzismo (qualunque sia la sua matrice) non può esserci spazio né negli stadi né in alcun altra area della nostra società: senza troppo clamore, senza sceneggiate, senza resta però impassibili o indifferenti. NON E' TARDI. Ora che il contatore che gira è di nuovo quello dei gol segnati (12 mercoledì, 13 domenica) e non quello dei minuti di digiuno, resta ancora un po' di tempo per provare a lasciare davvero il segno. C'è un secondo posto o almeno una qualificazione Champions da conquistare nelle rimanenti quattro giornate, c'è un'Europa League da vincere per imporsi anche a livello internazionale. E ci sono un bel po' di messaggi da lanciare, dentro e fuori dalla Juve. Anche perché, incomprensioni o meno, sarà la partecipazione alla Champions a fare la differenza, non è solo il campo a decidere e con una Juve fuori dall'Europa che conta proprio Vlahovic continua a rappresentare il sacrificio più atteso sull'altare della rifondazione: tornare al gol aiuterebbe tutti in tal senso, Dusan a trovare la squadra ideale se fosse davvero addio (e il Bayern fa sul serio), la Juve ad avvicinare quella valutazione di 90 milioni fissata in tempi non sospetti. Intanto il gol è tornato e Vlahovic pure, la copertina è di nuovo sua.