La tesi da allenatore di Allegri: parlava già di una Juve tutta attacco e di Dybala
Una Juve finalmente di stampo europeo, proiettata al futuro. Tutto questo sembra da più parti essere diventata la formazione di Max Allegri dopo la recente svolta al 4-2-3-1, all'insegna del pieno di talento e di talenti ma anche dell'equilibrio. Eppure per quel che riguarda il tecnico non si tratta di una primizia né di un atto di lucida follia, nonostante anni trascorsi a metà tra il rombo e il 3-5-2 salvo rare eccezioni. Si tratta piuttosto di un netto salto all'indietro nel tempo, praticamente alle origini del proprio cammino da allenatore. Senza dover scomodare i tifosi della Spal di un lontano 2004-2005, si può rileggere la tesi presentata da Allegri in quel periodo al Master di Coverciano che parla delle 'Caratteristiche dei tre centrocampisti in un centrocampo a tre'. Del triangolo a centrocampo ha quindi sempre fatto il proprio credo di base, sia che abbia il vertice basso come in un 4-3-3 più puro e visto ad esempio nei minuti finali della sfida con l'Inter o magari nel 3-5-2 dell'ultimo triennio, sia che abbia il vertice alto come appunto nella Juve che vince e convince di questo periodo semplicisticamente identificata in un 4-2-3-1. “Non è una questione di numeri”, ha giustamente sempre sottolineato Allegri in queste settimane...
DA PJANIC A DYBALA – Questo il suo calcio, o quantomeno anche questo è il suo calcio. Votato alla qualità e allo stesso tempo all'equilibrio, in attesa di trovare gli elementi giusti per applicare la più antica delle proprie teorie alla pratica del campo e dei risultati. “Quando si gioca con i due mediani davanti alla difesa e il trequartista, i mediani posti davanti alla difesa sono fondamentali per l'equilibrio della squadra. Essi non devono mai abbandonare la zona centrale del campo, pur accompagnando sempre l'azione non dovrebbero mai farsi trovare sopra la linea della palla sia in fase offensiva sia, a maggior ragione difensiva. Uno dei due deve essere maggiormente dotato delle caratteristiche proprie di un regista, in modo tale da poter fare da punto di riferimento per i quattro difensori nella fase di costruzione della'azione offensiva. L'altro invece deve sicuramente essere provvisto di una grande dinamicità, di ottima corsa e di un buon colpo di testa”: uno spartito imparato a memoria ripensando alla coppia Pjanic-Khedira di queste settimane, nonostante il ritmo del tedesco sia sempre da passista più che da sprinter. Ecco che poi emerge anche l'identikit perfetto di quello che viene chiesto a Paulo Dybala in questo momento, anche a costo di restare più distante dalla zona gol: “Il trequartista ha il compito di regista offensivo e minori compiti difensivi degli altri centrocampisti. Deve farsi sempre trovare smarcato come punto di riferimento per lo sviluppo del gioco offensivo, dando appoggio ai due centrocampisti oltre che ai quattro difensori. Deve muoversi soprattutto nella zona di campo intermedia tra i centrocampisti e i difensori avversari. Deve essere in possesso di buona tecnica e buon dribbling in modo da poter creare superiorità numerica. Deve saper verticalizzare. Deve essere dotato di un buon tiro. E infine deve avere i tempi giusti di passaggio per eventuali inserimenti di compagni”.
EQUILIBRIO E GRIMALDELLO – Cinque partite giocando così in campionato, cinque partite senza subire reti. Eppure non doveva essere una Juve più spregiudicata? No, finché la pratica coincide con la teoria: “Questo modulo ha caratteristiche più difensive rispetto al 4-3-3 con vertice basso, offrendo maggiori garanzie ed equilibrio nelle retrovie perchè i due mediani rimanendo prevalentemente bloccati davanti alla linea difensiva a quattro garantiscono sempre una buona copertura”. Più coperto ed allo stesso tempo adatto a sfondare difese chiuse come quelle che domenica dopo domenica si trovano in serie A: “In questo caso potendo utilizzare un minor numero di soluzioni offensive servendosi dei centrocampisti, spesso occorre chiamare in causa e far partecipare al gioco offensivo alternativamente uno dei due terzini. Sembra evidente che questo modulo risulterà più efficace quando si deve attaccare una squadra chiusa: dato che i due esterni si abbassano per sostenere l'inizio dell'azione offensiva, gli uomini della difesa hanno davanti a sé un doppio appoggio che può aprire maggiori opportunità di penetrare o aggirare una difesa chiusa”. Anche questo, ricorda qualcosa? Una svolta epocale si è detto, giustamente per quel ch riguarda la storia recente della Juve. Una svolta, però, che in fondo era già scritta...
@NicolaBalice