Jovetic-Juve: entra in scena Della Valle
Qualcuno aveva fatto finta che non esistesse, quasi che la sua parentesi alla Fiorentina fosse finita da tempo. Certo, ci aveva messo anche del suo per far pensare questo alla stragrande maggioranza dei tifosi della Fiorentina, pur autodefinendosi lui per primo il numero uno dei supporter gigliati. E così adesso che tutta Italia ha capito che nell'affare Jovetic è piombato 'il fattore D', ovvero Diego Della Valle, c'è chi è rimasto sorpreso. Non chi ci lavora fianco a fianco, non chi sa che un industriale, un self-made man che è partito dal quasi nulla ed è diventato un big dell'economia mondiale, magari resta per un periodo in silenzio ma rimane con l'anima del guerriero e per il potere decisionale che ha in un minuto colma un vuoto di anni. Come la presenza al 'Franchi' di Firenze per il match contro l'Inter, a tre anni quasi di distanza dall'ultima volta: le circa 40mila persone allo stadio, quella sera, non avevano occhi che per mister Tod's.
Accade così che nella questione Jovetic da venerdì scorso si sia aggiunta una certezza determinante: il giocatore si è promesso da oltre un anno alla Juventus, la Fiorentina chiede 30 milioni, l'ultima parola spetterà alla proprietà viola. Poca importa che il procuratore del talento montenegrino stia usando i giornali per comunicare i suoi desiderata (Ramadani riceverebbe infatti una commissione molto alta per il passaggio in bianconero del suo assistito più importante). Diciotto milioni più Gabbiadini o Marrone? Per Diego Della Valle non esiste, come non esiste una clausola rescissoria o un 'gentleman agreement': non sono presenti nel contratto scritture private che valgano a livello federale. E anche se il fratello Andrea ha una parola con Jo-jo, e si vuole evitare il muro contro muro, la Fiorentina ha un contratto firmato dal giocatore fino al 2018. Del resto, che sia sempre l'azionista di maggioranza a decidere, lo dice la storia: Toni voleva andare all'Inter nel 2006 ed è stato venduto un anno dopo, Mutu aveva già un accordo con la Roma nel 2008 ed è rimasto altre due stagioni, Prandelli si dice si fosse offerto alla Juve ed è stato 'girato' alla Nazionale, così come Montolivo è arrivato fino alla scadenza del contratto prima di approdare al Milan.
Come finirà, dunque, la vicenda Jovetic? Tra i due club non esiste dialogo, perché Diego Della Valle non ha stima (per usare un eufemismo) della Exor, controllante della Juventus, e perché quest'ultima non ha i soldi che la Fiorentina richiede. Il fatto che sia andato al colloquio con l'agente del giocatore proprio l'uomo di mister Tod's, Mario Cognigni, non può essere una scelta casuale. C'è chi dice che al prossimo incontro parteciperanno anche direttore tecnico e direttore sportivo, ma da parte loro (che restano pur sempre dei dipendenti della Fiorentina) la linea morbida non è affatto scontata. Nessuna preclusione alla Juventus, ma servono soldi cash. E il passare dei giorni e delle settimane potrebbe raffreddare e non poco la pista che porterebbe Jovetic a Torino. A meno che i bianconeri non decidano di fare cassa con una cessione eccellente, visto che per Conte Jovetic è la priorità, più di Higuain o di qualsiasi altro attaccante. Il 'fattore D' comunque sarà sempre l'ultimo a decidere: il giocatore se ne può fare una ragione, e l'agente, che ha in mano i cartellini di Ljajic e Seferovic, pure.