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    Joao Felix apre il dibattito al Milan: i numeri, Reijnders e quel paradosso con Leao

    Joao Felix apre il dibattito al Milan: i numeri, Reijnders e quel paradosso con Leao

    • Gabriele Stragapede
    E’ un periodo complicato per il Milan. L’eliminazione dalla Champions League – subita già durante il turno dei playoff per mano del Feyenoord – e la sconfitta contro il Milan hanno portato la formazione rossonera a vivere l’ennesimo periodo di crisi di una stagione a dir poco travagliata. Classifica alla mano, i meneghini occupano il 7° posto, a -8 dalla zona Champions e da quella 4a posizione – occupata dalla Juventus – che è diventata l’unico bagliore di luce al quale aggrapparsi per evitare di timbrare quest’annata sotto l’epiteto del fallimento. Certo che, per giungere a quel traguardo comune, si sente la necessità che tutta la squadra alzi il livello delle proprie prestazioni e torni a viaggiare su binari ben diversi da quelli percorsi nelle ultime settimane. Critica che coinvolge non solo i senatori della squadra, ma anche coloro che sono appena arrivati durante il mercato di gennaio, tra cui uno di quei fiori all’occhiello che, almeno inizialmente, era designato a rendere maggiormente efficace la manovra offensiva di Conceicao.

    PRIMA LA LUCE – Per chi ancora non avesse chiaro il riferimento, il mirino è puntato nei confronti di Joao Felix, arrivato in prestito secco a gennaio dal Chelsea. Complice anche qualche piccolo affaticamento muscolare, la sfida di Torino ha tracciato già un primo bilancio dell’esperienza del giocatore portoghese in rossonero. L’ago della bilancia si sposta negativamente sulla parentesi al Milan di Joao Felix. Ma non diamo per scontato nulla e analizziamo i fatti e i dati. Felix debutta durante la sfida di Coppa Italia contro la Roma: 31’ di qualità, di delicatezza, anche di magia. Un impatto assolutamente positivo con l’ambiente rossonero e con il popolo di San Siro, deliziato anche da uno scavetto su assist di Gimenez che ha portato la squadra di Conceicao a vincere contro i giallorossi di Ranieri per 3-1 e centrare la qualificazione alle semifinali del torneo nazionale.

    POI IL BUIO – Non male, no? Assolutamente. Ma dopo aver fatto assaggiare, a un palato sensibile come quello dei tifosi presenti a San Siro, una piccola parte del proprio repertorio tecnico, ecco che Joao Felix si è perso nel buio calato sul Milan nel recente periodo. L’antipasto in Coppa Italia è stata l’unica portata messa a disposizione della tavola rossonera, senza riuscire ad approfondire e a servire anche i piatti di maggiore sostanza. E, alla fine, è esattamente ciò che serve a questo Milan: sostanza. Invece, Joao non ha replicato quanto di buono fatto contro la Roma: qualche lampo, qualche tocco di classe c’è stato, ma nulla che abbia permesso al classe ‘99 di fare davvero la differenza nel capoluogo lombardo. Ma anche qui, meglio lasciar parlare i dati: 17, 13, 8, 16 e 18. Stando a quanto riportato dai dati a disposizione di Sofascore, i numeri appena espressi quantificano i possessi persi da parte di Joao Felix nelle sfide, in ordine, contro Empoli, Verona, Torino e Feyenoord (andata e ritorno). Il totale parla di 72 palloni persi in sole cinque presenze fra tutte le competizioni, una quantità spropositata di possibili occasioni mai nate dai piedi del giocatore che maggiormente dovrebbe fungere da creatore sulla trequarti. Per non parlare della qualità di alcune giocate: in Serie A, la percentuale di duelli vinti si ferma al 59% (in Champions è addirittura al 50%), con i dribbling portati a termine che si attestano al 54%, dato che si abbassa al 38% nell'Europa che conta.

    POCHE ATTENUANTI – E del fantasmagorico debutto al Milan, per Joao Felix si tolga semplicemente il suffisso -gorico e si otterrà quanto è stato, sino a ora, per le ambizioni di Champions e per la fame di titoli della squadra di Conceicao. Ci sono delle attenuanti, come sempre, è chiaro: dalla condizione fisica mai al 100% - arrivava da un periodo di rara attività agonistica al Chelsea – alla mancata possibilità di allenarsi a pieno regime per conoscere meglio ambiente e compagni (il Milan ha giocato ogni tre giorni, il tempo di preparazione delle sfide era necessariamente ridotto). Tuttavia, la clessidra delle scuse inizia a esaurirsi ancor prima di vedere l’ultimo granello di sabbia scendere. Questo poiché al Milan, di tempo non ce n’è. Anzi. Serve accelerare per centrare il 4° posto, prima che diventi troppo tardi. E quell’obiettivo passa anche dai piedi di Joao Felix, le cui altalenanti prestazioni sul campo rischiano di diventare sempre più un’abitudine del tutto spiacevole.

    SPIACEVOLE ABITUDINE – Da tempo, ormai, si parla di Joao Felix come di un talento cristallino, di assoluto livello, che però non è mai riuscito a esprimere quell’immenso potenziale che si era visto ai tempi del Benfica. Che sia mentalità, che sia mancanza del giusto atteggiamento e aggressività, che sia la condizione fisica, Joao Felix, alla fin fine, è sempre stato questo: un mago capace di illuminare certe partite con la sua classe, prima di sparire di scena per lungo tempo. Un’assenza di costanza preoccupante che è diventata sinonimo della sua carriera: all’Atletico Madrid parte con due gol e un assist nelle prime sei partite di Liga, prima di tornare a segnare solamente a febbraio, 4 mesi dopo. E a Londra? Al Chelsea si fa espellere alla prima partita. Torna, segna e poi mette a referto un solo gol nei successivi 11 incontri. L’unico accenno di continuità è giunto a Barcellona, seppur siano intercorsi ben 9 match fra la sua prima firma e la seconda in campionato. E al Milan sta accadendo lo stesso: un esordio brillante, prima di un lento declino nell’anonimato.

    LA FIDUCIA DI CONCEICAO – Eppure, al di là del suo rendimento, Joao Felix sembra godere di un trattamento diverso rispetto ai suoi compagni di reparto, complice anche la fiducia risposta in lui da parte di Sergio Conceicao (che con il classe ‘99 condivide l’agente, il procuratore Mendes) che non rinuncia al numero 79 dal 1’. O almeno questo è quanto raccontano i fatti che vedono Joao Felix schierato sempre titolare, sino a ora, dall’ex allenatore del Porto. Conceicao è convinto di poter rilanciare il suo talento, facendolo migliorare sotto l’aspetto fisico e della concretezza, così da diventare maggiormente efficace e determinante in campo. E così, non solo c’è la titolarità per Joao, ma anche una continua fiducia che viene mostrata da sostituzioni che arrivano solamente nel finale di ogni sfida di Serie A (in Champions è rimasto in campo sino al fischio finale in entrambe le occasioni). Cambi che appaiono tardivi per l’apporto mostrato da Felix, ma che al contempo ci portano di fronte ad almeno tre verità.

    UNA VALORIZZAZIONE SU CUI RIFLETTERE – In primis, Conceiaco riesce difficilmente a rinunciare all’ex Barcellona e Chelsea e anche in vista del recupero di Bologna, a Joao verrà data la possibilità di esprimersi dal 1’. Un dato di fatto che, però, ci mostra anche dei lati che stanno minando negativamente le prestazioni del Milan: l’arrivo di Felix e il suo piazzamento stanno limitando il raggio d’azione di Tijjani Reijnders, vero e proprio trascinatore – anche in termini realizzativi – della squadra rossonera. L’olandese sta comunque trovando il modo di incidere anche da posizione arretrata, ma dato il rendimento avuto in quest’annata appare delittuoso farne a meno come appoggio sulla trequarti. In secundis, al di là delle valutazioni tecnico-tattiche, vista che la sensazione che si profila da Milanello è quello della rinuncia ai Fab Four per l’inserimento di un centrocampista in più in mezzo al campo, la titolarità di Joao porta dunque all’assenza di Rafa Leao dal 1’ in nome dell’equilibrio tanto desiderato. Il quesito da porsi è uno: è giusto rinunciare a valorizzare un giocatore di tua proprietà per dare così risalto a un calciatore che, in fin dei conti, non è un patrimonio tecnico-economico del club? Una domanda complessa, ma che deve invitare a delle riflessioni, ancor prima di parlare di prelazioni con il Chelsea in vista dell’estate. La permanenza – è un discorso che vale per tutti – va meritata sul campo e questo Joao Felix deve ancora dimostrare, al di là della fiducia dell’ambiente, di poter essere un giocatore da Milan. Al rettangolo verde di gioco la risposta, come sempre, con la possibilità di essere smentiti o meno. Ma da Joao Felix si pretende di più.

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    Conceiciao- agente Mendes. Joao Felix - agente Mendes.

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