Jesé: "Quando ero al Psg, ad Al Khelaifi piaceva più mia moglie che io"
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L’INFORTUNIO - "Nel 2014 mi infortunai. Quel giorno ha cambiato la mia vita per sempre. È stato uno dei peggiori della mia vita. Prima di quello mi sentivo nel momento migliore della mia carriera. Sapevo che, se avessi mantenuto quel ritmo, avrei potuto competere con chiunque. Ero giovane e stavo facendo molto bene nel miglior club del mondo. Florentino mi portò dal miglior chirurgo di Germania. Ma quando ebbi l'infezione e dovettero operarmi due volte, dissi: 'È finita'".
I TRASCORSI - "Se avessi voluto sarei rimasto al Madrid, ma è arrivata l'opzione del Psg. Poiché non stavo giocando molto, ho pensato di andare a Parigi, perché sapevo che avrei avuto minuti di gioco. E poi c'era Emery come allenatore, che mi chiamò. Il Madrid fece molti acquisti e io volevo andare all'Europeo con la Nazionale, perché ero già stato vicino a giocare al Mondiale in Brasile. Inoltre mi miglioravano il contratto e mi pagavano molto di più. La prima volta che ho visto un milione sul conto ho detto: 'Cavolo, questo per fare gol?'".
PSG - "Al Psg debuttai dando l'assist per il gol della vittoria nella mia prima partita, ma poi rimasi fuori per due mesi a causa di un'appendicite e, durante l'inverno, mi dissero che dovevo andarmene. Dissi a Emery che mi sentivo ingannato. Al Khelaifi? Il presidente non voleva nemmeno vedermi. Non so se gli piacesse di più mia moglie che io. Non mi diedero nessuna spiegazione. Puoi guadagnare molto, ma mi hanno trattato davvero male. Lì mi sono reso conto che il Madrid è il migliore del mondo in tutto. Mi sentivo come se stessi trattando con un tipo che è miliardario e usa i giocatori come se fossero pedine".
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