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Jacobelli: Roma devastata dai barbari olandesi. Ma quando si dimette Alfano?
Domanda uno: ma non ha niente da dire il signor ministro degli Interni, Angelino Alfano, quello che l'8 agosto 2014 dichiarò solennemente: "Restituiremo il calcio alle famiglie, tratteremo gli ultrà come mafiosi" e via cianciando? Sono le stesse famiglie che, pur in possesso di regolare biglietto, stasera allo stadio non possono andare perché messe in fuga dai vandali? Domanda due: stavolta, qualcuno paga nella catena di comando dell'ordine pubblico o la sfanga, come l'ha sfangata sinora per il 3 maggio 2014, Napoli-Fiorentina, finale di Coppa Italia, Ciro Esposito ferito a morte e spirato dopo 53 giorni di straziante agonia?
Domanda tre: chi devono ringraziare gli agenti delle forze dell'ordine per essere stati feriti dai criminali travestiti da tifosi Feyenoord? E come la mettiamo con gli autisti dell'Atac, terrorizzati dalle orde di cialtroni con bottiglia di whisky o di birra in pugno che gli stessi autisti sono pure stati costretti a trasportare all'Olimpico? Domanda quattro: ci spiega, Alfano come sia stato possibile che gli olandesi abbiano potuto imperversare impuniti nel cuore di Roma, rompendo e sfasciando di tutto? Nessuna segnalazione preventiva? Nessuna misura precauzionale? Nessun piano di tutela dell'ordine pubblico? Nessun divieto di vendere alcolici il giorno prima delle partita?
Domanda cinque: perché 1.300 agenti sono stati schierati dopo lo sfascio e non prima?Domanda sei, sette, otto: forse è più facile biascicare dell'inutile tessera del tifoso, il più micidale sfollagente mai inventato in Italia a memoria d'uomo? Oppure è ancora più facile criminalizzare intere tifoserie della serie A, bandendole dalle curve perché questo Stato debole è incapace di stanarne i violenti? Oppure ancora è più facile vietare per tre mesi le trasferte alle famiglie di tifosi atalantini i cui corpi contundenti sono il pane e salame e il vino della Valcalepio? Coraggio, Alfano. Aspettiamo risposte. Prima delle dimissioni che, ne siamo certi, non arriveranno mai.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com