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    Jacobelli: pochi 15’ di sciopero per il Parma. Figc e Lega ballano sul Titanic

    Jacobelli: pochi 15’ di sciopero per il Parma. Figc e Lega ballano sul Titanic

    Ha ragione Alessandro Lucarelli, capitano orgoglioso del Parma alla deriva: "La Lega si riunisce soltanto il 6 marzo per noi? E' troppo tardi". Ecco perchè la squadra sta pensando di scioperare e non vuole giocare a Marassi contro il Genoa.
    Lucarelli e i suoi compagni hanno perfettamente ragione: vengono presi in giro da sette mesi; non sono pagati da sette mesi; la minaccia di fallimento è sempre meno una minaccia e sempre più una realtà che prende forma; hanno visto alternarsi tre cambi di proprietà e cinque presidenti  in meno di tre mesi; ogni giorno a Collecchio pignorano panchine dello spogliatoio, computer, furgoni, apparecchiature mediche; hanno a che fare con un signore che saltabecca fra l'Italia e la Slovenia e aveva promesso loro un pagamento entro il 16 febbraio: siamo al 27 e l'unico bonifica la stanno facendo gli ufficiali giudiziari, nel senso che se vanno avanti così, smantellano il centro sportivo e mandano all'asta pure i palloni.
    In tutto questo inferno, che cosa fanno la Lega e la Figc? Parlano, blaterano e indicono un incontro per venerdì 6 marzo, non dopo avere detto e scritto che "il sistema di controlli del calcio italiano è fra i più efficienti d'Europa"  e che "d'ora in avanti la vigilanza sarà ancora più rigorosa". Se indovinate chi abbia proferito queste frasi, vincete un viaggio premio in via Rosellini a Milano o in via Allegri a Roma. Ma solo quando c'è chi comanda, sennò non c'è gusto. Quindici minuti di ritardato inizio delle partite della serie A, per solidarietà con i giocatori del Parma e il loro allenatore galantuomo, sono pochi per spazzare via questo sistema. Figc e Lega ballano sul Titanic e l'orchestrina suona pure male.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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