Jacobelli: Mazzarri ha cambiato l'Inter. Orgoglio Juve, ma perchè Vucinic gioca sempre e Llorente non gioca mai?
Vidal risponde a Icardi in 82 secondi e Inter-Juve finisce nella parità sigillata dalle grandi parate di Buffon e Handanovic. Risultato giusto per una partita bella e avvincente che, sulla sponda nerazzurra, esalta il lavoro di Mazzarri: 3 partite, 7 punti, 2 vittorie, 1 pareggio, 6 gol segnati, 1 subito. Il tecnico toscano ha letteralmente trasformato la squadra arruffona, perdente e sconclusionata della passata stagione. E la mossa di richiamare Taider per inserire Icardi ha premiato la grinta dell'allenatore.
Basti pensare che, oggi a San Siro, nove undicesimi della formazione iniziale erano gli stessi dell'edizone 20112-2013. E, se Campagnaro e Taider si sono confermati acquisti azzeccati, che dire di Icardi, bestia nera della Juve alla quale segna sempre?
Dall'altra parte, ancora una volta l'orgoglio e la classe di una Juve che non si arrende mai hanno consentito ai bianconeri di cogliere un punto prezioso. La prodezza di un Vidal infinito ha evitato la sconfitta ai campioni d'Italia i quali, peraltro, nel finale hanno sprecati due palle-gol, con Tevez e lo scatenato cileno. Ma, adesso, Llorente diventa un caso conclamato.
La domanda del giorno è: se Vucinic gioca anche quando è malconcio, come lo era stasera, perchè lo spagnolo non gioca mai, anche se durante l'intervallo esegue gli esercizi di riscaldamento e poi, però deve guardare Quagliarella prendere il posto del montenegrino?
Prima del via, Marotta ha tassativamente escluso che esista un caso Llorente. Può essere. Però, siamo arrivati a metà settembre, l'ex Athletic Bilbao ha sostenuto tutta la preparazione con i compagni, non risulta lamenti acciacchi fisici, tali da impedirgli di essere a disposizone di Conte e va sempe in panchina. Qual è la ragione?
Gli incubi Bendtner e Anelka tornano a materializzarsi per molti tifosi bianconeri che, certamente, hanno apprezzato l'immediata reazione della squadra al gol di Icardi dopo che le due squadre, tatticamente speculari, si erano reciprocamente annullate.
Le due reti fotografano bene l'Inter e la Juve in questo avvio di campionato. Alvarez - probabilmente, nella passata stagione, in campo andava il cugino: questo è tutto un altro giocatore - recupera un pallone e manda in gol Icardi che brucia Bonucci, Barzagli e Buffon. Sull'iniziativa di Asamoah, Vidal non perdona Handanovic, approfittando di una delle poche incertezze della difesa interista che, peraltro, già suona tutta un'altra musica rispetto a quattro mesi fa.
Se Conte ha deciso di arrischiare Vucinic e anche Barzagli, nonostante le loro condizoni imperfette, ha avuto sicuramente le sue buone ragioni, tenendo conto che i campioni d'Italia sono chiamati a disputare 7 partite in 23 giorni e che diversi nazionali di Conte avevano nelle gambe le fatiche sostenute con le rispettive rappresentative.
Ma, stavolta, al tecnico è andata bene. La Juve deve rallegrarsi: il risultato di San Siro è prezioso. L'Inter deve essere soddisfata di se stessa: Mazzarri le ha rifatto i connotati. La differenza si vede.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com