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    Jacobelli: Macalli, cosa c'entra la Fiat con la Figc? Giù le mani da Agnelli e no a Tavecchio, un presidente dimezzato

    Jacobelli: Macalli, cosa c'entra la Fiat con la Figc? Giù le mani da Agnelli e no a Tavecchio, un presidente dimezzato

    Il fronte anti-dinosauri in Figc deve essere grato a Mario Macalli, 77 anni, da 17 anni capo di quella che una volta si chiamava serie C e ora Lega Pro. Se il grande alleato di Abete prima e di Tavecchio adesso, entro l'11 agosto ripete interventi come il rozzo e grossolano attacco ad Andrea Agnelli sferrato ieri, ci sono buone speranze di spazzare via  questo Sistema.

    Stamane, l'ultimo in ordine di tempo ad allinearsi con Barbara Berlusconi e Andrea Agnelli per chiedere il cambiamento è stato James Pallotta, presidente della Roma.
    "Siamo a favore dell'assoluto rinnovamento di governance, regole e uomini che fino ad oggi hanno gestito il calcio italiano portandolo ad una perdita di credibilità ed interesse sul mercato domestico e ancor di più su quello internazionale. In questo senso riteniamo che la soluzione delle problematiche debba essere affidata a personaggi autorevoli e indiscutibilmente distanti dalle logiche che fin qui non hanno prodotto soluzioni".

    Tradotto in soldoni: a gestire la rifondazione del calcio italiano non possono essere i dirigenti che del Sistema Calcio Italiano sono al vertice da anni, cioè da decenni e hanno fallito. Parole sante.

    Di tutto ha bisogno la Figc fuorché di un presidente dimezzato, quale sarebbe Tavecchio se fosse eletto con poco più del cinquanta per cento dei voti.

    Quanto alle parole di Macalli su Agnelli, ognuno è libero di pensarla come vuole purchè rispetti gli altri e le altrui opinioni, ma, anziché buttarla in caciara, il capo della serie C dovrebbe spiegarci che cosa c'entrino le sue personali valutazioni sulla Fiat con la Figc. Ci parli, invece, ci racconti, ci illustri il programma per un nuovo calcio grazie al quale issare Tavecchio sula poltrona più grossa di Via Allegri.
    Già che c'è, Macalli potrebbe anche raccontarci la storia della serie C dal 10 gennaio '97, quando fu eletto presidente (e Andrea Agnelli aveva appena compiuto 21 anni), ad oggi, che presidente continua ad esserne.
    Per usare il lessico macalliano, è vero o non è vero che la crisi (o forse una congiuntura astrale negativa o un'invasione clandestina di cavallette o un complotto alieno?) ha 'spolpato' quella che una volta era la terza serie?
    E' vero o non è vero che, su commendevole iniziativa dello stesso Macalli, è stato drasticamente ridotto il numero delle squadre, è stata abolita l'ex C2 e da questa nuova stagione si torna al campionato unico con tre gironi da 20 squadre, come accadeva prima del 1978, anno di nascita della C1?

    E, se è tutto vero, di che cosa stiamo parlando?


    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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