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    Jacobelli: dopo le indecenti parole su Marotta, via Lotito dalla Figc

    Jacobelli: dopo le indecenti parole su Marotta, via Lotito dalla Figc

    (x.j.) E' proprio vero, al peggio non c'è mai fine. Non pago di avere dato del dipendente a Marotta e a De Rossi, stasera Lotito si è superato: uscendo dalla Lega, il presidente della Lazio nonchè consigliere federale delegato ai progetti di riforma del calcio, ha affermato: "Il problema con Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l'altro mette i punti".
    Parole rivoltanti: Lotito non può più continuare a fare il consigliere federale. O si dimette o Tavecchio lo cacci. Ma subito. Vediamo se riesce a fare una cosa giusta e se ha il coraggio di farla.

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    Tre sconfitte, una vittoria, 4 gol segnati, 5 subiti, 14° posto in classifica, la peggiore partenza della Lazio in campionato negli ultimi trent'anni, migliore soltanto rispetto alla stagione '84-'85 (2 vittorie, 2 sconfitte) culminata nella retrocessione. 

    Uno si aspetta che la prima preoccupazione del presidente di un club conciato così bene, sia il suo club, conciato così bene. Tanto più che la squadra gioca in uno stadio dalla capienza ufficiale di 72.708 posti, ma, ieri sera, per il match con l'Udinese, risultava frequentato da 9.835 paganti, cui si assommano 17.084 abbonati (ammesso e non concesso ci fossero tutti), per un totale di 26.919 presenze. I posti liberi, ammesso e non concesso che gli abbonati ci fossero tutti, sono risultati essere 55.624 (il 12 maggio scorso, in occasione dell'evento "Di Padre in Figlio" che ha celebrato il quarantennale dello storico scudetto della Lazio di Maestrelli, i presenti sono stati oltre 65 mila).

    Certo, le presenze di Lazio-Udinese sono sempre meglio dell'Olimpico desertificato dell'ultima primavera, ma non sono un viatico incoraggiante per il consigliere federale Claudio Lotito chiamato ad elaborare le misure per rilanciare il calcio italiano, la prima della quali dovrebbe essere tesa a riportare il pubblico negli stadi, visto che nelle ultime sei stagioni il settore professionistico ha perso 6 milioni di spettatori (rapporto Figc aprile 214). 

    A proposito, signor Tavecchio, sempre sotto inchiesta Uefa per razzismo. Lei che, ha raccontato a Radiorai, aveva la pelle da coniglio, ma, per via delle banane, adesso ce l'ha d'elefante, ci dica un po': è normale che il presidente di un club di serie A, comproprietario di un club di Lega Pro e, si dice, irresistibilmente attratto anche dal calcio pugliese, si occupi di questa materia che, sempre si dice, potrebbe curiosamente prevedere il via libera alle multiproprietà delle società? 

    Nel frattempo, il signor Lotito continua a polemizzare con Marotta e con De Rossi. Se li chiamasse per nome e cognome sarebbe meglio, ma forse è più facile definire "frasi infelici" le ributtanti parole razziste pronunciate il 25 luglio da Tavecchio.

    All'amministratore delegato della Juve secondo il quale "Lotito è pericoloso perchè ha troppo potere", Lotito ha replicato: "Vorrei che le critiche venissero dai miei colleghi, non dai dipendenti".

    Curioso: dipendente è lo stesso termine che Lotito ha usato in agosto, con evidente intento dispregiativo, per cercare di zittire De Rossi, uno dei più forti e titolati centrocampisti del mondo, 99 presenze e 16 gol in Nazionale, campione del mondo 2006 e vicecampione d'Europa 2012 che aveva censurato le espressioni razziste di Tavecchio. Lo stesso De Rossi, dopo aver dovuto sopportare Lotito saltabeccante in Nazionale fra Bari e Oslo all'inizio del mese, si è augurato che in azzurro non si presentino ogni volta tutti e 20 i presidenti di serie A.

    Non è finita. "Io onnipresente? È una leggenda metropolitana che nasce da chi dovrebbe avere la cultura della sconfitta. È vero che dormo pochissimo e lavoro molto, questo determina la capacità di essere sempre, in gergo calcistico, su tutte le palle e se tutti i problemi. I miei colleghi lo hanno confermato riconoscendomi la fiducia e la capacità di rappresentarli. Le persone che viceversa non hanno questo appeal dal punto di vista del ruolo e delle capacità si lamentano. Nell'ambito del comitato di presidenza ho avuto deleghe precise, fra cui rapporti istituzionali in ogni sede. Forse qualcuno è abituato ad avere incarichi senza svolgerli né avanzare proposte innovative. Io non vado in Nazionale per vedermi la partita, lo farei meglio da casa. È una strumentalizzazione voluta di persone che non hanno ruoli rappresentativi perché non sono stati eletti né candidati. In questo Paese c'è gente che impiega il tempo a impedire ad altri di costruire. Il programma di rilancio del sistema calcistico che stiamo cercando di attuare è condiviso da tutte le società. Sono convinto che in poco tempo daremo una scossa importante".

    A parte il fatto che ufficialmente risultava Lotito avesse la delega per le riforme e non per i rapporti istituzionali in ogni sede. A parte il fatto che, se fosse vero, dovrebbe spiegare come mai brillasse per la sua assenza in occasione del convegno Uefa antirazzismo tenutosi a Roma, alla presenza di duecento delegati e di Platini, il quale non ha manco chiamato Tavecchio per nome, forse perchè era assente pure lui.

    A parte il fatto che ufficialmente non risulta come "il programma di rilancio del sistema calcistico che stiamo cercando di attuare è cndiviso da TUTTE le società".

    A parte il fatto che, se c'è uno che dovrebbe avere la cultura della sconfitta, in campo e fuori dal campo, questi è Lotito, alla luce anche dello strepitoso rapporto intrattenuto con i propri tifosi.

    A parte tutto questo, Lotito deve piantarla con l'arroganza di chi si crede di essere il padrone del calcio italiano, anche a colpi di comunicati ufficiali sul sito della Lazio, in uno dei quali si è addirittura permesso di 
    affermare, addì 22 luglio scorso: "Disertare lo stadio è un colpo che non viene inferto solo alla Società, ma anche ai singoli calciatori e all'onore della maglia".
    Lotito, il padrone lo faccia in casa sua, a Formello, sin che ci resta. Rispetti Marotta e De Rossi, lasci stare la Nazionale e si occupi più della Lazio che ne ha tanto bisogno.


    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com
     

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