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  • Jacobelli: Lotito chi? Se 'Astori non è Maradona', lui non è Sabatini. E si vede

    Jacobelli: Lotito chi? Se 'Astori non è Maradona', lui non è Sabatini. E si vede

    Claudo Lotito aveva detto che avrebbe parlato soltanto attraverso i comunicati, perché "verba volant, ma scripta manent". Nn ha resistito e ha rilasciato questa intervista al Fatto Quotidiano che riportiamo integralmente, come ha fatto il sito lalaziosiamonoi.it. 

    Tavecchio sarà presidente della Figc, Lotito il suo grande sponsor. Ma nelle ultime ore l'attenzione mediatica si è spostata dagli affari meramente calcistici a quelli morali. Un'uscita a vuoto del primo, ha costretto il secondo a correre ai ripari. In un'intervista rilasciata all'edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, il patron biancoceleste ha difeso a spron battuto il nuovo numero uno della Federazione dalle accuse di razzismo e torna a parlare della spinosa questione tifosi. 
    Lotito, come ha fatto?
    Con i princìpi, lo spirito di servizio. Abbiamo contemperato le esigenze dei singoli nell’interesse collettivo, senza dimenticare il valore delle istituzioni.
    Addirittura. Parla da statista.
    Portare vantaggi a una squadra a danno delle altre sarebbe miope. C’era grande sperequazione, mi sono battuto e ho vinto.
    Di più: parla da Robin Hood.
    È un fatto di equità. Il rispetto della dignità di ognuno: questo è il faro ispiratore. Bisogna ribaltare le situazioni guicciardiniane: non si può badare al “particulare”.
    Tavecchio però se ne esce con le banane, si inventa soprannomi razzisti stile “bingo bongo”. Non le pare vergognoso?
    No, no, fate confusione. Stava facendo un ragionamento sull’impiego di questi ragazzi, sul fatto che tolgono spazio ai nostri giovani. Bisogna valutare la ratio delle parole. Lui proviene dalla Lega Dilettanti che è il contrario della discriminazione: è la base del calcio italiano.
    Ma un uomo pubblico può esprimersi così?
    Il linguaggio era improprio. Parlava con enfasi, a braccio, da un’ora e mezza. Ma siete voi che esasperate il concetto mediaticamente. Nessuno si fece problemi quando ci fu il “caso Minala” (primavera camerunense della Lazio ‘accusato’ di essere molto meno giovane di quanto non riporti la carta di identità, ndr).
    Finché non portate a casa la nomina, però, non è meglio che Tavecchio taccia un po’?
    Forse, ma non va criminalizzato. Ha usato un termine colorito. Ma se ne è accorto. Si è scusato. Sbaglia anche il prete sull’altare. Oggi si crea un caso per motivi elettorali. Bisogna conoscere l’uomo.
    L’uomo ha subito 5 condanne.
    Se ragioniamo così, per ogni incarico bisognerebbe andare a fare le pulci a tutti. A noi interessano gli aspetti sostanziali.
    Le condanne non lo sono?
    Lei dimentica una cosa: il suo casellario giudiziario è pulito… e comunque io valuto le persone a prescindere dal casellario giudiziario. Lei ha un casellario giudiziario pulito? Io giudico chi ho davanti da come agisce e da quello che dice: dai programmi. Questo pseudo moralismo non serve a nulla. Non vado a scavare nella vita della gente.
    Il rinnovamento passa per un uomo di 71 anni?
    Mi duole che si ragioni sull’aspetto anagrafico. Abiuro e contrasto la parola “rottamazione”. Preferisco il “rinnovamento nella continuità”. Il nostro programma è il rinnovamento assoluto.
    Il suo programma.
    A distanza di 10 anni, io predicavo alcuni temi e ora i fatti mi danno ragione: il calcio deve voltare pagina. Io sono un cattolico cristiano praticante: seguo le parole di Nostro Signore Gesù Cristo: non si possono servire due padroni. Voglio essere un uomo vero, non un sepolcro imbiancato, che è bello fuori, ma dentro è pieno di putritudine.
    Lei porta a casa vittorie politiche e sconfitte sul mercato.
    La Roma ricordi la Coppa Italia. Io non ho mai detto che avrei comprato Astori.
    Ora non faccia come la volpe con l’uva…
    Ho sei obiettivi per quel ruolo. Uno si dà delle priorità: Astori non era priorità. Tare purtroppo non parla benissimo l’italiano, non è vero che si vuole dimettere, come hanno scritto.
    I suoi tifosi però non la sopportano.
    Abbiamo fatto un gran mercato. Ma si crea artatamente un clima negativo attorno a Lotito. Nemo propheta in patria. A Roma c’è il problema delle radio, nel resto d’Italia i tifosi laziali mi adorano.
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    (x.j.) Se in ballo non ci fossero la Lazio e i suoi straordinari tifosi, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Campione del mondo nello scavalcamento di se stesso a destra e a sinistra, Lotito non cessa di entusiasmarci con le sue amenità. Sono quanto mai illuminanti le dichiarazioni del novello Robin Hood (che nella foresta di Sherwood si sta rivoltando nella tomba), grande elettore di Tavecchio dal quale non prende le distanze, ma, anzi, lo difende pure, anzichè andare a sotterrarsi con lui, dopo le indecenti battute di stampo razzista pronunciate dall'aspirante candidato presidente Figc.

    L'intervista  al Fatto quotidiano viene dopo le parole pronunciate in Lega non appena la Roma aveva soffiato Astori alla Lazio: "Non ho mai detto che avremmo preso Astori. Stiamo lavorando sul mercato per la difesa, ci sono due colpi in canna, ma non ho mai fatto nomi. Basta vedere quali sono i giornali che hanno messo in campo l'azione mediatica dell'auspicato, ma non riuscito, smacco ai miei danni: vorrà dire qualcosa... Ai tifosi continuo a dire che rafforzeremo la squadra, ma io ormai parlo solo per comunicati: scripta manent. Anche le voci sull'addio di Tare sono fasulle, con tutto il rispetto è Astori, mica Maradona... Balzaretti docet. Alla Roma lo scudetto d'estate? Solo proclami, non mi sembra che abbiano vinto nulla. La Roma ha ancora il concetto del calcio come le bocce, ma qui non conta chi ci va più vicino".  

    Punto 1) "Astori non è Maradona". Certo, così come Lotito non è Sabatini e la differenza, purtroppo per i tifosi della Lazio, si vede a occhio nudo.
    Punto 2) Se avesse un minimo di eleganza, oltre a lasciare stare i paragoni con la Roma (en passant, è vero che sinora la Lazio ha venduto solo un migliaio di abbonamenti, compresi quelliriservati ai bambini?), Lotito non citerebbe un ottimo giocatore qual è Balzaretti, 32 anni, 16 presenze in nazionale. Da quasi un anno, Balzaretti ha problemi di salute, è bersagliato dalla sfortuna, si è dovuto operare il 24 gennaio scorso a Boston , causa pubalgia e teme di tornare sotto i ferri.
    Punto 3) "Non ho mai detto di voler comprare Astori e Tare non parla bene l'italiano". Infatti, Tare si esprime ancora in albanese stretto nonostante sia sbarcato in Italia nel 2001, abbia giocato nel Brescia, nel Bologna e nella Lazio (54 presenze, 4 gol), parli così male l'italiano che il 20 aprile 2009, a Coverciano, si è diplomato direttore sportivo con il massimo dei voti e, ormai da sei anni, lo stesso Tare è l'alter ego di Lotito per qualunque operazione di mercato. Delle due l'una:  o Lotito ha imparato l'albanese o Lotito è dotato di traduttore simultaneo.
    Punto 4) "Ho sei obiettivi per quel ruolo. Astori non era una priorità". Certo. La Lazio l'ha trattato con il Cagliari per oltre un mese e quando Sabatini gliel'ha soffiato sotto il  naso, sotto la spinta dei tifosi biancocelesti, presenti e furibondi ad Auronzo di Cadore, Tare si è presentato alle due di notte nel ritiro cagliaritano di Sappada per parlare delle previsioni del tempo in Alto Adige con il collega sardo Marroccu e dissertare se sia più buono lo strudel o la Sachertorte.
    Punto 5) "Abbiamo fatto un gran mercato". Djordjevic, Parolo e Basta (absit iniuria verbis). Florentino Perez, il Barcellona, l'Arsenal, il Paris St.Germain, i due Manchester, la Juve, la Roma, il Napoli e la Fiorentina se la stanno facendo sotto.
    Punto 6)  "Tavecchio? Il linguaggio era improprio. Parlava con enfasi, a braccio, da un’ora e mezzo. Ma siete voi che esasperate il concetto mediaticamente". Come no? 
    Tavecchio dixit: "Noi in Italia diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così...".
    Anzichè arrabbiarsi con Tavecchio, censurarlo, condannarlo, invitarlo a ritirarsi per le sue corbellerie e per avere anche tirato in ballo la Lazio, Lotito lo difende. 
    Punto 7) "
    Il calcio deve voltare pagina. Io sono un cattolico cristiano praticante: seguo le parole di Nostro Signore Gesù Cristo: non si possono servire due padroni". 
    I veri padroni della Lazio sono i suoi tifosi. Quando Lotito lo capirà, sarà sempre troppo tardi. Contro di loro non vincerà mai.


     

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