Jacobelli: ecco perchè Moratti si è dimesso (Mazzarri è l'ultima goccia)
Le parole di Walter Mazzarri sono state soltanto l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'ira di Moratti contro Thohir. E' vero che l'ex proprietario dell'Inter ci sia rimasto molto male quando l'allenatore che lui stesso aveva ingaggiato ha risposto in maniera brusca alle critiche post-Napoli dello stesso Moratti. Ma le ragioni delle clamorose dimissioni da presidente onorario accompagnate da quelle del figlio Angelomario, dal ruolo di vicepresidente, e di Ghelfi, l'uomo dei conti, sono ben altre.
Moratti ne ha le tasche piene di ascoltare Thohir e i suoi uomini definire disastrorsa la gestione della società che il magnate indonesiano ha ufficialmente rilevato nel novembre scorso. Perchè se è vero che Thohir si sia accollato 159 milioni di euro di debiti, è altrettanto vero che il petroliere non ha incassato un euro dalla cessione del club. E se è vero che, come ha certificato l'ultima assemblea dei soci, il passivo si aggira intorno ai 109 milioni di euro è anche vero che il nuovo padrone dell'Inter sapesse benissimo a qual situazione sarebbe andato incontro.
Moratti non ci ha visto più dopo che sia il suo successore e sia il nuovo amministratore delegato hanno pubblicamente affermato di avere trovato una situazione pesantemente deficitaria intraprendendo l'opera di risanamento. Quando ha sentito dire in assemblea che d'ora in avanti l'Inter non sarà più un giocattolo da gestire spensieratamente, ma un club che sistemerà i suoi conti, Moratti ha deciso di separare la propria strada da quella di Thohir con un gesto clamoroso sfociato nelle dimissioni odierne. Il fatto stesso che se ne siano andati anche il figlio Angelomario, anello di congiunzione tra la vecchia e la nuova società, e soprattutto Ghelfi, l'uomo cassaforte dell'ex presidente, rende ancora più grave la frattura.
Ora possono succedere due cose: o Moratti, forte del 33% di azioni che ancora possiede, agli occhi dei tifosi interisti si pone come l'anti-Thohir oppure esce di scena definitivamente. Conoscendo il carattere e la passione dell'uomo che nel 2010 ha portato l'Inter allo storico Triplete, opteremmo per la prima ipotesi. E in questo caso per l'Indonesiano sarebbero dolori, considerato il fortissimo richiamo che ancora oggi Moratti esercita su milioni di tifosi interisti. Quanto a Mazzarri, il giorno in cui riuscirà a dare un gioco all'Inter e non peccare di ingratitudine nei confronti di chi l'ha portato in nerazzurro, sarà sempre un bel giorno.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com