Jacobelli: caro Moratti, non lasci l'Inter. Thohir e i tifosi contano su di lei
I segnali che arrivano dall'entourage morattiano parlano non di un disamoramento verso l'Inter, ma di un progressivo distacco dalle vicende nerazzurre, determinato dalla rivouzione di Thohir che procede come un rullo compressore. E non solo per il ricambio quasi totale di uomini e incarichi (dai giocatori ai dirigenti all'équipe medica sono trenta i movimenti operati dal nuovo presidente). Ma anche, dicono all'Inter, perché Moratti si aspettava di essere coinvolto nelle scelte del successore. Cosa non accaduta e della quale, peraltro, l'ultimo a stupirsi dovrebbe essere proprio l'imprenditore che ha legato indissolubilmente il suo nome e quello della sua famiglia alla storia nerazzurra. Le regole del takeover, termine inglese che, con la charezza anglosassone, indica la presa del potere, sono ferree. Chi comanda, decide.Ciò non toglie che
Ciò non significa che Thohir e i tifosi non contnuino a considerare Moratti un punto di riferimento: per ciò che è stato e per ciò che può e deve continuare a essere, al di là della carica di presidente onorario, il minimo dovuto ad un personaggio di questo calibro. Ecco perché, caro Moratti, non deve lasciare l'Inter. Il suo carisma, la sua storia, il suo amore per la squadra e per la sua gente la reclamano.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com