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    Jacobelli: caro Buffon, infischiatene degli invidiosi del Mito e fai come Zoff

    Jacobelli: caro Buffon, infischiatene degli invidiosi del Mito e fai come Zoff

    Caro Gianluigi Buffon,

    posso permettermi di darti del tu per via della comune e brillante esperienza televisiva condivisa su La7 ai tempi de "Le partite non finiscono mai", con il mitologico Darwin Pastorin e Adriano Panatta a parlare di calcio e di sport come piace a noi. Quell'occasione ci permise di instaurare un rapporto di stima reciproca, oltre ad accescere l'ammirazione personale per un'icona del calcio mondiale che onora l'Italia ed è fiero di essere italiano.

    Dop avere parato i tre rigori all'Uruguay, hai preso cappello perchè non ti erano andate giù alcune critiche post Spagna. La tua colpa? Non parare un penalty a partita. Magari due, già che ci sei.

    "Non riesco a sorridere - hai sbottato a Salvador de Bahia - Non capisco che cosa si voglia da me, ho sentito discorsi piccoli. Questi discorsi mi umiliano. Sono l'unico portiere d avere parato i rigori finali sia in un Europeo sia in un Mondiale. C'è scarsa memoria e poco rispetto". Hai perfettamente ragione e hai fatto bene a mettere i puntini sulle i. E l'hai fatto  dopo essere stato l'eroe della finale per il terzo posto, non prima, abituato come sei a parlare con i fatti. Tu che, a 35 anni, sei arrivato a 133 presenze in nazionale, a sole tre lunghezze da Fabio Cannavaro, le chiacchiere stanno a zero.

    Caro Gianluigi, il fatto è che, in giro, ci sono troppi invidiosi del tuo mito e non vedono l'ora di farlo a pezzi, in preda alla furia iconoclasta tipica della frustrazione dei quaquaraquà.

    A chi non ricorda o fa finta di non ricordare, giova si rammenti il tuo curriculum, semplicemente impressionante. Ne hai la riprova quando clicchi su wikipedia: "Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni delcentenario della federazione. Campione del mondo con la Nazionale nel 2006 e vice-campione d'Europa nel 2012, nel 2006 è stato premiato dalla FIFA come miglior portiere del campionato mondiale e si è classificato secondo nella classifica del Pallone d'oro, dopo il connazionale Fabio Cannavaro. La UEFA lo ha premiato con il titolo di miglior portiere e, unico caso tra i giocatori del suo ruolo, miglior giocatore dell'edizione 2002-2003 della Champions League. Nel 2007, per la quarta volta dopo il 2003,  2004 e 2006, è stato considerato il miglior estremo difensore in attività dall'IFFHS, organismo che si occupa delle statistiche riguardanti la storia del calcio, che gli ha assegnato nuovamente il premio di "Portiere dell'anno". Inoltre è il portiere che ha realizzato il miglior ranking secondo l'IFFHS. Quest'ultimo lo ha anche premiato come il miglior portiere del decennio 2000-2010, del quarto di secolo 1987-2011 e del XXI secolo. È soprannominato Superman, appellativo che risale ai tempi del Parma, quando indossò la maglietta azzurra con la S del supereroe dopo un rigore parato a Ronaldo in un Parma-Inter. Con 133 presenze è secondo nella classifica di presenze nella Nazionale di calcio italiana. È considerato uno dei migliori portieri di tutti i tempi, inserito nella squadra ideale del decennio dal Sun nel 2009.

    Il resto lo trovate qui (http://it.wikipedia.org/wiki/Gianluigi_Buffon) , perchè sennò facciamo notte.

    Nei 103 anni di storia della maglia azzurra, nessun portiere aveva parato tre rigori di una serie finale e, su 5 partecipazioni ai rigori finali con l'Italia (3 vittorie e 2 sconfitte), Buffon vanta una percentuale del 20% di rigori parati.

    Potremmo andare avanti a iosa. Ricordando per esempio, che, nell'estate 2006, quella che lo vide campione del mondo, accettò di scendere in B con la Juve mentre altri se ne andavano e nessuno più di Buffon ha meritato di raccogliere la fascia di capitano che è stata di Alessandro Del Piero.

    Caro Gianluigi, anche Dino Zoff, il tuo mito assieme a 'Nkono, ha vissuto un'esperienza simile alla tua.

    Accadde nel '78, dopo il mondiale in Argentina. Dicevano che, a 36 anni, ci vedesse poco e male sui tiri da lontano; che fosse troppo vecchio per difendere i pali della Juve e della Nazionale e bla bla bla. Invece, Dino tenne duro, non mollò mai. Ritorno ad essere il migliore e, nell'82, a 40 anni, divenne l'unico giocatore italiano ad avere vinto con la maglia azzurra sia l'Europeo sia il Mondiale.

    Un anno fa, l'Europeo l'hai sfiorato. Ma, nel 2014, puoi ridiventare campione del mondo. Magari parando un rigore in finale. O di nuovo tre. Fai tu. Ci fidiamo.

    Xavier Jacobelli

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