Jacobelli: basta con Lotito. E poi dicono che il problema del calcio sono gli ultrà
Chiedete alla Lega il verbale dell'adunata di ieri e ve ne renderete conto. Rileggete le dichiarazioni rilasciate in queste ore: si va dalle prese di posizioni anodine di politici e quaquaraquà che scivolano come acqua sui vetri ("parole da censurare", "il calcio deve cambiare", "frasi inaudite" e altre squisitezze lessicali) al tentativo smaccato di annacquare, minimizzare, ridimensionare. Per non dire dell'impressionante arrampicata sugli specchi di Beretta ("Beretta conta zero": Lotito dixit). Roba che uno avrebbe dovuto dire: Lotito chi? Prima di dimettersi, naturalmente.
Già, dimettersi. Lo sport meno praticato nel Paese dove tutto è lecito, tutto passa, tutto viene ingoiato, metabolizzato, dimenticato. E' questa assuefazione al peggio che inquieta. E' l'abitudine a far finta di nulla, come se fossimo tutti scemi, come se fossimo tutti ciechi e sordi.
In un Paese normale, Lotito sarebbe già stato cacciato ieri dalla Federazione e la Procura Federale l'avrebbe deferito seduta stante. Questo è un Paese meraviglioso, ma non è normale. E poi dicono che il problema del calcio siano gli ultrà, siano i tifosi che, per andare allo stadio, vengono vessati, spennati, tornellati. Questo non è un sistema da cambiare. Questo è un sistema da cancellare.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com