Jacobelli: Ambrosini come Pirlo, Milan ingrato, Berlusconi si è svegliato tardi
Dopo diciotto anni di trionfi e di autentico attaccamento alla maglia, Massimo Ambrosini è stato congedato dal Milan con il collaudato copione già andato in cena due anni fa quansdo ad essere messo in condizione di andarsene fu Andrea Pirlo. Con la Juve che non finisce ancora di ringraziare Via Turati.
In questi giorni, c'è qualcosa di inopinatamente masochistico in alcuni atteggiamenti dei vertici rossoneri. Mettono sul mercato El Shaarawy, mettono alla porta l'ultimo grande capitano.
Poi, raccontano le veline di regime, Berlusconi ascolta il congedo tanto dignitoso quanto amaro del giocatore ("Mi sarei aspettsto un po' di attenzione in più")e si pente. Gli telefona per proporgli "affettuosamente" un altro anno di contratto.
Ma sant'Iddio, l'ex premier non poteva pensarci prima? Magari due settimane fa, quando invitò a cena Allegri e Galliani ad Arcore? Raccontano che tutti e tre fossero d'accordo nel prendere la decisone di separarsi da Ambrosini. Il quale, giustamente, oggi fa sapere che non torna indietro. La Fiorentina e il West Ham l'aspettano. Soprattutto la prima, anche se Montella non può garantire ad Ambrosini un posto da titolare fisso. Ma un centrocampista di uesto calibro e di questo valore, dall'acclarata esperienza intrnzionale, tornerà molto utile ai viola. Senza contare la sua mania di rivalsa nei confronti di chi l'ha scaricato.
Pirlo, Ambrosini, senza dimenticare Maldini che, se fosse stato al Real o al Barcellona, ora sarebbe già almeno vicepresidente. Quanto a onore alle Bandiere, l'ultimo MiIan di Berlusconi non è manco un lontano parente del primo.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com