Calciomercato.com

  • Il Bologna non sa vincere, ma la colpa non è solo di Italiano: l'operato di Sartori per una volta è stato zoppicante

    Il Bologna non sa vincere, ma la colpa non è solo di Italiano: l'operato di Sartori per una volta è stato zoppicante

    • Alessandro Mossini
    Una partita vinta su undici gare ufficiali. Il piatto del Bologna piange e piange anche quello di Vincenzo Italiano, tecnico chiamato a cogliere la scomoda eredità di Thiago Motta. Ma è tutta colpa dell’ex tecnico della Fiorentina il grigio avvio di stagione rossoblù? Spoiler: no. Italiano in questo momento ha perso alcune chance in campionato, probabilmente non ha ancora trovato la quadra del suo Bologna - che spesso cala dopo un’ora di gioco - ma in Champions è stato mandato in battaglia con un fucile a tappi. E il deficit di qualità di un gruppo uscito notevolmente indebolito dal mercato si paga, specie ad alto livello.
     
    GLI ERRORI DEL CLUB - Fin qui la Champions del Bologna è stata poco più di una gita enogastronomica, con la sensazione degli imbucati a una festa. Di fatto, giocano parecchie delle riserve della passata stagione, un’occasione persa con lo Shakhtar (ma pure un rigore sbagliato in avvio dagli ucraini), sconfitta con applausi a Liverpool, k.o. con molti meno applausi contro l’Aston Villa. Che resta più forte e non di poco, ma una volta subito l’1-0 il Bologna si è squagliato e non ha reagito dopo un primo tempo ordinato e poco più, con due buone chance fallite da Dallinga. E’ il frutto di ciò che il club ha voluto fare in estate: decidere di non investire nell’anno della Champions, accontentarsi, forse anche riposizionarsi vivendo la qualificazione alla massima competizione europea come una cometa. C’è, è bella, è lì, ma non ripasserà per i prossimi 60 anni. E va bene non farsi prendere la mano dalle coppe e non fare il passo più lungo della gamba, ma neanche chiudere il mercato in attivo nell’anno in cui proprio la Champions fa impennare il fatturato della società verso record storici. E alla strategia di rientro impostata da proprietà e dirigenza, si abbina un mercato finora sballato: l’operato estivo di Sartori, per una volta, è stato zoppicante. Anzi, per ora, un vero e proprio flop.
     
    GLI ERRORI SUL CAMPO - Al netto della sfortuna occorsa a Cambiaghi, l’unico vero sorriso di questo inizio di stagione rossoblù è la crescita di Castro, arrivato a gennaio, da sommare all’affidabilità generale di Beukema-Lucumi (ma quando ne manca uno è un disastro) e dello stacanovista Freuler, oltre a qualche sprazzo di Ndoye. Per il resto Italiano è alle prese con rebus di soluzione complessa: a sinistra Miranda per ora ha deluso e sta giocando spesso Lykogiannis (terzo terzino sinistro lo scorso anno), a destra c’è quasi sempre Posch perché Holm finora non ha convinto, in mezzo con l’assenza di Aebischer - e quella perdurante di Ferguson - non stanno arrivando grandi risposte e Orsolini continua ad essere molto alterno. Per non parlare di Dallinga, che al momento pare impossibile possa aver chiuso in doppia cifra le ultime due Ligue 1. Tutti problemi e carenze qualitative a cui Italiano deve fare fronte in un momento in cui la stagione non aspetta più: si gioca ogni tre giorni, il Bologna è in ritardo su tutte le tabelle di marcia e ha buttato nel bidone dell’umido un calendario che - almeno in Italia - gli ha fornito un avvio morbido, con solo Napoli (pre acquisti di Lukaku e Mc Tominay) e Atalanta come big in otto turni. In campionato, l'ultima recita è stato un doppio vantaggio sprecato contro un Genoa più che dimezzato dalle assenze e in sfiducia.

    SERVONO PUNTI - Per questo, almeno in Italia, la litania di Italiano sul “ci è girata male” deve finire, perché può anche essere successo in qualche occasione (nemmeno troppe, a dirla tutta) ma la cultura dell’alibi non fa bene a un gruppo che negli ultimi due anni con Motta aveva cancellato quel termine dal suo vocabolario. Il Bologna ora deve cominciare a macinare punti, non tanto per la panchina di Italiano - è ancora salda, a patto di invertire la rotta nelle prossime gare - quanto per evitare di entrare in un gorgo decisamente pericoloso e in una spirale di sfiducia e sconfitte, o quantomeno mancate vittorie.
     

    Altre Notizie