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Italiamania: da Donnarumma a Zaniolo, la 'generazione di fenomeni'
E' vero che nel 2012 e nel 2016 le nazionali guidate da Cesare Prandelli e Antonio Conte hanno disputato due ottimi Europei, centrando una finale e un'eliminazione nei quarti ai calci di rigore contro la miglior Germania degli ultimi 30 anni, ma si è trattato di due episodi isolati più che di una vera e propria programmazione: nel primo caso è stata decisiva l'esplosione dei singoli, con il talento di Mario Balotelli capace di esplodere in maniera fulgida (e purtroppo anche definitiva) e di guidare gli Azzurri fino all'epilogo di Kiev, mentre nel secondo la perizia e l'organizzazione del miglior allenatore italiano del momento hanno spinto l'Italia intera ad arrivare ad un passo dall'impresa.
I Mondiali, da sempre certificatori della crescita di un movimento calcistico perché cadenzati ogni quattro anni e simbolo di una generazione di calciatori, hanno testimoniato esclusivamente fallimenti: per questo fondamentale è la preparazione ai prossimi Europei e una buona partecipazione a questi soprattutto sotto il punto di vista del gioco, per provare a rinascere e puntare con decisione i Mondiali in Qatar del 2022. Quando, come sembra, anche il talento puro e cristallino di alcuni interpreti tornerà a darci una mano.
Gianluigi Donnarumma (classe '99), Nicolò Zaniolo (classe '99), Sandro Tonali (classe 2000), Nicolò Barella (classe '97), Federico Chiesa (classe '97), Patrick Cutrone (classe '98) e Moise Kean (classe 2000): il futuro della Nazionale azzurra riparte da questi sette nomi, e Roberto Mancini ne è consapevole. Una "generazione di fenomeni", come cantavano nel 1991 gli Stadio, che può far tornare l'Italia ai fasti di Buffon, Pirlo, De Rossi, Gattuso, Del Piero, Totti e Toni. O almeno, questo è quello che ci auguriamo dopo aver visto gli esordi di questi predestinati nei rispettivi club: perché la ruota gira, e anche quella azzurra tornerà a brillare.
@AleDigio89