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    Italiamania: da Donnarumma a Zaniolo, la 'generazione di fenomeni'

    Italiamania: da Donnarumma a Zaniolo, la 'generazione di fenomeni'

    • Alessandro Di Gioia
    9 luglio 2006: la data più felice per i tifosi e gli appassionati di calcio di fede azzurra, ma anche la serata in cui il nostro calcio a livello nazionale ha cominciato la propria discesa negli Inferi. La fausta serata di Berlino ha infatti recato il tipico appagamento da pancia piena che, coniugato con la mancanza di talenti nell'ultima generazione di calciatori italiani, ha causato la profonda crisi del nostro movimento a livello nazionale, tanto da arrivare al punto più basso degli ultimi 60 anni, toccato con la mancata qualificazione agli ultimi Mondiali in Russia della selezione di Gian Piero Ventura. 

    E' vero che nel 2012 e nel 2016 le nazionali guidate da Cesare Prandelli e Antonio Conte hanno disputato due ottimi Europei, centrando una finale e un'eliminazione nei quarti ai calci di rigore contro la miglior Germania degli ultimi 30 anni, ma si è trattato di due episodi isolati più che di una vera e propria programmazione: nel primo caso è stata decisiva l'esplosione dei singoli, con il talento di Mario Balotelli capace di esplodere in maniera fulgida (e purtroppo anche definitiva) e di guidare gli Azzurri fino all'epilogo di Kiev, mentre nel secondo la perizia e l'organizzazione del miglior allenatore italiano del momento hanno spinto l'Italia intera ad arrivare ad un passo dall'impresa.

    I Mondiali, da sempre certificatori della crescita di un movimento calcistico perché cadenzati ogni quattro anni e simbolo di una generazione di calciatori, hanno testimoniato esclusivamente fallimenti: per questo fondamentale è la preparazione ai prossimi Europei e una buona partecipazione a questi soprattutto sotto il punto di vista del gioco, per provare a rinascere e puntare con decisione i Mondiali in Qatar del 2022. Quando, come sembra, anche il talento puro e cristallino di alcuni interpreti tornerà a darci una mano.

    Gianluigi Donnarumma (classe '99), Nicolò Zaniolo (classe '99), Sandro Tonali (classe 2000), Nicolò Barella (classe '97), Federico Chiesa (classe '97), Patrick Cutrone (classe '98) e Moise Kean (classe 2000): il futuro della Nazionale azzurra riparte da questi sette nomi, e Roberto Mancini ne è consapevole. Una "generazione di fenomeni", come cantavano nel 1991 gli Stadio, che può far tornare l'Italia ai fasti di Buffon, Pirlo, De Rossi, Gattuso, Del Piero, Totti e Toni. O almeno, questo è quello che ci auguriamo dopo aver visto gli esordi di questi predestinati nei rispettivi club: perché la ruota gira, e anche quella azzurra tornerà a brillare.

    @AleDigio89

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