ITALIA ELIMINATA: Godin e l'arbitro bastano all'Uruguay per mandarci a casa
Alle ore 18, all' Estadio das Dunas di Natal, è andata in scena l’ultima sfida del girone D fra Italia-Uruguay. Una sfida da dentro-fuori con la nazionale Celeste che aveva bisogno di una vittoria per eliminare l’Italia e qualificarsi agli ottavi. In campo è successo di tutto, con un arbitro, Marco Rodriguez Moreno, totalmente inadeguato per una partita così importante. Poco il gioco espresso dall’Italia che paga la partita giocata, male contro la Costa Rica e che si è arresa, ancora una volta ad un calcio piazzato di Godin al terzo gol di testa decisivo in una partita che conta dopo i due segnati con la maglia dell’Atletico Madrid. L’Italia ha fatto la partita nei primi 15 minuti, mettendoci il fisico nei contrasti stoppando sul nascere le ripartenze uruguaiane. E’ sui calci piazzati che si sono giocate le azioni più pericolose con Pirlo che prova dalla distanza al 12’. L’Uruguay deve vincere e alza il ritmo arrivando al 33’ a rendersi pericoloso con Suarez e Lodeiro che costringono Buffon ad un doppio miracolo. Nella ripresa il cambio Balotelli-Parolo ad inizio ripresa contrae gli azzurri che rischiano molto al 49’ dimenticandosi Cavani a centro area solo con Bonucci che lo stende ma viene graziato dall’arbitro Marco Rodriguez Moreno che, per compensare, si inventa completamente l’espulsione di Marchisio per un fallo di gioco su Arevalo Rios al 59’. Gli azzurri in 10 uomini si mettono in trincea a difesa della propria area di rigore. Al 66’ passa Suarez che viene stoppato solo dall’ultimo baluardo Buffon che si supera di puro istinto. Al 79’ altro scempio del direttore di gara che fischia un fallo per gli azzurri, ma non vede il morso, l’ennesimo della sua carriera, di Suarez a Chiellini. All’81’ l’Italia capitola, ancora su calcio d’angolo, dove arriva la zuccata vincente di Godin. L’Italia ci prova negli ultimi minuti, ma l’assalto azzurro non ha fortuna e a passare il turno è l’Uruguay con gli uomini di Cesare Prandelli che sono costretti a dire addio a Brasile 2014.
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