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Italia tra scommessa e rivoluzione a metà: con l'Argentina niente errori, anche un pari può bastare
Al di là di ogni prudente protocollo, l’Italia è fatta per vincere la prima partita, anche se questo è il Mondiale delle sorprese. La Norvegia è stata battuta, nella gara inaugurale, dalla Nuova Zelanda, la Francia è stata fermata sullo 0-0 dalla Giamaica, Inghilterra e Svezia (che fa parte del nostro girone) hanno battuto sì Haiti e Sudafrica, ma con grande fatica. Ciò non significa, ovviamente, che il Mondiale lo vincerà una outsider, ma piuttosto che considerare l’Argentina molto meno forte di noi sarebbe un errore esiziale. Intanto la Nazionale sudamericana ha moltissime calciatrici che militano in Europa e poi, tradizionalmente, ha elementi di buona qualità. Fino a quattro anni fa, non erano ancora squadra, ma quattro anni nel calcio, e in quello femminile in particolare, rappresentano un’era geologica con cambiamenti, ovvero miglioramenti, molto significativi. Partita dura, dunque, dalla quale tornare con almeno un punto. Non si gioca per il pareggio, questo è detto e risaputo, ma con una Svezia non al massimo e un Sudafrica certamente più abbordabile dell’Argentina, l’Italia resterebbe in corsa anche con il pari.
La domanda delle cento pistole è la seguente: basterà la mezza rivoluzione attuata da Bertolini per proporre una squadra altamente competitiva? Pur essendo stato, almeno dopo l’Europeo, molto critico con la c.t. credo che mettere in campo una formazione come quella ipotizzata per domani, denoti un certo coraggio. Tuttavia, il rinnovamento sarebbe dovuto partire a settembre di un anno fa e non a ridosso di un torneo fondamentale come la Coppa del Mondo. Ci sarebbe stato più tempo per gli esperimenti e, probabilmente, sarebbero stati meno dolorosi gli addii (Gama, Bergamaschi e non solo). Rispetto all’Europeo, le calciatrici confermate sono tredici, quello che possiamo reputare lo zoccolo duro della squadra. Personalmente ne avrai lasciata a casa qualche altra. Il ricambio sarebbe stato più agevole e l’integrazione più facile. Oggi l’Italia è una scommessa. Ripeto: coraggiosa e un po’ audace. Ma credibile. Nell’ultimo test prima di cominciare, ha battuto la Nuova Zelanda (1-0, Giacinti). Ci andrebbe bene lo stesso risultato, magari facendo una partita che lo legittimi.