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    Italia, Spalletti: "Mi sento un allenatore diverso. In Germania sono stato rompiscatole, ho fatto tesoro di quella esperienza"

    Italia, Spalletti: "Mi sento un allenatore diverso. In Germania sono stato rompiscatole, ho fatto tesoro di quella esperienza"

    • Redazione CM
    In scena la conferenza stampa di Luciano Spalletti, dalla sala stampa del Parco dei Principi. Il commissario tecnico della Nazionale italiana presenta la sfida contro la Francia, la prima dopo il disastroso Europeo: "La Francia ha giocatori con grandi qualità e noi possiamo sopperire solo essendo squadra. In questi allenamenti ho visto cose molto buone che vorrei rivedere domani, ma sicuramente ci saranno dei momenti di difficoltà. Dal punto di vista tattico, loro sono una squadra sorniona, ti danno l'impressione di poter gestire la partita. E invece poi quella diventa la loro forza perché quando tu prendi un po' di fiducia loro ti conquistano palla danno queste sventagliate sugli esterni che a campo aperto se non saremo in ordine e non avremo equilibrio potranno crearci delle difficoltà".

    In questa ripartenza come sei? Ti senti diverso?
    "Probabilmente sono diverso perché poi la nostra vita diventa migliore se capiamo cosa ci succede e perché ci succede. Ho fatto tesoro dell'esperienza precedente e mi sembra di aver capito delle cose. Ciò che diventa fondamentale è la volontà dei calciatori, io tento ugualmente di dirle due-tre cose perché penso che questa sia una professione importante e il mio un lavoro molto serio. Bisogna stare lì a studiare per migliorare questa professione. Poi a volte gli errori si fanno e l'importante è capirli. Ho visto la voglia di tenere la schiena dritta da parte dei nostri calciatori e di non avere l'arrendevolezza di portarsi dietro i rimpianti di questa partita che abbiamo giocato, è assolutamente una cosa che non dobbiamo fare. Dobbiamo guardare al futuro e la partita di domani sera è già scritta nel futuro. Abbiamo iniziato un nuovo percorso perché fino a questo momento c'era questo Europeo che ci ha portato a pensare a dei calciatori che potevano darci una mano importante. Anche nelle convocazioni sono stato attento a metterci dentro un po' di cose. Ora però bisogna pensare qualcosa di nuovo, questo percorso sarà lungo quanto la Nations League e poi si valuta e si va a parlare delle cose che ci sono successe".

    Come possiamo far male alla Francia?
    "Questa settimana ho visto dei ragazzi che hanno dentro le qualità per diventare dei top player. Probabilmente hanno bisogno di qualche esperienza, ma ho visto anche convinzione e autostima: la squadra non vuole essere prigioniera degli altri. Ho visto la consapevolezza che noi contro la Svizzera siamo stati inferiori, ma siamo stati inferiori anche rispetto a noi stessi. C'è la voglia di sistemare queste cose e poi dal punto di vista tattico è sempre questo a fare la differenza, è importante una buona gestione della palla. Si sta formando un gruppo composto da diversi giocatori che fanno parte di tre squadre, poi diversi giocano all'estero e portano dentro esperienze importanti. E' chiaro che abbiamo da giocare qualche partita per fare esperienza, anche se il calcio e le partite a volte producono risultati che rendono la vita folle. Però siamo noi un po' gli amministratori di noi stessi, dobbiamo saper valutare i nostri comportamenti".

    Donnarumma ha detto di vedere uno Spalletti molto più sereno e tranquillo. Eri davvero così sereno prima?
    "Può darsi, se lo dicono sarà così. Forse l'altra volta sono stato troppo rompiscatole perché poi sereno e tranquillo io lo sono da sempre. Sono sempre stato molto umano nel capire quali possono essere i miei risultati, forse sono stato disumano nei comportamenti per andare a perseguire quel risultato. Quando ho detto che loro non hanno responsabilità è quello che penso, se tutti dicono così probabilmente un po' di ragione ce l'hanno".

    Ci può descrivere Donnarumma come capitano? L'ha aiutato nella preparazione della gara di domani?
    "E' un capitano perfetto perché ha fatto tutte le esperienze possibili, è stato un predestinato fin da bambino. Ha un fisico imponente per il ruolo che ha e fa e quella diventa una qualità importantissima. Avere subito gli occhi addosso, sentire subito le responsabilità e andare a giocare da giovane in un club come il Milan l'ha formato prima di qualsiasi calciatore e capitano normale. Poi ora è diventato un portiere di livello internazionale, fortissimo. A volte provo a sorprenderlo dal limite dell'area, ma lui quando allarga le braccia copre tutta la porta. Poi è un ragazzo eccezionale, un capitano vero. E' il primo a dispiacersi quando le cose non vanno come vorremmo e ce lo teniamo bello stretto, sia come calciatore che come capitano".

    Quando rivedremo Raspadori sui suoi migliori livelli? Tonali come sta? Ricci può prendere quel ruolo in mezzo al campo?
    "Noi abbiamo dovuto lasciare da parte dei calciatori andando a guardare un pochino più in là. Jorginho e Verratti sono calciatori che facilmente prendono la squadra per mano, ma ora dobbiamo fare qualcosa di nuovo, di diverso. Ricci è un ragazzo generosissimo, ha nelle qualità la tecnica, la corsa e la resistenza. In questa convocazione siamo stati un po' attenti ad avere più qualità, tutta gente che è più continua e forte fisicamente, che è disponibile al sacrificio. Ricci già lo scorso anno aveva fatto vedere delle buone cose e quest'anno lo vedo ancora migliorato. Ora per esigenze di squadra sa giocare mezzala, ma lui ha le qualità per giocare basso con più forza, fisico e corsa. Poi il ragazzo basta guardarlo in faccia per dire che elemento è. Tonali per noi diventa fondamentale, ha quel livello e quello spessore di calciatore internazionale. Ha ritmo e determina tanto per una squadra: l'abbiamo ritrovato sorridente, voglioso di stare coi compagni. Abbiamo ritrovato un calciatore forte. Raspadori dal mio punto di vista è sempre lo stesso: puoi farlo giocare da qualsiasi parte e ti porta sempre a casa il risultato. Proprio la disponibilità che mette sempre in mostra lo porta a perdere freschezza per la giocata che resta negli occhi dei tifosi. E' uno che anche se lo valuti con un voto basso permette ai compagni di conquistare palloni, lui fa metri e li fa con corsa. Ha una muscolatura tozza, possente, quando viene addosso ti fa l'ematoma".

    Perché non ha chiamato Locatelli?
    "E' corretto chiederlo. L'ho visto interessante in questo avvio di stagione con la Juventus e gli vedo qualità ben codificate, visibili. In Ricci e Fagioli spero in qualcosa di più che ancora non hanno fatto vedere. Locatelli è uno che fa parte del gruppo che abbiamo fatto e se avessi portato 2-3 calciatori in più lui sarebbe stato dentro. Ora però ho fatto questa scelta qui e a vedere gli allenamenti penso di doverla riattuare, ho visto la felicità dei giocatori nell'essere sempre dentro. Quei 5-6 in più quando restano ai margini dell'undici contro undici perdono tranquillità, poi entrano cinque minuti e vogliono far vedere tutto".

    Si aspetta domani un bel tifo italiano in tribuna?
    "Me lo aspetto sempre perché lo sappiamo noi quanta passione e amore c'è attorno a questa maglia, a questa squadra. So che questa partita la guarderanno in tanti: magari ci hanno criticato ma sono lì pronti ad abbracciarci mettendoci passione e disponibilità"

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