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    Italia, Spalletti: "Fagioli convocato per scelta tecnica, Scamacca un po' pigro. Bonaventura e Locatelli out? Dispiace"

    Italia, Spalletti: "Fagioli convocato per scelta tecnica, Scamacca un po' pigro. Bonaventura e Locatelli out? Dispiace"

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    E' iniziato il raduno dell'Italia in vista di Euro 2024 e arriva il momento delle prime dichiarazioni: parla Luciano Spalletti.

    Il commissario tecnico della Nazionale interviene in conferenza stampa da Coverciano con tanti temi forti da affrontare, dai pre-convocati alle amichevoli con Turchia e Bosnia fino alla lista definitiva dei 26 per la spedizione in Germania: le sue dichiarazioni.

    DICHIARAZIONI DI APERTURA - "Oggi faremo una foto con lo slogan con la scritta: 'L'azzurro ci unisce - Sempre'. Riguarda tutti i convocati e venti bambini/e con tutte le maglie delle 20 squadre di Serie A, è un ringraziamento ai club con cui subito mi sono trovato molto bene. L'Italia è di tutti, l'azzurro è di tutti. Ci unisce in un unico sentimento, sempre, è una passione, è una maglia unica quella azzurra".

    COSA PERDE L'ITALIA SENZA ACERBI E ZANIOLO E COSA GUADAGNA CON FAGIOLI: PUO' RAPPRESENTARE CIO' CHE RAPPRESENTO' PAOLO ROSSI NEL 1982? - "Quando siamo in Nazionale si fanno ragionamenti differenti, siamo sempre convinti di poter star bene perché possiamo andare a pescare in tanti elementi, in tanti calciatori. Se ci facciamo subito il problema di ciò che ci manca si comincia male, abbiamo a disposizione tutto ciò che ci vuole per fare bene. Fagioli innanzitutto è una scelta tecnica, poi per il resto sono due storie un po' differenti rispetto a Rossi. Fagioli ha quella qualità, quell'estro... Gli manca la scocca, lo scontro fisico, ma l'ho convocato per avere a disposizione più cose che ti facciano gestire la partita, il tentativo di trovare più cose per avere la palla noi. Poi il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta o quella sbagliata, il ragazzo nell'ultima intervista rilasciata ha detto delle bellissime cose. Ho parlato con lui il giorno della finale di Coppa Italia a Roma, ho avuto fortuna che ci fosse la Juventus così da poterci parlare e mi ha fatto un'ottima impressione. Penso che meriti anche un po' di comprensione, non ha scommesso sulle sue cose ma perché in preda a un momento di difficoltà e non ce la faceva a difendersi da questa tentazione. E' stata puramente una scelta tecnica. Zaniolo è un giocatore che a me sembra forte, ma quello che vedo in Zaniolo spero di ritrovarlo in altri calciatori".

    I CRITERI PER SCEGLIERE I 26 - "I criteri saranno di continuare a guardare quello che ci necessita, tenendo conto di tante cose, e abbiamo voluto portare due-tre calciatori in più proprio per avere poi la possibilità di sostituire, la sorpresa. Non è detto che siccome è andato fuori Acerbi, un giocatore con esperienza e che fa parte di un blocco squadra che può darci qualcosa, va fuori per forza un centrocampista o un attaccante. Di difensori siamo in diversi, possono uscire da qualsiasi reparto. Sarà una scelta difficilissima e dolorossissima, lasciare qualcuno fuori mi uccide, mi dà un fastidio enorme. Io ormai ho un'età che mi porta ad emozionarmi. Sono scelte difficilissime per come sono fatto io. Spero di fare la scelta più giusta per quello che necessiterà all'Italia".

    LA SCELTA DEL CAPITANO - "La scelta del capitano rimane così, rimane Donnarumma e poi si valuta strada facendo, giorno dopo giorno, se si possono modificare delle cose. Per ora resta Donnarumma".

    L'ASSENZA DI ACERBI CAMBIA QUALCOSA SULLE SCELTE IN DIFESA A TRE O A QUATTRO? - "Prima di tutto dovremo fare qualcosa di non rigido, abbastanza libero. Come piacerebbe secondo me un po' a tutti, dare questa possibilità di esprimere talento ai giocatori e al contempo avere un contesto di squadra organizzata. Perché poi si vanno ad avere equilibri, avere più imprevedibilità in questa fluidità e cosa liquida porta più sorpresa agli avversari. Vorremmo saper fare un po' tutte le cose, perché poi qui a Coverciano ci insegnano che i sistemi di gioco non sono più così rigidi, non lo sono mai stati. Si può costruire a tre o a quattro, non è detto che sia sempre lo stesso a fare quella cosa lì. Le squadre più forti sanno avere questa relazione e questa imprevedibilità nell'andare a prendere le posizioni in campo. Siamo tutti un po' costruttori e siamo tutti un po' difensori, dobbiamo avere questa modernità in cui mettere dentro qualità che ci vogliono nel calcio europeo".

    SCAMACCA - "Secondo me chi ci ha lavorato e ha costruito qualcosa di differente è Gasperini. Avendolo disponibile tutti i giorni viene più facile. Io ho bisogno di vedere soprattutto quello che è un sacrificio, quelli che sono dei valori con cui siamo stati educati in Italia, in generale. L'Italia è sempre stata una Repubblica, una Nazione di gente andata a lavorare per costruire il futuro delle generazione. Io parto dagli stessi concetti. Scamacca per certi versi non mi era piaciuto, per cui l'avevo lasciato fuori, non ho grossi problemi a scegliere. Ho a disposizione tanti giocatori, se uno non dà il massimo è difficile andare a confronto con squadre fortissime. Lui ora ha fatto vedere questa crescita, prestazioni, gol, più continuità di quella che mi ha fatto vedere le altre volte. Io penso che anche l'Atalanta abbia beneficiato di questa sua nuova disponibilità. Scamacca è un giocatore che ha un po' tutto, ha stazza, ha velocità, ha tecnica, ha creatività, ha gol. E' un po' pigro... Bisogna perda un po' di pigrizia. Magari l'ha persa... Siamo tutti contenti di vedere cosa ci metterà a disposizione. L'ho fatto giocare le volte che l'ho avuto nei raduni, sono il primo ad essere felice delle sue prestazioni".

    LE DIFFERENZE TRA FAGIOLI E RICCI - "Ci sono delle cose che sono molto simili. A me Ricci sembra molto cresciuto dal punto di vista di quelle richieste che dicevamo prima, il modo di lavorare nella sua squadra gli ha dato questa voglia di andare addosso all'avversario, di cercare il contatto fisico, la spallata per poi andarsi a contendere la gestione di un pallone. Ultimamente nella sua squadra è stato usato per andare addosso al mediano avversario come centrocampista che è il primo a fare l'assaltatore. Fagioli è più classico, anche se sa fare ogni cosa perché è talmente delizioso quando ha la palla sui piedi che sa passare da qualsiasi situazione, vede cose differenti dagli altri. E' il mio punto di vista. Ricci ha quelle qualità da ruolo importante, quel tipo di giocatore dobbiamo averlo per costruire un gioco. Tutti e due sono due giocatori forti secondo me".

    COSA HA DETTO ALLA SQUADRA OGGI - "Che una cosa dovevamo averla chiara. Dobbiamo rendere chiaro a tutti il nostro orgoglio di vestire la maglia azzurra, perché è la maglia in cui si riconosce un Paese intero. Dobbiamo far vedere che sì facciamo un mestiere dove ci sono molti privilegi e cose che ci creano dei vantaggi, però dobbiamo far vedere che si lotta tutti insieme per la stessa causa. Vestire la maglia dell'Italia è una meravigliosa possibilità che abbiamo di moltiplicarci le attese di tante persone che ci seguono. Respirare il loro respiro e vivere le stesse emozioni che loro vivono stando a contatto e amandoci da fuori e da casa. Quello che diventa fondamentale è che dobbiamo fare la promessa a tutti gli italiani che saremo degni della fortuna che ci è toccata, dobbiamo farlo vedere bene, che siamo degni di vestire questa maglia e di avere dentro tutte quelle cose che gli italiani provano per noi, che sono tantissime belle cose. Questa è la sintesi di quello che abbiamo detto stamane. Poi da ultimo ha chiuso il campione che abbiamo qui, che l'abbiamo tirato giù dalla bacheca per rifarlo vivere darci le sue emozioni, che è Gigi Buffon, ha fatto un discorso molto bello perché è andato a prendere un episodio che gli è accaduto in un Mondiale e lo ha fatto vivere con il suo racconto alla squadra. Cose giuste e importanti di cui fare tesoro. E' meglio che lo racconti lui, ha tutto un altro sapore".

    ESTERNI D'ATTACCO - "Folorunsho non ha bisogno di arrivarci, c'è già. Parte da quelle posizioni lì. Gioca sulla trequarti, un po' sull'esterno, quella via di mezzo che è diventato bravo anche a prendere palla addosso e a proteggerla dalla fisicità dei difensori avversari. Frattesi è uno che ci arriva lì, parte da più basso e ci passa. Ha finalizzazione, ha gol. Folorunsho ha la bastonata da fuori, ha colpo di testa, la protezione della palla. Anche Frattesi, ma è più centrocampista mentre Folorunsho è più trequartista o più giocatore da queste vie di mezzo, da questi mezzi spazi che non vengono presi dal mediano e dai difensori. Orsolini? In questo momento non siamo stati molto fortunati con questi giocatori esterni alti da uno contro uno cattivo. Ce ne sono venuti a mancare diversi, infortuni, il momento vissuto dalla squadra che condiziona... Noi Chiesa lo riteniamo uno che sa giocare da tutte le parti, è quello che ha la vampata, la botta della fucilata nella notte che non sai da dove è arrivata. Chiesa può giocare a destra, può star dentro come ha fatto alla Juventus. Lui preferisce stare largo, poi arriva quello del binario che ti costringe via da lì e a giocare in queste linee più centrali. Per quanto mi riguarda va isolato, è bene lasciarlo isolato senza portargli troppo traffico intorno, perché è nell'isolamento che lui ha veramente la qualità cattiva di passarti dentro con queste sue vampate".

    FRATTESI: COME SI CONVINCE A NON ESSERE TITOLARE? - "Frattesi merita una maglia assolutamente più di Barella, più di Pellegrini, più di Cristante? Lui ha beneficiato della forza della sua squadra, oltre ad avere i meriti che ha ha quello di doversi migliorare dal punto di vista della qualità. E' uno da sbattimento forte, da copertura di campo eccezionale, da disponibilità. Però noi riteniamo di avere una squadra che ha una sua forza e quindi lui è dentro questa forza, dentro il valore che noi attribuiamo ai nostri calciatori. Però poi non è detto che gli debba dare per forza la maglia perché ha fatto 6 gol con l'Inter. L'Inter ha vinto anche quando non ha giocato Frattesi. C'era Barella, Mkhitaryan, Calhanoglu... Non è molto facile. In Nazionale c'è Cristante, c'è Jorginho, c'è Barella, c'è Pellegrini. Ce ne sono tanti di calciatori forti. L'attacco della maglia da titolare per Frattesi non lo capisco. E' segno che non c'è problema di fatto".

    L'ESCLUSIONE DI BONAVENTURA - "E' un altro di quelli che mi piange il cuore ad averlo lasciato fuori. Squisito come persona, di qualità come uomo e giocatore. Però poi devo stare attento anche a quelli che sono momenti che stanno attraversando alcuni giocatori, a quello che mi manca nella squadra in maniera complessiva, non andando solo a fare undici calciatori forti. Voglio tentare di fare una squadra forte, un po' di qualità le deve avere una squadra forte. Secondo me gli si toglie qualcosa ad accostarlo a Bellingham, ha più cose Bonaventura da un punto di vista di qualità, tecnico... Visto che si vogliono fare accostamenti. Però mi sembra un po' azzardato accostarlo a Bellingham, per forza, metri, forza mentale che si è vista anche in televisione. Si va a toccare uno che è abituato a giocare sempre per vincere trofei qualsiasi essi siano. Bonaventura ha queste qualità tecniche ed esperienza, però in questo momento l'ho visto un po' con il fiato tirato e ho visto che poi da un punto di vista di composizione di squadra e di rosa potevo aver bisogno anche di altre cose. Però rimane un calciatore dentro la cerchia della Nazionale, dentro quello che è il gruppo dei Nazionali. E poi basta perché non so che dire perché va a prendere più il dispiacere di non averlo convocato".

    LA STANZA DEI GIOCHI - "La stiamo allestendo, è quasi finita. Perché poi noi dobbiamo toglierci la noia di essere benestanti, di avere tutto sistemato, di avere tutto a posto. Perché per certi viene interpretata male, ogni tanto bisogna dirgliele delle cose ai figli perché se no poi prendono dei vizi che sono sbagliati. Io per primo. E questo può essere un modo di andare a impiegare del tempo. Qualcosa che ti faccia rendere conto del privilegio e del vantaggio che dà vestire questa maglia, che reazione e comportamento devi avere vivendo quel momento. E poi, dopo che hai capito bene questa cosa, bisogna accettare qualsiasi risultato. Perché tu hai fatto in maniera corretta il tuo lavoro, non devo per forza andare in prigione per un risultato negativo: perché mi sono preparato, ci ho pensato, mi sono preparato in maniera corretta, ho cercato di mettere tutti i particolari a disposizione per aiutare i compagni. Che poi sono esente da colpe, a quello più bravo di noi si fanno i complimenti e si torna a lavorare per migliorare. Non devo per forza essere sacrificato se ho perso una partita, non devo difendermi dalla volontà degli altri se ho fatto tutto quello che devo fare. Ho fatto tutto in maniera corretta, bisogna accettare anche quello che potrebbe essere purtroppo un risultato negativo. Si diceva della differenza tra vincere e perdere, è sempre la stessa cosa perché ormai si va a richiedere sempre il massimo o se no sei fallito. Non è così, non c'è fallito o campione, vincente o perdente, quello che va mandato all'ergastolo e quello che invece deve festeggiare. Non è così, se uno fa le cose in maniera corretta è per mettere dentro ingredienti e un modo di comportarsi perché venga riconosciuto che ti sei battuto in modo leale, per dare una soddisfazione a chi è stato lì a incitarti e a patire con te. Vittoria e sconfitta è sempre lo stesso personaggio che ti porta via dalla realtà, quando ti abitui a vincere credi di poter vincere sempre e quando perdi ti accorgi che non sei invincibile. Quando perdi sempre credi di essere un perdente e poi invece vincerai e ti accorgerai che quello ti è servito per andare a mettere a posto cose sbagliate in precedenza. Non ci sono solo queste due estremità, c'è il tentativo che vogliamo fare di far sentire tutti importanti, protagonisti di una cosa bellissima. Di una festa sportiva che andremo a vivere, perché sarà emozionante, a me batte già il cuore pensando a cosa vivrò perché non si sono mai stato. E' bene reclutare più persone possibili per essere più forti possibili. Noi non siamo gelosi se Gigi dice una cosa più importante della mia, sono contento perché a me basta vedere la gente felice. Lì vedi il sacrificio, gente che organizza la propria vita sull'amore che ha per la squadra e per i suoi risultati. Quando si è fatto tutto per questo proveremo emozioni importanti che ci facciano poi sentire dire che sono orgogliosi per quello che abbiamo fatto".

    QUAL E' L'ASPETTO CHE INTRIGA DI PIU' DELL'AVVENTURA EUROPEA? - "Sono tutte queste emozioni che poi saremo costretti a subire. Tutte queste belle cose, bei pensieri che la gente ha su di noi. Vedere se siamo in grado di meritare tutto quello che ci attribuiscono queste persone. Non è un club, la maglia azzurra unisce tutti, da tutte le parti arrivano abbracci, baci e voglia di darti ancora più forza. La gestione di tutte quelle cose è quello che mi emozionerà più di tutto. E poi giocare una competizione dove si va a confrontarsi con il meglio del calcio europeo".

    COME ARRIVA SPALLETTI AGLI EUROPEI - "Io ci arrivo prontissimo, ho pensato solo a organizzare al meglio questo raduno. Abbiamo già tutto scritto, letto, riletto, riguardato e corretto. Bisognerà poi vedere se sono conformi a quelle che sono le necessità sul campo andando a giocare le partite. Io ci arrivo felicissimo, desideroso di essere all'altezza di tutte queste belle cose".

    SPALLETTI - "Sono stato catapultato e ho avuto poco tempo per lavorare e quello ogni tanto mi fa pensare 'se avessi avuto il calciatore qui gli avrei detto... avrei fatto...'. Però poi è la stessa cosa per tutti gli allenatori, a me sembra non manchi niente per fare quello che voglio fare. Una volta scelto, mi rimane il dispiacere di quelli che ho lasciato a casa ma quelli che ho portato sono quelli che ho scelto, i più forti che avevo a disposizione. Ho la responsabilità, ma come si è detto sono le responsabilità che fanno felici. Avere in mano la possibilità di dare a tutti quelli che lottano con te o hanno la stessa passione se non di più che però non possono esercitarla nel tuo ruolo, avere la possibilità di rendere tutto il sacrificio, quello che hanno patito per darti questa gioia personale senza poterne godere personalmente loro. Sono a posto, ho tutto quello che ci vuole. La Federazione è stata disponibile per tutte le richieste che ho fatto, compresa quella dei fantastici 10 che abbiamo qui. Un 10 giocava in porta, ma gli hanno dato l'1...".

    L'ESCLUSIONE DI LOCATELLI - "E' un altro dispiacere che ho e avrò poche reazioni quando lo incontrerò se non il dispiacere. Perché sono quelle cose che mi mettono in difficoltà per come le vivo io. L'altro giorno ho vinto il premio alla carriera, una comma di quello che ho avuto e ho ricevuto dai calciatori che ho allenato. Mi hanno dato tanto ma anche io ho dato tanto a loro. Locatelli è un professionista serio, qualità difensive eccezionali, buon piede nel fare determinate cose, ma in questo momento volevo più estro e forse l'unica cosa che per quello che è il confronto a cui stato messo di fronte nella mia analisi è un po' troppo conservativo per dove sta andando il suo ruolo. E' un giocatore che probabilmente nella prossima convocazione porterò perché fa parte del gruppo della Nazionale. Mi dispiace e gli chiedo scusa per averlo lasciato a casa".

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