Getty Images
Italia, Spalletti: 'Conta solo vincere, il rigore lo tira Jorginho. Totti? Il lunapark della vita'
LA PACE CON TOTTI - "Al Bambin Gesù invece è stato creato questo momento di vita davvero toccante. C'ero già stato con Francesco e sono stato felice di essere tornato a salutare i bambini. Ogni volta che ci vado mi sembra di donare uno e ricevere mille. Quando entriamo nelle stanze diventano con gli occhi di mille colori perché ti vedono come un supereroe ma sono loro che hanno il superpotere di donarti questa sensazione di amore. C'è bisogno di amore e di amicizia vera. Per questo è stato ancora più bello fare quell'abbraccio in quella situazione. E' stato un capitolo entusiasmante della mia storia da allenatore. Con lui ho fatto uno dei giri più belli su questa giostra da Lunapark che è il calcio. L'ho visto fare giocate e lo devo ringraziare per le giocate incredibili che mi ha fatto vedere. Per questo non ho mai smesso di abbracciarlo. Me le ricordo bene tutte quelle sul campo. Noi dipendiamo dalle qualità dei giocatori e io ho avuto tanti vantaggi ad avere allenato un calciatore come Totti".
LA PARTITA - "Bisogna riempire bene il tempo, stare attenti e non eccedere con le cose che gli diciamo. Quando facciamo le riunioni e poi gli allenamenti doppi, insomma, siamo attenti a tutti i dettagli. Abbiamo perso Bastoni, ma la voglia di esserci gli fa superare anche qualche problemino. Ragioniamo in maniera corretta e ci alleniamo in maniera seria".
CI VUOLE TESTA - "Siamo abituati a queste situazioni. C’è anche una fatica psicologica che intossica muscoli. A me piace vedere partite, stare sul divano, ruzzolare la palla, sono in controtendenza, spero ce ne siano ancora di più. Giocando tutte queste partite si rischia un po’ di essere in automatico, dipende però dall’automatismo, dalla cadenza. Non è detto che se si giocano diverse partita ci si infortuni per forza. È sempre la testa che determina”.
RITORNO ALL'OLIMPICO - "Per me sarà bellissima qualsiasi atmosfera troverò in questo stadio qui. Rivedere l'Olimpico pieno con 54mila persone è una cosa che tocca solo a quelli fortunati come noi. E' come quando entro in qualsiasi stadio e vedo una curva piena, come quando vedo un tramonto bellissimo o un quadro".
I PRECEDENTI CON LA MACEDONIA - "Quanto è cambiata l'Italia dall'ultima partita contro la Macedonia? E' un lavoro quotidiano, ne abbiamo parlato. La Federazione ci ha dato la possibilità di unire di più i punti in cui ci lasciamo e ci ritroviamo con tecnologie nuove quindi è più facile creare l'unione del gruppo che aiuterà la squadra a giocare meglio. Domani sera conta solo quel risultato però. Si possono fare duemila discorsi ma poi bisogna andare a vincere questa partita e fare anche una buona prestazione. Perché spesso il risultato è figlio della prestazione".
RIGORISTA - “Ne abbiamo tre bravissimi. Mi aspetterei per la personalità che ha che Jorginho si vada a prendere la palla. Me lo aspetto per la qualità di uomo, di specialista, sono sicuro che non si tirerà indietro. L’ho conosciuto personalmente solo in questi giorni qui e mi ha fatto un'impressione incredibile. Dal punto di vista del far muovere tutta la squadra, farmi vedere quale sia la sua volontà di stare dentro questo gruppo, in queste partite. Lui è sempre stato presente, anche se non l’avevo convocato”.
COME STA KEAN - "Sono venuto via prima, ma se non c'è stato niente di nuovo lo abbiamo".