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Italia, questione di testa: la Svezia è più forte, ma niente disfattismo
La testa, l'arma in più della Svezia, che ha segnato due delle cinque reti con le zuccate di Ilestedt, su calcio d'angolo, dal quale è arrivato anche il momentaneo 3-0 di Rolfo. Le palle inattive erano un pericolo, lo sapevamo, ma non abbiamo trovato rimedio. Puntare il dito su Durante, che certamente poteva fare qualcosa in più in uscita, sarebbe troppo facile, a sbagliare è stato tutto il reparto, che non ha trovato il modo di arginare la fisicità di Blackstenius e compagne. Più Bertolini, che da quando guida l'Italia, ha sempre sofferte questo tipo di situazioni, senza dare soluzioni.
La testa, che serve a gestire i momenti. La Svezia nella prima mezz'ora ha sofferto un'Italia intensa, aggressiva, rapida nel giro palla, ma ha saputo tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Ha mantenuto la lucidità, ha aspettato il momento per colpire, è stata capace di sfruttare le debolezze dell'avversario. Di un'Italia che dopo il primo gol si è sciolta come neve al sole. Che è uscita dal match, perdendo la sfida prima di tutto dal punto di vista mentale. La testa fa la differenza, soprattutto quando manca un po' di esperienza. E' il caso delle Azzurre, che hanno schierato dal primo minuto Cantore, Beccari e Dragoni. Bisogna usarla, la testa, perchè il passaggio del turno è ancora possibile. E questa Italia ha ancora tanto da dare a questo Mondiale. Mantenendo la lucidità, senza farsi travolgere dai dubbi e condizionare dalle critiche. Senza colpi di testa.