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  • Italia: missione compiuta nonostante Abete, Beretta e la farsa sciopero

    Italia: missione compiuta nonostante Abete, Beretta e la farsa sciopero

    di Xavier Jacobelli

    Direttore www.quotidiano.net

    Sull'isola magica, come la chiama Prandelli e che sarebbe ancora più magica se i suoi abitanti lasciassero in pace le balene anzichè massacrarle ogni anno, l'Italia compie la missione. Le Far Oer stazionano al posto n.111 della classifica mondiale e gli azzurri attualmente occupano il settimo, ma, nel calcio del terzo millennio non esiste una squadra che si arrenda prima ancora di scendere in campo. Come la Slovacchia, la Nuova Zelanda e il Paraguay ci hanno insegnato al mondiale sudafricano.

    Primi venti minuti molto brillanti, gol di Cassano illuminato dal laser di Pirlo, ritorno degli uomini di Kerr che colpiscono anche un palo e poi si difendono in dieci dietro la linea della palla. Tecnicamente, il divario è abissale, ma gli azzurri accusano difficoltà di carburazione dovute alla lunga inattività di questo interminabile precampionato segnato dalla Farsa Sciopero. Il portiere Torgard si esalta nel primo e nel secondo tempo sulle conclusioni di De Rossi, difendendo egregiamente il bunker in mezzo al mare. Finisce soltanto 0-1, c'è pure la traversa di Holst, ma alla fine della fiera una spiegazione si trova.

    In data 2 settembre 2011 quando negli altri paesi europei sono già state segnate valanghe di gol e i calciatori sono molto più in forma dei nostri, sei undicesimi della Nazionale mandata in campo da Prandelli hanno giocato la prima partita ufficiale della stagione dopo la prestigiosa vittoria colta a Bari il 12 agosto sulla Spagna campione d' Europa e del mondo.

    Grazie all'inverecondo minuetto, firmato Lega, sindacato calciatori e federazione, è stato un miracolo che all'inizio della nuova stagione, gli azzurri abbiano vinto due partite su due. E la seconda è addirittura decisiva lungo la strada che porta a Euro 2012. Martedì, a Firenze, una vittoria sulla Slovenia significherebbe la qualificazione aritmetica con tre turni d'anticipo.

    La verità è che, grazie a Prandelli e alla sua opera di ricostruzione in un anno di una vera Nazionale, gli azzurri sono diventati l'oasi felice di un calcio avvelenato dagli ominicchi e dalle cariatidi che lo popolano e che fanno di tutto per frustrare la passione di milioni di tifosi.

    Il calciomercato è stato eccessivamente lungo e ha complicato la vita agli allenatori che soltanto dalle 19 del 31 agosto hanno avuto a disposizione gli organici non più suscettibili di modifiche. La sceneggiata scioperaiola è stata un insulto al buonsenso. Le beghe fra Beretta, Abete e i presidenti hanno stufato. Nel frattempo, Palermo, Roma e Udinese sono state subito buttate fuori dall'Europa mentre la sola gara ufficiale disputata da altri club è stata la finale pechinese di Supercoppa di Lega vinta dal Milan sull'Inter.

    Con questi chiari di luna, la vittoria sulle Far Oer,  difesa con le unghie e con i denti nel secondo tempo, si carica di significati inaspettatamente preziosi anche sotto l'aspetto della sofferenza e della grinta. Teniamoci stretta questa Nazionale, contro il logorio del calcio tricolore prigioniero di una Casta in putrefazione. Prandelli che ha fatto meglio di Trapattoni e Lippi in ambito qualificazione (19 punti in 7 partite: 6 vittorie, 1 pareggio, 15 gol fatti e solo 1 subito) può aiutarci a dimenticarla.

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