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    Italia, Mancini riparta da Immobile e Jorginho: spazio a Tonali e Calabria, via Insigne. Così prende forma la nuova Nazionale

    Italia, Mancini riparta da Immobile e Jorginho: spazio a Tonali e Calabria, via Insigne. Così prende forma la nuova Nazionale

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    C’è molta curiosità per sapere con quale Nazionale il c.t. Roberto Mancini affronterà i prossimi impegni di giugno, dopo l’eliminazione dalla fase finale della Coppa del Mondo in Qatar e la mesta vittoria sulla Turchia di martedì sera. Personalmente non credo - e l’ho già detto - che la formazione schierata a Konya abbia molte possibilità di essere replicata. Sia perché sono previsti rientri importanti (Spinazzola, Di Lorenzo e Chiesa), sia perché alcuni hanno deluso ancora una volta (Acerbi, De Sciglio e Zaniolo). Infine, perché almeno uno dei veterani (Chiellini) saluterà, se non lo ha già fatto ieri silenziosamente, dopo la sfida con l’Argentina che varrà l’assegnazione del trofeo tra le vincenti dell’Europeo e della Coppa America.

    DIFESA - Partiamo, dunque, dalla difesa, il reparto meno coperto. Pur non essendo più quello di Wembley, dove venne proclamato miglior giocatore dell’Europeo, Donnarumma non può essere discusso. Il nostro portiere a 23 anni ha ancora capacità superiori alla presunta concorrenza interna, ha qualità acrobatiche straordinarie e, soprattutto, non ha nessuna intenzione di abdicare. Ma se è giusto che il titolare sia lui, è altrettanto giusto che torni a garantire un rendimento rassicurante. Forse il passaggio al Paris Saint Germain, con relative e colossali topiche, non gli ha giovato. Tuttavia è tempo che dimostri per intero tutto il suo valore senza farsi condizionare dalle situazioni. Da destra a sinistra, invece, queste sono le scelte e le alternative, in parte obbligate, in parte naturali. Di Lorenzo e Calabria terzini di destra, Bonucci e Bastoni centrali con Gianluca Mancini e Toloi di rincalzo, Spinazzola e Biraghi terzini di sinistra. Spiegazioni. Di Lorenzo è stato imprescindibile in Nazionale e lo è nel Napoli, la sua riserva non può essere Florenzi, che nel Milan sta dietro Calabria. Il vice capitano rossonero è stato chiamato poche volte in rapporto alle sue capacità e, sinceramente, non me lo spiego. Dall’altra parte, Biraghi, con la prestazione turca, ha dimostrato di meritare la convocazione fissa (due assist e una prorompente caratteristica offensiva) anche se Spinazzola, quando sarà completamente recuperato, non ha rivali nel ruolo. Chi invece eccepisce sull’età e sulla tenuta di Bonucci, secondo me, sbaglia. E’ un senatore, tiene alla Nazionale come alla Juventus, ha ancora grande capacità di impostare da dietro, quando sta bene e non si lascia travolgere dalla presunzione, è un centrale di garanzia. Il suo compagno di reparto non può che essere Bastoni il quale, nonostante nell’Inter giochi a tre, è forte sia in marcatura, sia nel gioco aereo. Inoltre sa anche spingersi in avanti per provare il tiro dopo opportune combinazioni. Più problematico il tema dei sostituti. Il romanista Mancini, pur avendo molte carenze, è meglio di Acerbi, ormai vittima di un’involuzione irreversibile. Toloi non è più esattamente un centrale, ma si può adattare anche in forza della sua versatilità a tutto campo.

    CENTROCAMPO - A centrocampo, checché se ne possa pensare, abbiamo abbondanza. Verratti, il migliore anche contro la Macedonia, è una certezza anche se, a volte, porta troppo la palla. Jorginho tornerà sui suoi livelli e, per me, va confermato. Un posto, però, va trovato a Tonali. La logica dice che possa essere alternativo a Barella. Il resto va valutato di volta in volta. Cristante è un buon rincalzo e in Turchia ha pure segnato la rete del pareggio. Locatelli è in una fase statica, Lorenzo Pellegrini può fare due ruoli, Sensi deve decidere cosa fare da grande. Ruotare questi elementi dedicando grande attenzione, per esempio, a Frattesi (Sassuolo) non è esercizio né ozioso, né banale. Sapendo, tra l’altro, che alle spalle premono Rovella e, pur giocando in serie B, nella Cremonese, anche lo juventino Fagioli.

    ATTACCO - Il discorso più delicato riguarda l’attacco. So di andare controcorrente, ma io ripartirei da Ciro Immobile, ovvero il capocannoniere della serie A e, due anni fa, la Scarpa d’oro dell’intera Europa. Il nodo, casomai, è che non bisogna farlo giocare spalle alla porta (non lo sa fare), ma con la possibilità di attaccare sempre gli spazi. Ciro ha segnato con Simone Inzaghi che metteva molto campo tra sé e la porta avversaria e segna con Sarri, un tecnico che predilige il palleggio. Mancini deve riproporre a Immobile le stesse condizioni che trova nella Lazio. Tornerà a fare gol, con continuità, anche in azzurro. La sua alternativa non può che essere Scamacca, giovane e potente, diverso da Ciro sia nel fisico che nelle giocate, mentre depennerei tanto Belotti quanto Joao Pedro. Ai lati del tridente, a destra, Chiesa con l’alternativa Berardi (un gol sbagliato non deve portarlo alla gogna), a sinistra Raspadori con Zaccagni come rimpiazzo. Zaniolo deve allenarsi, crescere, maturare per avere una dimensione internazionale. Insigne credo sia a fine corsa. A lasciarmi perplesso non è tanto la sua palese inadeguatezza nella sconfitta con la Macedonia, quanto il resto della carriera che intraprenderà approdando nella MLS. Se la serie A è poco competitiva, figurarsi il campionato nordamericano.

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