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    Italia, Mancini e la riconoscenza: le carte Balotelli e Scamacca. Macedonia più temibile di Portogallo o Turchia

    Italia, Mancini e la riconoscenza: le carte Balotelli e Scamacca. Macedonia più temibile di Portogallo o Turchia

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Quelli che conoscono e frequentano Roberto Mancini più di me, sono convinti di una cosa: le due partite decisive per accedere al Mondiale del Qatar - la prima contro la Macedonia del Nord, la seconda contro Portogallo o la Turchia - verranno giocate dai campioni d'Europa uscenti e dai pretoriani della difesa che ne hanno scortato l'impresa. 
    In buona parte ciò accadrà perché il c.t. si fida di loro, per altri aspetti perché non è pensabile ospitare novità tecniche in due gare che decideranno la nostra sorte sportiva. Avevo e ho così tanta fiducia in Roberto Mancini che qualsiasi cosa faccia mi sento pronto a sottoscriverla.  Tuttavia, siccome di mestiere faccio l'opinionista calcistico, devo dire che tutto si può fare da qui a marzo, tranne che indulgere alla riconoscenza. 

    Se l'Italia è diventata campione d'Europa nel luglio del 2021 non è solo per merito dei 26 calciatori che l'hanno rappresentata, ma anche e soprattutto per le scelte del suo commissario tecnico che quei calciatori ha scelto e per quelli che ha messo in campo a discapito di altri. 
    Dopodiché dobbiamo riconoscere che, anche se abbiamo conquistato la coppa Europa, non eravamo i più forti in assoluto, ma i più bravi di quel momento. Anche a battere i calci di rigore o a sprintare nei 120 minuti dei tempi supplementari. 

    Ora un'operazione intellettualmente onesta e calcisticamente vantaggiosa sarebbe stata quella di vedere se campionato o coppe avessero portato alla ribalta qualche altro elemento degno di indossare la maglia della Nazionale o, addirittura, di scalzare qualche titolare. 
    Ragionamento che Mancini ha doverosamente svolto senza trovare certezze
    . C’è qualche buona alternativa, ma il blocco dei titolari resta sostanzialmente quello che il c.t. ha conosciuto e lanciato all'Europeo. 

    Purtroppo con due assenze pesantissime: Spinazzola che non recupererà fino alla stagione prossima (grave perdita anche per la Roma) e Chiesa idem per lui e per la Juventus.
    Stando così le cose, Mancini aveva retoricamente da farsi solo una domanda. Esiste qualcuno più bravo del portiere, dei difensori, dei centrocampisti e degli attaccanti che ho schierato all'Europeo? 

    Vediamolo insieme. Donnarumma è insostituibile. Sui due centrali di difesa, invece, si può imbastire un discorso. Chiellini e Bonucci costituiscono una coppia formidabile, ma se uno dei due non stesse bene o fosse fuori forma, Mancini può contare a occhi chiusi su Bastoni. È vero che l'interista gioca in una difesa a tre, ma ha fisico, talento, senso della posizione e tempismo per essere schierato solo con un altro partner. 
    Per quanto riguarda gli esterni, obbligatorio puntare su Di Lorenzo a destra (prime alternative Calabria e Florenzi) ed Emerson Palmieri (prima alternativa De Sciglio). 
    Come potete constatare i titolari e, in buona parte, anche le riserve hanno giocato tutti all'Europeo. 

    Stesso discorso per il centrocampo a tre che vedrà schierati due play (Jorginho e Verratti) e una mezzala (Barella). Locatelli è pronto a dare il cambio, seguito da Sensi e Pellegrini che all'Europeo sarebbero andati di sicuro se non si fossero infortunati. In tutti i casi c'è Pessina che, oltretutto, vede e punta la porta con i suoi inserimenti. 
    Infine l'attacco. Immobile, Berardi, Insigne, con Bernardeschi primo cambio, è un tridente scritto, ma, a partita in corso e con un risultato da sbloccare, ecco Balotelli o Scamacca. È vero che entrambi non erano all'Europeo, ma è vero anche che hanno entrambi un grande fisico e il primo anche una notevole esperienza e freddezza. 

    Basterà tutto questo? Anche se sono terrorizzato dal precedente della mancata campagna di Russia, penso proprio di sì. Anzi, vi dirò di più. Temo più la Macedonia del Nord che Ronaldo o Calhanoglu. Loro sono singoli, noi siamo squadra. E questo conta ancora. 
     

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